L’ex camorrista Romualdo Martella condannato per truffa all’INPS? L’avvocato chiede la replica, ma noi non l’abbiamo mai e poi mai scritto
28 Aprile 2023 - 18:30
Ringraziando il legale Antonio Miraglia che ha formulato la sua istanza in maniera cortese e urbana, pubblichiamo il suo testo integrale e la nostra replica, corredata da collegamenti ipertestuali ai tre articoli in cui abbiamo citato il nome di Romualdo Martella
In replica agli articoli pubblicati in passato ed oggi 28 aprile 2023 da alcune testate online e che riguardano
un mio assistito è doveroso precisare che il Sig. Romualdo Martella ad oggi non risulta aver subito nessun
tipo di condanna per truffa ai danni dell’Inps, ciò nonostante troppo spesso il suo nome viene associato a
questo tipo di reato, danneggiando la sua persona. Risulta doveroso inoltre ribadire che il mio assistito ha
ampiamente pagato, per oltre 30 anni, il suo debito con la giustizia per degli errori commessi in passato.
Certi della Vostra attenzione, rimaniamo a disposizione per qualsiasi tipo di chiarimento e per l’occasione si
porgono distinti saluti.
Avvocato Antonio Miraglia
MONDRAGONE (g.g.) – Gentile avvocato Miraglia. Intanto la ringraziamo per averci scritto, manifestando apprezzabilmente, in maniera molto civile, il suo pensiero sulle vicende giudiziarie relative al signor Romualdo Martella da Mondragone.
Noi abbiamo pubblicato la sua richiesta di replica in maniera integrale, come facciamo sempre, sia quando riteniamo di aver ragione, sia quando pensiamo di aver commesso degli errori, sbagliando, perché, seppur molto bravi, non siamo certo infallibili.
Se abbiamo capito bene, la sua iniziativa è stata stimolata da un articolo che questo giornale ha pubblicato stamattina e che racconta di un episodio, tutt’altro che trascendentale, che ha visto come protagonista un componente della stessa famiglia, specificatamente Romualdo Martella (junior), 22 anni, nipote del Romualdo Martella 76enne, suo assistito.
Lei non entra nel merito dell’episodio che riguarda Martella junior, ma chiede che emerga con chiarezza che Martella senior non ha mai ricevuto alcuna condanna per il reato di truffa compiuta ai danni dell’Inps e che dunque ciò danneggia la sua immagine, l’immagine di un uomo che – aggiunge sempre – ha compiuto degli errori in passato, ma ne ha pagato le conseguenze, saldando ogni debito contratto con la giustizia.
Sicuramente l’avvocato Miraglia questa cosa della condanna l’avrà letta da qualche parte. Da noi di CasertaCE sicuramente no.
Addirittura in un titolo abbiamo dedicato attenzione all’attuale status del Martella, facendo una cosa che nessun altro giornale, definendolo “ex ras“, dando quindi pieno riscontro a ciò che l’avvocato Miraglia dice, relativamente al fatto che il suo assistito abbia saldato il suo debito con la giustizia.
Di condanna non c’è traccia nei nostri articoli. Scusi se ci alteriamo proprio un pelino, ma noi, avvocato, siamo CasertaCE.
Ma ha mai letto i nostri articoli di approfondimento delle grandi inchieste realizzate dalla Direzione distrettuale antimafia e che hanno dato la stura alle ordinanze in termini di applicazione di misure cautelare limitative della libertà personale di centinaia e centinaia di indagati?
Evidentemente no. Altrimenti l’ultima cosa che avrebbe pensato sarebbe stata quella relativa ad un nostro errore troppo marchiano per essere realizzato in questa redazione.
La presunta truffa ai danni dell’Inps è scritta negli atti giudiziari della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere, pubblico ministero Sergio Occhionero, che, al momento, da poco conclusasi con la notifica a 30 persone di altrettanti avvisi di conclusioni delle indagini preliminari, ai sensi dell’articolo 415 bis del codice di procedura penale.
Lei stesso, avvocato Miraglia, da difensore, avrà dovuto valutare, nei giorni immediatamente successivi a questa notifica, recapitata anche al suo cliente Romualdo Martella, se avvalersi o meno della facoltà difensiva di chiedere di sottoporre l’indagato ad un interrogatorio finalizzato a chiarire la sua posizione entro 20 giorni dalla chiusura indagini, oppure presentare delle memorie difensive o elementi a discapito.
CasertaCE ha scritto tre articoli riguardanti il Martella. Quello di stamattina, che lo sfiora di striscio e che comunque ne definisce correttamente lo status giudiziario rispetto all’indagine della procura sammaritana, CLICCHI E LEGGA, il secondo, datato 18 marzo scorso, in cui diamo notizia della notifica dell’avviso della conclusione indagini svolte sulla presunta truffa all’Inps anche al signor Romualdo Martella e, infine, quello del 24 gennaio nel quale pubblicavamo per la prima volta i nomi dei 30 indagati, tra i quali c’era anche quello di Martella, insieme ad altri esponenti o ex esponenti del clan La Torre, cinque su trenta.
In nessuno di questi tre articoli abbiamo mai scritto, avvocato Miraglia, che al suo assistito sia stata inflitta una condanna.
E figuriamoci, noi conosciamo bene la procedura penale e sappiamo bene che tra un avviso di conclusione indagini – che vale anche come informazione di garanzia – e il momento di un’eventuale sentenza di primo grado, possono trascorrere anche due anni, visto che con 30 indagati e con i problemi che le cancellerie delle procure hanno, già la fase di acquisizione di interrogatori chiesti dalle persone coinvolte o anche la presentazione di memorie difensive eccetera richiede un tempo lungo, probabilmente di diversi mesi. Tanto è vero che al momento, siamo arrivati a fine aprile, non abbiamo alcuna notizia, né una richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Occhionero, né di una o più richieste di archiviazione.
Semplicemente perché, come si suol dire, stanno camminando la carte sopra e sotto. E siccome questi sono trenta occorrerà ancora qualche mese per arrivare alla decisione del pm che, in caso di uno o più richieste di rinvio a giudizio e dunque di transito di chi ne è oggetto dallo status di indagato a quello di imputato, dovrebbe essere fissata l’udienza preliminare (che con la riforma Cartabia è divenuto momento con esito molto più incerto rispetto al passato) e solo alla fine di questa si potrebbe arrivare ad un rinvio a giudizio, con contestuale fissazione della data della prima udienza del processo con rito abbreviato, fermo restando la facoltà di ognuno degli imputati di chiedere l’accesso al rito abbreviato.
Questo giusto per precisare, avvocato Miraglia, che anche noi possiamo compiere degli errori, ma questo succede, soprattutto nella materia della cronaca giudiziaria, molto, ma molto raramente. E questa volta non è successo.
Gianluigi Guarino, direttore responsabile di casertace.net