La Domenica di don Galeone: “Gesù, asceso al cielo, è con noi tutti i giorni. Cosa significano queste parole?”
21 Maggio 2023 - 09:58
Ascensione del Signore ( A ) ✶ Solennità 21 maggio 2023
Io sono con voi tutti i giorni!
Iniziamo con una domanda: chi di noi sarebbe contento di perdere il padre o la madre o l’amico? Davvero possiamo rallegrarci della scomparsa di Gesù? Dobbiamo sforzarci di capire, perché le verità del cristianesimo non si comprendono subito e tutte con il sale del battesimo, o con le risposte del catechismo, ma esse si assimilano lentamente, con il trascorrere del tempo, e soprattutto in compagnia del dolore. Se una madre si ritrova il figlio morto tra le braccia, con maggiore facilità potrà comprendere il dolore di Maria ai piedi della croce; se un amico ha fatto l’esperienza di sentirsi tradito e abbandonato dagli amici, con maggiore facilità potrà comprendere il dolore di Gesù abbandonato e tradito da Giuda; solo ad una certa età comprenderemo meglio il mistero della Trinità, forse quando diventeremo più padri o più madri; infine, quando vedremo il nostro corpo sempre più vecchio e malato, avvizzito e cadente fino alla morte, allora con maggiore facilità comprenderemo queste parole “Credo nella vita eterna, nella risurrezione dei morti”. Così avviene per la festa dell’ascensione: è falso fare festa senza prima avere sofferto il dolore del distacco. È preferibile la durezza di cuore e l’ignoranza degli apostoli: sono gente povera, che almeno confessa di non avere compreso; noi invece fingiamo tutti di credere con il risultato che nessuno crede più. Gli apostoli avevano avuto il più bravo professore di religione, il più convincente predicatore; erano vissuti tre anni con Gesù, giorno e notte. Ebbene? Non capivano niente, chiedevano spiegazioni delle parabole più semplici, interpretavano nel modo più materiale le dottrine più spirituali. All’evidenza della risurrezione si sono dovuti arrendere, quasi per forza; davanti al distacco dell’ascensione sono rimasti a bocca aperta, crollavano tutte le loro speranze! Ci consola pensare che almeno gli apostoli non hanno finto di credere; sono stati sinceri, e per questo sono stati capaci di cambiare, perché ogni loro passo in avanti era reale, come reale era stata la loro delusione.
Gesù, asceso al cielo, è con noi tutti i giorni. Cosa significano queste parole? Noi sappiamo bene che Dio è in cielo, in terra, in ogni luogo: egli è onnipresente. Che Dio sia nei cieli significa solo che Dio è infinitamente diverso da noi. Il cielo non è uno spazio o un luogo ma è uno stato di grazia, è il paradiso, è Dio stesso. Sicché “andare in cielo … andare in paradiso” significa stare con Dio. Non si tratta di un movimento spaziale, astronautico, astrofisico, ma di una “ascensione”, di una “estensione” di amore: Gesù, proprio perché è “salito”, può raggiungere e salvare sempre tutti: “Mi è stato dato ogni potere!”. Ecco perché l’ascensione è una festa: mentre prima Gesù-uomo, per le necessarie leggi spazio-temporali, poteva essere presente solo in Palestina, parlare a pochi, guarire pochi … ora invece Gesù-risorto e asceso può raggiungere tutti grazie alla sua ubiquitante capacità salvifica. Dobbiamo smettere di parlare e ragionare in termini di geografia astronomica, e iniziare a riconoscere questo Dio presente dappertutto: “Io sono con voi tutti i giorni!”.
La chiusura più bella dei quattro vangeli è, senza dubbio, quella di Matteo, che ci consegna le ultime parole di Gesù: “Sono con voi tutti i giorni!”. Poi incoraggia gli apostoli con due parole, che sono come due sacramenti: “Andate! Ammaestrate!”. Missione e insegnamento! Immagino gli apostoli che si alzano, e via, in cammino per il mondo. Ma la tentazione, loro e nostra, è quella di girarci indietro. Ed ecco la frase capolavoro, lo squillo di tromba che sprona ogni cristiano: “Io sono con voi tutti i giorni!”. Ogni paura è vinta!