MARCIANISE. Pettegolo e pusillanime c’è un tizio anonimo su Facebook che dice però cose fondate sul conflitto di interessi degli assessori Stefano Farro e Antonio Golino. Per quel che riguarda poi Pasquale Salzillo…

10 Giugno 2023 - 16:59

In calce al nostro articolo il post dell’anonimo Marco De Bellis, sicuramente un profilo fake che scrive anche di noi ma a cui noi rispondiamo solo perché, da liberali, illuministi-positivisti, focalizziamo la nostra attenzione sui concetti, sui fatti, sui contenuti dei racconti, indipendentemente dall’identità o dalla non identità di chi li eroga. Se è vero quello che dice di Farro, è in diretta continuità con il modello Velardi-Rossano, non ne parliamo proprio poi del velardiano Antonio Golino che ha un patronato e fa l’assessore ai Servizi sociali.

MARCIANISE (g.g.) Il conflitto di interessi è un istituto giuridico che ballonzola tra il diritto privato e il diritto pubblico, tra il Codice civile barra Codice di procedura civile e il codice amministrativo, considerando come parte costitutiva della trattazione sul tema la copiosissima giurisprudenza in materia, espressa dai tribunali, ma anche da quelle authority, genuinamente amministrative, che regolano il sistema economico per garantire concorrenza e pari opportunità e per impedire quel trust generatore di conflitti di interesse.

Se, dunque, questo fondamentale istituto giuridico non è materia di diritto penale, allora è chiaro che si tratta di un qualcosa di più sfumato, rispetto ad un reato perseguibile attraverso l’esercizio dell’azione penale, così come indica solennemente la Costituzione italiana. Non essendo tale, non si può ragionare, quando si parla di conflitto di interesse, in termine di bianco e nero, di Cristo ed anticristo, di bello o di brutto. Ci sono, infatti, le sfumature e anche le mezze misure. E allora, non può essere considerato un eccesso di zelo moralista il nostro sopracciglio che si alza di fronte alla nomina di Stefano

Farro alla carica di super assessore ai Lavori pubblici e all’Urbanistica.

Abbiamo rubricato il conflitto di interessi e abbiamo detto che non è una questione netta, da Codice penale. Non essendo tale, appartiene molto alla valutazione politica e anche alla valutazione critica che un organo di informazione come il nostro ritiene di avere il diritto, ma soprattutto il dovere di esercitare. Marcianise è reduce da anni in cui l’assessorato tecnico-pianificatorio è stato retto dall’architetto Tommaso Rossano. Uno dei rilievi che questo giornale ha espresso più volte nei suoi confronti, è che lui ha fatto convivere la carica istituzionale, quella di assessore di tutti i marcianisani, di tutti gli ingegneri, di tutti gli architetti e di tutti i geometri di Marcianise, con una funzione privata e privatistica, che è sopravvissuta sempre al di là delle formali rinunce a mettere la propria firma sotto a progetti griffati, però, da tecnici a lui vicini o vicinissimi, riproponendo un teatrino molto di moda nei nostri Comuni, quello dei prestanome.

Il tal signor Marco De Bellis che rinverdisce l’usanza di una città che si è riscoperta pettegola, un po’ codina e un po’ codarda, evidentemente con tanti scheletri negli armadi da impedire la manifestazione delle identità social di molta parte della popolazione indigena.

Il tal De Bellis in questione ha scritto, nei giorni scorsi, un interessante post pubblicato nel noto gruppo Facebook “Erezioni marcianisane”, che contiene anche un appello al sottoscritto: “Gianluigi Guarino, che fa, dorme?”.

Intanto tu, De Bellis, lo puoi chiamare Gianluigi Guarino proprio perché non hai mai letto un articolo su Marcianise con l’uso della firma di uno pseudonimo. Gianluigi Guardino può dire anche un milione di cazzate, ma è sempre meglio di te che non ci metti la faccia, che fondamentalmente non hai le palle per farlo.

Detto questo, però, la dottrina liberale a cui Gianluigi Guarino si è abbeverato e si abbevera, non può non riconoscere che tu, De Bellis, poni delle questioni interessanti ed anche significativamente fondate. Parli, infatti, di conflitto di interessi e fai capire, nonostante continui ad avere la strizza al culo che ti impedisce di fare i nomi e i cognomi – chissà perché – hai paura, che Stefano Farro, che tu chiami “C’è chi…” avrebbe decine e decine di cantieri edili aperti sul territorio di Marcianise e, nonostante ciò, “piglia la delega i Lavori pubblici”.

Ora, se questa non è una balla, e, al contrario, è vero, fermo restando ciò che al buon De Bellis ho scritto all’inizio di questo articolo, il fatto che il concetto – noi liberali ragioniamo cosi – l’abbia espresso un fake di Facebook, oppure Francesco Schiavone Sandokan, oppure Bidognetti, oppure il nuovo mostro Alessandro Impagnatiello, oppure la reincarnazione di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Sandro Pertini o Papa Francesco, non fa alcuna differenza. Il concetto è quello e ne vanno valutati i contenuti, il senso, che contano molto di più dell’identità del mittente, avendo noi spalle larghissime per valutare se siamo di fronte a notizie più o meno infondate.

E allora all’ingegnere Farro che, tra le altre cose, reca un cognome che evoca un cereale molto utile per la salute, vogliamo chiarire quanti e quali cantieri, quanti e quali permessi a costruire, ascrivibili a lui direttamente o anche indirettamente, attraverso firme di tecnici a lui legati, sono stati presentati all’Ufficio tecnico del Comune di Marcianise negli ultimi 5 anni, facciamo 10. Ripetiamo, direttamente, ma soprattutto indirettamente, perché, della serie nun ce provà, noi ci mettiamo un solo minuto per individuare e imputare il prestanome di turno.

Una volta che Farro avrà esaurito questa complicata operazione, occorrerebbe un “trust buono”, che sta al trust cattivo, quello che costruisce e protegge fondamentalmente i conflitti di interesse, come il colesterolo buono sta al colesterolo cattivo e azzerare ogni rapporto pregresso con questo o quell’altro progetto. Ma come si può ben comprendere, tutto ciò è maledettamente complicato e dunque il buon Gianpiero Zinzi bene avrebbe fatto a indicare quale assessore ai Lavori pubblici o all’Urbanistica un bel professore di Lettere, italiano, storia e geografica, in grado però di misurarsi con la lettura di documenti complessi, con la normativa sui Lavori pubblici e sull’Urbanistica. Insomma, una mente illuminata, in grado di apprendere in tempi accettabili, in modo tale che il rapporto datatissimo, collaudatissimo ed efficientissimo tra Pasquale Salzillo, geometra di successo, e l’attuale dirigente dell’Ufficio tecnico di Marcianise Angelo Piccolo, quello che ha preso in giro tutti, facendo credere che lui stesse facendo il possibile per fronteggiare e debellare l’abuso illegale che l’allora sindaco Antonello Velardi aveva fatto nella sua abitazione di viale Kennedy, non prenda il sopravvento, come pare stia già succedendo in questi primi giorni di amministrazione attiva. Perché – avviso ai naviganti -, caro geometra Salzillo, è in atto una fase di nostro controllo su qualche profferta inoltrata a titolari di permessi a costruire ancora da perfezionare affinché decidano di privarsi dei servigi di un tale studio professionale, magari appartenente alla vecchia filiera velardian-rossaniana, scegliendo, invece, i servigi di studi professionali vicini alla sfera di conoscenza e forse anche di influenza del Salzillo. Siccome ci conosciamo bene da 20 anni, caro geometra, facciamoci il segno della croce all’inizio, perché già nel 2001, nel 2002, nel 2010, 12 e 13 il sottoscritto era costretto ad occuparsi di certi incroci pericolosi tra potestà amministrativa e interessi privati.

Spero che ci siamo capiti, a buon intenditor. Poi magari te lo vengo anche a dire di persona, mercoledì, in consiglio comunale, così siamo tutti più tranquilli e possiamo iniziare il percorso di questa consiliatura in reciproca letizia. Insomma, non sbaglia De Bellis nel dire che forse non era il caso che Stefano Farro fosse nominato assessore ai Lavori pubblici e all’Urbanistica. E non sbaglia neppure ad scrivere che non era il caso che Antonio Golino, titolare di un patronato, diventasse il nuovo assessore ai Servizi sociali. In questo caso, il conflitto di interessi è incorporato. Però, siccome lo ha indicato Antonello Velardi, allora il sindaco Antonio Trombetta, che non a caso nominiamo alla cinquantesima riga di questo articolo, avrebbe potuto anche dire a Gerardo Trombetta e a Velardi che, o sceglievano un’altra persona per l’assessorato ai Servizi sociali, oppure se la nomina di Antonio Golino rappresentava per loro una questione di vita o di morte, l’unica delega che non avrebbe potuto ricoprire, era proprio quella ai Servizi Sociali. Perché, se da un lato questo sindaco ci appare un po’ stralunato, assente, nella gestione di certi meccanismi complessi e delicati, e dunque, è anche possibile che abbia firmato queste deleghe senza rifletterci più di tanto sopra, ma quelli là, cioè Farro e Antonio Golino, ci hanno pensato bene.

La domanda nasce spontanea: De Bellis ha ragione o, al contrario, spara una cazzata nel momento in cui afferma che l’assessore con delega agli Asili Nido, dunque, aggiungiamo noi, proprio Antonio Golino, annovera dei suoi familiari tra i dipendenti dell’asilo nido? Perché se è vero, e lo accerteremo facilmente, questo, a casa nostra, in un luogo in cui conserviamo i libri della legge con religiosa dovizia e attenzione intransigente, non si può fare, perché rientra in quell’istituto del conflitto di interesse che, malauguratamente, le leggi italiane trattano con troppa superficialità e con troppa faciloneria nelle poche norme esistenti in merito alle incompatibilità parentali.

Caro De Bellis, se vuoi andare d’accordo con me e con noi di Casertace, palesati. Altrimenti, altri calci in culo a go go, come li hanno presi in passato i vari Ciccio Franco, Anonimus e codardi assortiti in formato social.