S. MARIA.C.V. Il dirigente del Comune legge finalmente CasertaCe e firma l’ordinanza di abbattimento del cancello e delle opere costruite dall’imprenditore Merola in piazzetta Malatesta e in via De Carolis

25 Agosto 2023 - 13:45

Al quarto nostro articolo, uscito lo scorso 21 agosto, in contemporanea con una finalmente completa richiesta da parte dell’opposizione, l’architetto Riccio non ha potuto tirarsi indietro. Ma una cosa pure se l’è dimenticata. Ecco quale. QUI SOTTO LA SUA ORDINANZA FIRMATA IERI, IN CALCE ALL’RTICOLO I 4 ARTICOLI DA NOI DEDICATI ALLA VICENDA

CLICCA QUI PER LEGGERE L’ORDINANZA DI RICCIO

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g) Per qualche annetto, abbiamo dovuto abbandonare la trattazione sistematica, costante e continua delle cose relative all’amministrazione della città di Santa Maria Capua Vetere, città, che soprattutto al sottoscritto, è rimasta però sempre nel cuore, in quanto legata al ricordo di una operazione editoriale sontuosa, tale lo dicono i numeri delle vendite di quel tempo, degli anni 2003, 2004 e 2005 soprattutto, quando il Corriere di Caserta da me diretto passò, nella città del foro, da una vendita media di 350 copie al giorno a superare ampiamente le mille copie con punte addirittura di 1500 copie di domenica, senza considerare le giornate con fatti di cronaca nera molto significativi in cui si schizzava tranquillamente oltre quota 2mila.

Li, a Santa Maria fui molto poco direttore e molto di più cronista per cui maturai una serie di conoscenze di tipo sociale, economico, politico e antropologico, che fecero di questa città il posto della provincia di Caserta più conosciuto e, perchè no, anche più frequentato da me.

Per cui, anche con CasertaCe, me ne sono e ce ne siamo occupati molto. Ma negli ultimi 3 anni per motivazioni di tipo organizzativo, ho dovuto e abbiamo dovuto mollare. Ritornando, come si suol dire, sul pezzo visto che l’idea mia è stata sempre questa, ho trovato e abbiamo trovato una situazione finanche peggiorata rispetto a quella che avevamo lasciata. La vicenda che abbiamo trattato nelle ultime settimane, relativa ai lavori, compiuti dall’imprenditore Merola, in affaccio alla Piazzetta Malatesta rappresentano, probabilmente, solo la punta di un iceberg. Siamo lieti, allora, di ritornare ad essere utili nella lotta per una legalità che è tale solo se parte dalle piccole cose, dai piccoli casi.

La vicenda del cancello di Merola, del suo muro e di tutti i lavori che questo imprenditore ha compiuto in eccedenza al solo intervento, il sottotetto abitabile, risultato dalle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, hanno costituito il contenuto di un racconto a cui abbiamo dedicato quattro articoli, che potrete leggere nella loro versione integrale in calce a questo.

La novità è rappresentata dall’atto di resipiscenza compiuto dal dirigente dell’ufficio tecnico – area lavori pubblici – Gennaro Riccio che, nella giornata di ieri, dopo aver letto, evidentemente e finalmente un articolo di questo giornale, (l’ultimo) ha fatto marcia indietro e ha compreso il clamoroso errore compiuto quando, di fronte alla richiesta di chiarimenti, presentata dai consiglieri comunali di opposizione Raffaele Aveta e Italo Crisileo, aveva scritto, in maniera sconcertante, che Merola stava compiendo quei lavori per effetto di un permesso a costruire ottenuto nel 2009, cancellando dalla sua memoria, ma soprattutto dalla memoria della città che quel permesso, ottenuto dall’amministrazione Giudicianni, in deroga al prg vigente, era stato revocato nel 2011 dall’amministrazione Di Muro la quale aveva ottenuto piena, completa ragione sia dal Tar della Campania che dal Consiglio di Stato, a cui Merola si era rivolto, impugnando (inutilmente) l’atto di revoca dell’amministrazione comunale.

Non sapremo mai se Gennaro Riccio ignorasse comunque colpevolmente la storia di quel permesso a costruire o se, come si suol dire – e sarebbe molto più grave – ci abbia provato a buttarla li per fare in modo che quei lavori continuassero.

Fatto sta che Gennaro Riccio ha firmato un’ordinanza in cui scrive testualmente: “accertato che l’immobile, progetto di demolizione, identificato al N.C.U. al foglio 14 part. 6133, subalterno 1, cat. C/1 classe 6, consistenza 95 mq, intestato a Maria Pacilio, residente a Santa Maria Capua Vetere, e che lo stesso consiste nella demolizione di un locale sito al piano terra a destinazione commerciale (il famoso bar n.d.d.) delle dimensioni in pianta 14, 50 m. x 7,25 m., con un’altezza media interna pari a 3,42 mt, nonchè il ripristino del muro di cinta dell’apertura del locale su via Ugo De Carolis.”

Al dirigente Riccio bisogna riconoscere l’atto di onestà intellettuale e materiale. E, quindi, gli possiamo perdonare, sempre che rimedi immediatamente, un altro errore omissivo, sicuramente una dimenticanza, compiuto nella sua ordinanza, che, da un lato ha per l’appunto, ordinato il ripristino di muro di cinta di via Ugo De Carolis, dall’altro lato ha dimenticato di ordinare il ripristino dell’altro muro, pure privatamente e illegalmente edificato dai Merola-Pacilio, in piazzetta Malatesta.

Avendo registrato il comportamento di Merola, il quale di fronte a una sentenza del Consiglio di Stato, sottolineiamo del Consiglio di Stato, ha fatto il finto tonto, aprendo il cancello, si può ritenere che se non gli sarà ordinato in maniera chiara e perentoria, difficilmente andrà a ripristinare il muro su piazzetta Malatesta.

Suvvia, un altro piccolo sforzino, architetto Riccio, e la legalità sarà almeno per quanto riguarda questa vicenda, pienamente ripristinata. Per quanto ci riguarda, se proprio questa città ha necessità che al raggiungimento dei suoi standard di legalità serve CasertaCe, noi qualche ulteriore sforzo lo faremo per essere presenti il più possibile.

CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO PRIMO ARTICOLO DEL 24 LUGLIO

CLICCA QUI PER LEGGERE IL SECONDO ARTICOLO DEL 26 LUGLIO

CLICCA QUI PER LEGGERE IL TERZO ARTICOLO DEL 4 AGOSTO

CLICCA QUI PER LEGGERE IL QUARTO ARTICOLO DEL 21 AGOSTO