Appalti delle Ferrovie nelle mani dei Casalesi: processo diviso a metà tra due tribunali
25 Ottobre 2023 - 19:04
La decisione del giudice Meccariello.
CASAL DI PRINCIPE. Definite le competenze territoriali per il procedimento penale sulle infiltrazioni dei casalesi negli appalti delle Ferrovie. Il processo viene, dunque, diviso in due tronconi. A stabilirlo, dopo le istanze dei vari legali e la decisione della Cassazione di rinviare al tribunale di Napoli tutti gli atti, oggi è arrivata la disposizione della terza sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Giuseppe Meccariello.
A Santa Maria Capua Vetere, dunque, si procederà per il reato di associazione a delinquere per Nicola Schiavone, Vincenzo Schiavone, Nicola Puocci, Vincenzo Apicella, Francesco Salzillo, Gennaro Diana, Salvatore Diana, Giancarlo Diana, Vincenzo Diana, Luigi Diana, Mario Diana, Luigi Schiavone, Luigi Schiavone, Fioravante Zara, Mario Zara, Giuseppe Fusco, Luigi Belardo, Angelo Massaro, Antonio Petrillo, Luigi Petrillo. Nel troncone sammaritano restano anche i reati di autoriciclaggio e trasferimento di valori per Caterina Coppola.
Il troncone napoletano si occuperà, invece di reati quali l’intestazione fittizia, la corruzione, la turbativa d’asta, il favoreggiamento, l’autoriciclaggio, il trasferimento fraudolento di valori, l’estorsione. Questi reati vengono contestati a Nicola Schiavone, Vincenzo Schiavone, Carmelo Caldieri, Luca Caporaso, Vincenzo Bove, Ciro Ferrone, Carlo Pennino, Pierfrancesco Bellotti, Giuseppe Russo, Massimo Iorani, Paolo Grassi, Nicola D’Alessandro, Leonardo Lo Iacono, Luciano Lo Iacono, Mattia Errico, Francesca Filosa, Luigi Palma, Umberto Di Girolamo, Crescenzo De Vito, Mario Filosa, Stefania Caldieri, Vincenzo Caldieri, Giuseppe Buonvino, Konstandina Balanos, Simone Del Dottore, Debora Scacco, Vincenzo Calà, Francesco Chianese, Matteo Casertano, Giuseppe Febbraio.
Figura chiave dell’inchiesta è Nicola Schiavone, considerato prestanome di Francesco Schiavone, alias Sandokan, capoclan dei Casalesi, che è stato anche padrino al battesimo del suo primogenito. Secondo gli inquirenti, Nicola Schiavone avrebbe stretto contatti con figure apicali di Rfi in qualità di consulente delle ditte e grazie agli accordi col capoclan. Il cartello camorristico del Casertano avrebbe così messo le mani su diversi appalti in cambio di mazzette e regali, tra questi ultimi la vacanza di lusso in costiera offerta a Massimo Iorani, ex dirigente Rfi.