LE INTERCETTAZIONI. Alè, il sindaco Andrea Pirozzi promette senza vergogna due appalti “riparatori” ai fratelli Corvino di Casal di Principe. E la vice Veronica Biondo parla con Gennaro Iannone e gli spedisce un pacco dono
17 Novembre 2023 - 09:56
Due gli stralci pubblicati integralmente oggi in calce all’articolo con cui li sintetizziamo e in parte li commentiamo. Il primo riguarda il rapporto tra la vicesindaca, il pluripregiudicato Gennaro Iannone e sua moglie Caterina. Il secondo va a chiudere la lunga trattazione, in tre parti, da cui si comprende che il sistema degli appalti di Santa Maria a Vico era totalmente minato dall’illegalità. Peraltro, ci sono alcuni spunti da cui si capiscono certi trucchi che vengono sistematicamente applicati negli Uffici tecnici della maggior parte dei comuni della provincia di Caserta, ugualmente afflitti dal gravissimo virus della corruzione. Una frase rivelatrice dei due Corvino rivolta al sindaco Pirozzi: “Neppure una scorza di melone ci hai restituito”. Perché, aggiungiamo noi, il primo cittadino aveva qualcosa da restituire ai due imprenditori?
SANTA MARIA A VICO (g.g.) Prima di addentrarci nell’ultimo segmento, nell’ultima porzione della lunga intercettazione delle conversazioni tra il sindaco di S. Maria a Vico, Andrea Pirozzi e i due fratelli costruttori di Casal di Principe, Emilio e Pasquale Corvino, facciamo un piccolo intermezzo che può significare molto, ma anche poco.
In questo caso, ci devono soccorrere i cittadini di Santa Maria a Vico, perché devono essere loro a giudicare se sia normale, accettabile, come pure potrebbe essere, in considerazione delle cose di cui si parla, che la vicesindaca Veronica
Gennaro Iannone è pienamente aggregato alla squadra dell’amministrazione comunale in carica, com’è ampiamente dimostrato dalle intercettazioni, che CasertaCe ha fatto oggetto di un suo articolo pubblicato domenica scorsa (CLIKKA E LEGGI), nel quale si racconta di incontri in presenza, cioè diretti, cioè in carne ed ossa, tra il sindaco Andrea Pirozzi, l’assessore Marcantonio Ferrara, quello che ha raddoppiato i voti grazie all’accordo che egli stesso ufficializza con un tale “Raffaele”, che la Dda individua in Raffaele Piscitelli, iperpregiudicato detto “Il Cervinaro” e il citato Iannone, il quale parla in nome e per conto di Mimmariello, al secolo Domenico Nuzzo, il camorrista di rango più alto, al tempo libero, della camorra locale. Iannone fa parte dello staff e, alla presenza del sindaco Pirozzi, alla presenza dell’assessore Ferrara racconta loro la strategia per neutralizzare quel parente di Pasquale Crisci il quale tira calci da quando ha capito che non sarà candidato e che potrà essere ridotto tranquillamente a miti consigli con quei metodi che criminali incalliti come Nuzzo e Iannone ben conoscono e su cui non alludono neanche, al contrario, li esplicitano quasi, nei faccia a faccia con il sindaco.
Dunque, in questo clima di concordia, si capisce che il Iannone, che poi sarà assunto il successivo 28 agosto, riceve un dono, un pacco alimentare. La vicesindaca Veronica Biondo e la signora Caterina, in Iannone, prendono accordi, dopo che la prima ha dato tutte le spiegazioni richieste alla moglie di Gennaro Iannone. Lo stesso fa, direttamente con quest’ultimo. Il pacco alla fine arriva; non lo consegna la Biondo, che manda, invece, quello che nell’intercettazione che pubblichiamo in calce, prima di tutte le altre, riguardanti l’ultimo stralcio del confronto molto teso tra Pirozzi e i due costruttori casalesi Emilio e Pasquale Corvino, viene definito “un corriere”.
Andrea Pirozzi promette due super appalti agli incazzatissimi fratelli Corvino
Sono occorsi tre articoli per dedicare lo spazio giusto, lo spazio che merita l’estrema delicatezza e l’estrema gravità di questo documento giudiziario, per illustrare, con il corredo degli stralci integrali, le intercettazioni tra il sindaco di allora che, clamorosamente, è ancora il sindaco di oggi in quel di Santa Maria a Vico e i costruttori di Casal di Principe Emilio e Pasquale Corvino, fratelli e, rispettivamente, titolari della “Corvino Costruzioni sas di Corvino Emilio” e, il secondo, titolare della ditta individuale, con sede alla via Ruggiero, a Caserta, “Socea di Corvino Pasquale“, ambedue presenti nel registro delle imprese di fiducia del già citato comune di Santa Maria a Vico. Chi vuol leggere i due articoli precedenti può farlo CLIKKANDO QUI per il primo e CLIKKANDO QUI, per il secondo.
L’ultimo stralcio, quello odierno, ospita ancora una volta, il rammarico, che costantemente si trasforma in rabbia, dei due fratelli di Casal di Principe, i quali continuano a sentirsi scippati di un appalto che ritenevano matematicamente conquistato, grazie all’aggiustamento, grazie a una gara truccata per ordine de sindaco Andrea Pirozzi, che glielo aveva promesso. E la loro rabbia cresce nel momento in cui si sentono sicuri che quella gara, riguardante la riqualificazione del tratto della statale Appia ricadente all’interno del Comune di Santa Maria a Vico, sia stata truccata lo stesso, ma a favore di altri imprenditori di Casal di Principe, quelli appartenenti alla famiglia Caprio, con tanto di fiocco legato dal dirigente dell’Ufficio tecnico, Valentino Ferrara, e con tanto di blindatura, anche rispetto ad un eventuale ricorso al Tar, delle ditte soccombenti, attraverso l’espediente del controllo, da parte di chi la gara è stato designato già da prima a vincerla, delle prime due, o addirittura tre imprese classificate.
Il sindaco Pirozzi cerca di guardare oltre e assume degli impegni concreti, espliciti, affinché i Corvino possano conquistare un’altra gara, quella riguardante le opere di messa in sicurezza rispetto al rischio idrogeologico, con importo da due milioni e mezzo di euro. Questo stralcio dell’intercettazione evidenzia quanto, in quel periodo, il dirigente Valentino Ferrara contasse all’interno della struttura comunale sammaritana. I Corvino lo minacciano, dicono al sindaco che se non fosse per lui, “gli farebbero uscire gli occhi di fuori”. Pirozzi cerca di calmarli. Ammette che ogni accordo per aggiustare una gara vada preso insieme al dirigente. Per cui, vuole organizzare assolutamente un incontro tra Ferrara e gli stessi Corvino, in modo che, inerentemente alla gara per il dissesto idrogeologico, non si registri nessuna sorpresa. I due di Casal di Principe sono un po’ stupiti e anche un po’ increduli, perché ritengono che tutto sommato un sindaco, nel momento in cui un dirigente disobbedisce ad un’indicazione del primo cittadino, debba rimuoverlo (“lo prendi con un braccio e lo cacci fuori”). Pirozzi, però, spiega ai due che lui ha assolutamente bisogno della presenza di Valentino Ferrara, abile come nessuno a intercettare i finanziamenti. “Mi è arrivato il decreto per 9 plessi scolastici.. l’unico Comune che ha preso il 100%”. Un merito, questo, ascrivibile solo e solamente alle capacità di Valentino Ferrara.
Pirozzi ha un piano ben preciso: l’incontro con Ferrara dovrà avvenire dopo che i due Corvino avranno incontrato il progettista, un non meglio precisato professore universitario che, ovviamente, dovrà manipolare il suo lavoro, adattandolo a quella che poi dovrà essere l’offerta migliorativa che i due casalesi formuleranno in una procedura che, aggiungiamo noi, presumibilmente sarà quella della “offerta economicamente più vantaggiosa”.
C’è poi anche la possibilità di mettere in lizza Emilio e Pasquale Corvino in un altro appalto, quello relativo alla ristrutturazione del Complesso Aragonese.
Di questa ultima parte della conversazione, ci piace sottolineare, in quanto la riteniamo molto importante, l’uso di una parola ben precisa, nell’esposizione di una metafora folkloristica da parte dei Corvino: “Neanche una scorsa di melone ci hai restituito”. Ci chiediamo e ce lo chiediamo noi di CasertaCE: perché Andrea Pirozzi doveva restituire almeno una scorza di melone ai fratelli Corvino? Restituire significa che uno ha avuto qualcosa. E diciamocela tutta, l’analisi attenta del testo di queste lunghissime intercettazioni tra il Pirozzi e i due fratelli costruttori di Casal di Principe, lascia una traccia evidente, determina il sospetto non lieve che questi Corvino abbiano in passato dato qualcosa ad Andrea Pirozzi. Cosa? Non lo possiamo dire. Perché questa costituirebbe una deduzione fondata sul nulla e non su una sensibilità acquisita da una lettura di migliaia e migliaia di parole messe in fila.
LA CONVERSAZIONE TRA VERONICA BIONDO, GENNARO IANNONE E SUA MOGLIE CATERINA.
LE INTERCETTAZIONI TRA IL SINDACO ANDREA PIROZZI E GLI IMPRENDITORI DI CASAL DI PRINCIPE, EMILIO E PASQUALE CORVINO