MARCIANISE PROVINCIA DI MONDRAGONE. Il sindaco Antonio Trombetta sul Consorzio idrico-Itl spa consegna, con una telefonata “malandrina”, la città a Giovanni Zannini. TUTTI I DETTAGLI CIFRA PER CIFRA

7 Dicembre 2023 - 19:30

Guardate, il discorso sulla nascita di una nuova maggioranza Scognamiglio-Iodice-Zinzi-Graziano-Salzillo-Zannini è estremamente serio, rigoroso e fondato su fatti difficilmente confutabili da un punto di vista politico. Il Consorzio idrico, oggi Itl spa, è come Dracula e continua a succhiare decine e decine di milioni di euro dalle casse del Comune che ne detiene la maggioranza delle quote e che non conta un tubo nella sua gestione dissennata, così come risulta dalla relazione dei revisori che accompagna il bilancio consolidato.

MARCIANISE (g.g.) – Nell’articolo da noi scritto sabato scorso, abbiamo concentrato l’attenzione su una vulgata molto solida riguardante il sindaco Antonio Trombetta. Con chi parli parli, ti dicono sempre che è un uomo buono, onesto, ecc. ecc. Cosa che noi non abbiamo mai messo in discussione, ma su cui abbiamo voluto scrivere un articolo riteniamo serio, che parte da un presupposto, scontato in tutto i resto del mondo, ma non in provincia di Caserta e a Marcianise in particolare, e cioè che un discorso è quello relativo alla valutazione di un uomo e di un professionista, altro discorso è quando la valutazione riguarda la stessa persona e lo stesso professionista quando egli esercita, indipendentemente dal suo status di persona fisica e, per l’appunto, di professionista, una funzione istituzionale. Questo ragionamento ha assorbito i due terzi dell’articolo in questione e vogliamo evitare che succeda anche oggi. Per cui, se qualcuno fosse interessato alla materia può CLIKKARE QUI

e leggersi quello che abbiamo scritto sabato.

Compulsati da questo tema, abbiamo un po’ trascurato il contenuto vero, importante e per molti aspetti dirimente della seduta del consiglio comunale svoltasi una settimana fa: l’approvazione del cosiddetto bilancio consolidato.

A dire il vero, l’unico intervento valido, esaustivo, concentrato effettivamente “sul pezzo”, è stato quello del consigliere comunale di minoranza Raffaele Delle Curti. Forse, proprio per questo, il sindaco Antonio Trombetta gli ha dato del pagliaccio. E’ accaduto non perché Trombetta sia uno abituato all’insulto, ma perché ha già assorbito, in tutto e per tutto, una scala di valori che invece di andare dal basso verso l’alto, va dal basso verso il… più basso ancora. E allora, se uno disturba il manovratore o i manovratori, i quali vogliono e puntano alla pochezza, alla scarsezza dei contenuti elaborati ed espressi in un consiglio comunale, non è un politico degno da elogiare, ma da dileggiare. In pratica, questo è il mondo all’incontrario, che Trombetta ha già adottato senza pensare, come abbiamo già detto, che la conservazione della vanagloria di una fascia tricolore non vale la congiunzione della sua credibilità. Per cui, se un consigliere “è uno buono” è un pagliaccio, se il consigliere invece è un pagliaccio è considerato “uno buono”.

Insomma un mondo all’incontrario e i francesi avrebbero detto “deja vu”.

La relazione dei revisori dei conti

Ora entriamo un po’ nel merito.

Ma non lo vogliamo fare nemmeno noi, che magari nei confronti del mondo complicato, precisamente connotato di Giovanni Zannini nutriamo più di una perplessità, più di una diffidenza, diciamocela tutta, una netta avversione, ma non per Zannini inteso come persona, quanto per la connotazione del suo mondo. La guida valutativa del bilancio consolidato la affidiamo a un collegio dei revisori dei conti, eletto, manu miliari, dalla maggioranza, che ha selezionato e votato con la forza, seppur barcollante nei suoi numeri, il dottor Francesco Tartaglione alla presidenza di un collegio, formato da altri due componenti, nominati però, non dal consiglio comunale, bensì dalla Prefettura di Caserta.

Per cui, prima firma Francesco Tartaglione, questa è la chiusa, queste sono le conclusioni della relazione dell’organo di controllo sul bilancio consolidato: “L’organo di revisione, per quanto sopra esposto e illustrato, ai sensi dell’art. 239 comma 1 lettera d-bis del D.leg. 267/2000, ai fini dell’approvazione del bilancio consolidato 2022 del Comune di Marcianise, esprime un giudizio positivo condizionato nell’intesa che per i rilievi ed eccezione suo esposti si provveda entro il termine del 31/12/2023 a mettere in atto tutte le procedure utili a ripristinare nella contabilità dell’ente la reale consistenza delle Poste creditorie e debitorie, anche mediante gli opportuni cautelativi accantonamenti a fondo rischi e ove necessario a provvedere al riconoscimento del debito fuori bilancio; invita Inoltre l’ente ad attuare idonee procedure volte alla riscossione dei crediti e a monitorare ed acquisire periodicamente i dati contabili esercitando una attività di stimolo e controllo verso le partecipate, allo scopo di ottenere costantemente informazioni aggiornate anche attraverso periodici confronti con i rispettivi organi di controllo”.

Messa così la cosa, sembra un richiamo di ordine generale, che parte però dal presupposto che tutto ciò che ha connotato negli anni scorsi, ma anche negli ultimi mesi, il rapporto tra il Comune di Marcianise e le cosiddette partecipate, sia, per dirla alla Gino Bartali, tutto sbagliato, sia tutto da rifare. Noi siamo vecchi del mestiere e sappiamo bene che i revisori dei conti, nelle loro riserve, esprimono concetti che dovrebbero trovare coerente relazione con una bocciatura e non con un’approvazione, per l’appunto con riserva, dei documenti di contabilità e di quelli di programmazione economico-finanziaria dei Comuni. E’ l’eterno problema tra chi è riconoscente per aver ottenuto un incarico che gli permette di guadagnare quattrini grazie ad una designazione di tipo politico e la loro coscienza che li indurrebbe, se non ci fosse quel presupposto di riconoscenza, ad arrotolare tutte le carte di un bilancio facendo di loro un grande falò.

Ma quando i revisori parlano di partecipate, a quali enti si riferiscono?

Pagina 6, punto b della relazione: “La società Idrico Terra di Lavoro Itl spa con nota trasmessa protocollo n.19921 del 13/04/2023 ha asseverato il credito di 506.216, 00 euro. Il Comune all’atto dell’asseverazione e della nota informativa allegata al rendiconto 2022 riporta in contabilità un debito di 42.060,65 euro quale residuo per fatture presenti in contabilità, ma alla data di approvazione del consolidato risulta un residuo debito di soli 19.720,92 (è presente poi un accantonamento per passività potenziali nel risultato di amministrazione di 506.216,00 euro). Il credito dell’ente, come riportato nella nota informativa allegata al rendiconto di gestone 2022 del Secondo settore per Itl spa risulta pari a 2.516.885,68 euro; ma nell’allegato prospetto delle operazioni infragruppo aggiornato al 6 ottobre 2023 si rileva che il credito in base ai residui attivi dell’ente è pari solo a 833.524,80 euro. La differenza è da imputare a quanto di seguito specificato: 118.883,96 euro per canoni di fognatura; 140.174,42 euro per atto di precetto avv. Milo ove l’ente risulta terzo pignorato; 1.424.302,50 euro per la sentenza n.3865/2016 Corte di Appello di Napoli”.

E’ mai possibile che né il sindaco Antonio Trombetta, né alcun esponente della sua maggioranza abbiano avuto tempo e modo di leggersi, così come invece abbiamo fatto noi, che non pratichiamo la scienza occulta dell’ignoranza, questa parte della relazione redatta da revisori dei conti, presieduti da un professionista vicino all’amministrazione comunale e, in quanto tale, eletto con i soli voti della maggioranza?

Il Consorzio idrico, oggi Itl Terra di lavoro spa, per una trasformazione che noi di Casertace riteniamo, come abbiamo scritto e dimostrato decine di volte, illegale ed illegittima, continua ad essere una palla al piede per il Comune di Marcianise che ne ha rappresentato e ne rappresenta ancora, al di là di quei giochini relativi ai comparti, ai quadranti di cui Giovanni Zannini si è anche vantato, provando a minimizzare il peso del Comune oggi guidato da Antonio Trombetta, la quota di maggioranza relativa, il fulcro di riferimento di una proprietà comunque attestata al 26%.

Non lo diciamo noi, lo scrivono i revisori, utilizzando avverbi ed aggettivi che la dicono lunga su quello che loro pensano della gestione del consorzio, oggi Itl spa, e su quanto questa gestione danneggi le casse del Comune di Marcianise, facendo strage di pubblico danaro, erodendo ed elidendo i crediti che da 2.516,885 euro passano a “soli” (questo è l’aggettivo usato dai revisori) 883.524,80 euro. Passi pure per il canone relativo al servizio fognario, pari a 140.174 euro, ma 1.424.302 euro e 50 centesimi è pari a quasi 3 miliardi delle vecchie lire. Ma non è possibile subire pignoramenti presso terzi uno dietro l’altro, questa volta di 140,174 euro e 42 centesimi, operato dall’avvocato Milo in nome e per conto di non precisati creditori, perché questi soldi che il Comune dovrebbe versare al consorzio e che invece finiscono nelle tasche della montagna di creditori formata dalla mala gestio dell’ente intercomunale, vanno a detrimento degli investimenti consortili di cui il Comune di Marcianise dovrebbe avvantaggiarsi. Ma la cifra più clamorosa è quella di 1.424,302 euro e 50 centesimi. Possiamo capire perché il Comune di Marcianise li debba scucire, perché Pasquale Di Biasio direttamente e Giovanni Zannini indirettamente abbiano perso una non meglio precisata causa alla Corte d’Appello, riteniamo a questo punto vicina ai 5 milioni di euro, se Marcianise ne risponde per quasi un milione e mezzo, avendo il 26% delle quote?

Ci scusi l’espressione: ma, cazzo, sindaco Trombetta, è possibile che né lei, né nessuno della sua maggioranza, in forza anche di quello che i revisori il cui presidente è stato da lei eletto, hanno scritto, si sia alzato per dire “amici consiglieri, ci siamo informati e dalle nostre casse dobbiamo tirar fuori un milione e mezzo di euro perché Di Biasio e Zannini hanno perso questo processo, riguardante questa vicenda e questa materia, davanti alla Corte d’Appello. Ma a questo punto, ci conviene continuare a stare in questa Itl spa che mangia soldi più di una slot di Las Vegas?”. Diciamo pure che lei e i consiglieri della sua maggioranza siete convinti che a Marcianise convenga rimanere nel carrozzone, facendosi rappresentare oggi da una bravissima persona, chiamata simpaticamente “Ciak Video”, esperto in telefonini e non certo in gestione di un’azienda pubblica. Ma lei, una volta assodato che nel carrozzone ci volete rimanere, ha il dovere di spiegare perché ai cittadini di Marcianise conviene continuare a tirar fuori tutti questi quattrini per consentire al signor Giovanni Zannini di assumere la sua assistente alla Regione, colui che abbiamo definito Ciccio Formaggio di Aversa, al secolo Giovanni Innocenti – e il perché lo leggete CLIKKANDO QUI -, quell’altro di Sessa Aurunca, giusto per citare i casi più noti.

Sindaco, lei ci deve mettere la faccia davanti al consiglio comunale. E invece lei non è in grado neppure di dire che tipo di processo ha perso Itl spa al cospetto della Corte di Appello, per il quale il Comune di Marcianise oggi, non domani, dovrà scucire, come è scritto testualmente dai revisori, 1.424.302 euro e 50 centesimi.

La telefonata che iscrive Trombetta al movimento dei Moderati di Zannini e Bosco

Gira voce – e purtroppo lo dice più di un consigliere anche della sua maggioranza – che non sia stato Giovanni Zannini a dare la disponibilità affinché Nicola Russo si assentasse al momento del voto sul bilancio consolidato, ma sia stato lei, dando seguito politico al suo intervento con cui ha legittimato Zannini, al momento dell’apertura della sezione dei Moderati, a chiamare e a implorare il consigliere regionale in modo che Nicola Russo si assentasse. La vicenda è verosimile, e sa perché? Glielo diciamo subito: Raffaele Guerriero ha tradito il mandato elettorale, ma lo ha fatto in maniera lineare. In consiglio comunale, così come gli ha ordinato il suo capo Stefano Graziano, non è infatti venuto mai o quasi mai, rappresentandosi come una ciambella di salvataggio dei numeri della maggioranza. Nicola Russo, invece, non ha avuto lo stesso comportamento. Il più delle volte, ha rispettato il mandato elettorale ricevuto e ha votato con la minoranza. Lei, sindaco, lo sapeva bene che non sarebbe stato sufficiente chiedere a lui direttamente di assentarsi. E siccome si trattava di un voto dirimente, politico, anzi, dal grande significato politico, relativo alla posizione che il socio di riferimento di Itl spa assume sui conti e sulla gestione di questa società illegittima, che ha violato la legge non esibendo la fideiussione nei tempi previsti (CLIKKA E LEGGI il nostro articolo in proposito), ha chiamato Zannini garantendo a lui la piena adesione della sua amministrazione comunale ai metodi di gestione di ieri e di oggi del Consorzio Idrico e di Itl spa.

In questo tempo è tutto relativo, si butta ogni cosa a barzelletta. Ai tempi della vituperata Prima Repubblica, invece, se un sindaco partecipava in prima fila alla inaugurazione di una sezione di un partito di opposizione, intervenendo anche con microfono in mano, ciò avrebbe rivestito una grande importanza e avrebbe innescato un dibattito duro, forte sull’allargamento del perimetro di una maggioranza. E se lo stesso sindaco avesse chiamato lo stesso leader di un movimento politico presentatosi contro di lui, in modo che questo leader imponesse al suo consigliere comunale di assentarsi e di far quadrare i numeri sull’argomento che rappresenta oggi l’architrave del potere del consigliere regionale Zannini, ciò avrebbe determinato la sanzione ufficiale della nascita di una nuova maggioranza.

Per cui, il simpatico Nicola Scognamiglio, che spesso innesca il mio buonumore con i suoi compulsivi messaggini whatsapp, pronuncia delle autentiche boiate – ci permettiamo di dirlo con simpatia – quando afferma che lui è e sarà alternativo a Zannini, che sua moglie Maria Luigia Iodice è e sarà alternativa a Zannini. E lo stesso discorso vale per Gianpiero Zinzi, il quale pure dice magari, in maniera meno naif, di essere alternativo a Zannini.

Qualcuno ha scherzato sul nostro titolo dell’altro giorno, ma c’è poco da scherzare: il sindaco Trombetta, ormai un po’ per i rapporti del nipote Gabriele Trombetta, un po’ perché forse Zannini gli sta simpatico, ha scelto il partito, il movimento di cui far parte, fondato dal politico mondragonese e partecipato dal neo indagato Luigi Bosco. Antonio Trombetta oggi è un esponente dei “Moderati in azione” e la nostra non è una forzatura, perché se uno si attacca al telefono per implorare il consigliere regionale, che sull’argomento di specie è direttamente interessato, esprime un atto di adesione, perché si autoconsegna a quel politico e aderisce al suo partito.

E’ nata, e lo ribadiamo, dunque, la maggioranza Iodice-Scognamiglio-Zinzi-Salzillo-Zannini-Graziano. Perché non abbiamo nominato il sindaco? Perché non serve, perché lui è già un esponente del partito di Zannini, che ha in mano la sua vita e la sua morte politica e ben ha capito che il buon Trombetta, pur di vedersi allo specchio ogni mattina con quella fascia tricolore, è disposto a vendere la propria dignità politica, così come ha fatto l’altra sera, così come ha fatto con il voto sul bilancio consolidato.