BLACKOUT. La giornata drammatica. Ore e ore senza corrente nelle città. Danni ingentissimi, anziani in pericolo. LA MAPPA DEL DISASTRO
16 Luglio 2024 - 20:42
Dopo aver lavorato a singoli articoli pubblicati nel corso della giornata abbiamo ritenuto opportuno pubblicare un quadro di insieme. Caserta, i comuni dell’Appia, S Maria C.V. e il disastro di Capua. Protezione civile assente. Giacobone e don Gianni Branco …
CASERTA – Non sappiamo se la prefettura si sia posta il problema della grave emergenza scatenatasi oggi al decimo giorno consecutivo di caldo feroce, quello tipico delle estati degli ultimi 20 anni. Se non lo ha fatto, ha sbagliato, ritenendo che non trovandoci di fronte a un blackout generale ma da un blackout a macchia di leopardo la situazione sia meno grave.
L’uso del congiuntivo presente è giustificato dalla circostanza di un’emergenza ancora in corso e che forse solo nelle prossime ore ridurrà la sua cifra quando le ombre della sera caleranno e qualche condizionatore sarà spento o comunque ridotto nella sua potenza erogatrice
L’errore sta nel fatto che da stamattina decine e decine di migliaia ma probabilmente centinaia di migliaia di persone sono rimate senza corrente. Aggiungendo la giornata odierna al disastro di ieri.
CASERTA CAPOLUOGO, DOVE SI DOVE NO
Mentre nel centro cittadino del capoluogo la corrente ha retto e si sono registrati solo dei mini blackout, diverso, molto diverso è il discorso riguardante la popolosissima area di rione Acquaviva dove invece la corrente è mancata per più tempo. Con 40° fuori con condizionatori e ventilatori inattivi sono state soprattutto le persone più deboli, malati, anziani, ad aver vissuto attimi terribili.
Perchè, dove scappi? In strada dove non sarebbero sufficienti neppure i copricapo dei nomadi Tuareg. A dirla tutta oggi pomeriggio ci mancava solo qualche cammello o qualche dromedario per completare uno scenario finanche peggiore di quello dei deserti nordafricani, Sahara e dintorni. Perchè mentre li i potenti venti meridionali innalzano la temperatura fino a 50°, ma sono secchi, scevri dall’umidità questa roba spirando da sud a nord attraversa il Mediterraneo e diventa come una spugna intrisa nell’acqua bollente. Chi ha problemi respiratori, ipotensivi rischia realmente di rimanerci secco. Ti salvano i condizionatori o al limite qualche ventilatore più performante, ma se va via la corrente la cominci a vedere eccome, se ti trovi in condizioni di salute precarie, la vecchia vestita di nero con la falce in mano
APPIA DRAMMATICA EMERGENZA
Dalla Clinica del Sole in poi fino a Capua compresa giornata disastrosa. Casagiove, (CLIKKA E LEGGI L’ARTICOLO SPECIFICO), San Prisco, Casapulla, Curti. Ore e ore di blackout.
Danni pesanti non solo per la salute, ma anche per l’economia di migliaia di famiglie visto che tutto quello che era riparato nei congelatori delle case e anche in quelli dei negozi che magari non avevano la disponibilità di un generatore, che poi non funziona per 100 ore, hanno perso quintali e quintali di derrate alimentari
SANTA MARIA CAPUA VETERE DISASTRO IN VIA ALDO MORO
Un po’ meglio nelle altre zone. Alle 11 in punto piazza San Pietro, via Aldo Moro, la corrente è mancata ed è tornata alle 17,00 Si tratta di un quartiere dove abitano migliaia e migliaia di persone dove ancora esistono attività commerciali di prossimità, bar che non hanno certo a disposizione gruppi di continuità o se li hanno esprimono un’autonomia di mezz’ora, massimo un’ora. Se la corrente va via, come è andata effettivamente via., per 6 ore consecutive via libera stasera all’apertura di un vero e proprio cimitero dei gelati e dei semifreddi. Questo giusto per fare una battuta perchè lo stesso discorso, come già abbiamo scritto prima relativamente ai problemi dell’Appia vale per le derrate alimentari di prima necessità. Ora, è vero che i farmacisti “stanno molto bene a denari” però se un blackout dura 6 o 7 ore consecutive senza una soluzione alla sua continuità anche i generatori più performanti non generano più un bel nulla e magari tanti medicinali sono andati a ramengo
CAPUA, L’INCONTRASTATA MAGLIA NERA
Capua è stata colpita oggi da un pesantissimo blackout che ha riguardato un po’ tutte le zone della città. Stesso discorso per la popolosa frazione di Sant’Angelo in Formis. E fin qui si potrebbe commentare con il famoso adagio “mal comune mezzo gaudio”
No no. Capua come capita ormai da quando al comune governa la stranissima coppia Villani-Giacobone possiede, anche in questo caso, una sua specificità. Ci è capitato, infatti, di solcare in auto le strade del centro negli ultimi giorni di giugno quando le temperature erano in linea con le medie stagionali se non addirittura al di sotto. Non c’era dunque un carico pesantissimo legato all’uso estremo dei condizionatori, eppure ci è capitato di girare in una città fantasma. Zero corrente in strada, in arterie fondamentali quali via Palasciano, via Giulio Cesare Falco, via Porta Roma, via Conte Landone e dintorni con tutti i bar chiusi nonostante fossimo già in piena estate e con zero luci accese all’interno delle abitazioni. Il sindaco parlò di un non meglio precisato guasto Enel. Per cui oggi, al di la del fatto che anche a Capua e a Sant’Angelo la matrice, la ragione del carico ha avuto sicuramente un suo ruolo importante, non si è in grado di capire fino a che punto sia stato quest’ultimo problema a creare una condizione di disagio assoluto in tutti gli angoli della città con danni ingentissimi per le attività commerciali con situazioni di vero allarme in tante case abitate da anziani e da persone disagiate e fino a che punto invece abbia potuto agire una specificità di una carenza di servizi tutta capuana, solo capuana
PROTEZIONE CIVILE, IL GRANDE BLUFF DI CAPUA E NON SOLO, CON LA PREFETTURA CHE …
Ma scusate, cosa cavolo le tenete a fare queste unità strutturali della protezione civile se non le utilizzate in casi come questi? Siccome oggi il problema è esploso ma nei giorni scorsi aveva già fornito i suoi segni premonitori, era assolutamente opportuno mettere in pre allarme queste unità di pronto intervento volontario. Poi, quando vi diciamo che le nostre protezioni civili sono solo dei bluff, rappresentano solo un modo per far girare soldi e per distribuire prebende a qualche amico o a qualche amico dell’amico, vi offendete.
PROFESSORESSA GIACOBONE, DON GIANNI BRANCO, IL SACERDOTE DEI POVERI. MA OGGI, DOVE STAVATE?
Ma ad offendersi dovrebbero essere i poveri cristi che non avendo una famiglia alle spalle, non avendo persone pronte a soccorrerle all’occorrenza sono completamente abbandonate al loro destino in circostanze del genere. Ecco, questi sono i momenti in cui si misura l’inefficienza cronica e irreversibile della nostra classe politica che pensa solo ai fattacci suoi. Vice sindaca Giacobone invece di pensare ai tavolini e alle sedie che lei, sua sorella, sua madre e suo marito continuate a schierare illegalmente e occupatevi di queste cose che ineriscono è tra l’altro non sollo alla materia specifica della protezione civile ama anche a quella dei servizi sociali, che poi a Capua, da decenni si chiamano Irene, don Gianni Branco e nulla più.
Oggi pomeriggio don Gianni ma lei dove stava? Magari al bar Giacobone? Il sistema Capua, la mentalità, la cultura che ne determina l’identità rappresenta oggi il segno emblematico dell’arretratezza galoppante e totalizzante di un territorio destinato alla dannazione