AVERSA. “Eppur si muove” qualcosa al Comune. Segretaria De Chiara santa subito. Intima al dirigente di Stefano Guarino di tirare fuori tutte le carte sui canoni della Publiparking
14 Febbraio 2025 - 18:15
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Ieri, 13 febbraio, dopo 30 giorni di silenzio assoluto e di mancato riscontro dell’istanza presentata da Compark, questa ha scritto alla segretaria che è anche responsabile Responsabile della Prevenzione della Corruzione. Questa, che ha una visione sobria e poco estensiva del San Valentino…
AVERSA (G.G.) – Che la gestione milionaria dei parcheggi a pagamento della città di Aversa rappresenti una bomba inesplosa dotata di una miccia abilitata ad essere attivata è un fatto evidente da diverso tempo.
C’è una società, la Compark, che dovrebbe essere quella con sede a San Sebastiano al Vesuvio, che ritiene con ogni probabilità che il rapporto tra la concessionaria, ossia la Publiparking, ramo d’azienda staccato alcuni anni fa dalla Pubbliservizi, e il Comune di Aversa, non sia fondato su principi di trasparenza.
Ritiene, con ogni probabilità, che l’elemento principale della relazione tra l’azienda privata e l’ente pubblico costituito dalla erogazione di una prestazione, quella del servizio di pubblico parcheggio di veicoli a motore e da una controprestazione, costituita dalla corresponsione dei canoni contrattualmente sanciti, non avvenga secondo ciò che è stato messo nero su bianco nei documenti convenzionali.
Senza girarci troppo intorno la Compark ritiene che Publiparking non sia troppo in ordine con la sua controprestazione e dunque non abbia effettuato regolari rimesse al Comune di Aversa rispetto agli incassi introitati dagli automobilisti e dai motociclisti della città. D’altronde, se non fosse così, avrebbe poco senso l’istanza che la Compark ha presentato un mese fa, il 13 gennaio, per l’accesso civico alla documentazione relativa ai canoni corrisposti (o non corrisposti) da Publiparking al Comune.
Sono dunque decorsi i 30 giorni previsti dall’articolo 5 comma 7 del Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n. 33, testo unico sulla pubblicità e trasparenza degli atti amministrativi, scritto dal governo capeggiato da Mario Monti, che rimase in servizio fino al 27 aprile successivo a causa delle complicate trattative che seguirono alle elezioni politiche di inizio febbraio e che portarono alla formazione, col placet di Forza Italia, di un governo a maggioranza allargata capitanato da Enrico Letta.
Con una puntualità che dimostra la determinazione della Compark nell’attuare la sua battaglia contro quelli che ritiene rapporti poco chiari tra Publiparking e amministrazione comunale di Aversa, è partita, proprio ieri 13 febbraio, l’istanza alla responsabile della Prevenzione della Corruzione ossia la segretaria generale di Aversa Emanuela De Chiara, sorella del giudice del Tribunale di Napoli Marcello, recentemente eletto per la sua corrente di Unicost nella giunta dell’associazione nazionale Magistrati.
Sempre seguendo la traccia del già citato articolo 5, questo si può fare quando la prima richiesta a cui dovrebbero adempiere i dirigenti di un Comune rimane inascoltata, inevasa e sostanzialmente ignorata. La Compark, nella sua istanza alla segretaria generale Emanuela De Chiara, sottolinea quella che ritiene la piena legittimità della sua iniziativa fondata su un interesse indiscutibile e incontestabile: la verifica sulla correttezza dell’uso delle risorse pubbliche.
D’altronde il Comune di Aversa non ha risposto picche alla richiesta di Compark, ma non ha proprio risposto, prestando il fianco al rafforzamento dei sospetti di presunta scarsa linearità nei rapporti tra gli uffici dirigenti e la Publiparking.
I segnali dati da questa segretaria generale, sin dal suo insediamento avvenuto poco tempo fa, sono stati tutti, a nostro avviso, molto positivi. Abbiamo notato immediatamente un atteggiamento molto diverso rispetto a quello interpretato dai suoi predecessori. Attenta, lineare anche nella vicenda della nomina di De Cristofaro ad assessore, anche stavolta Emanuela De Chiara non si è fatta pregare e si è subito collegata ad un rispetto integrale del dettato legislativo, che rende protagonista il responsabile della seconda fase del procedimento dell’accesso civico, che si attiva in caso di inadempienza, da parte di una pubblica amministrazione, della prima.
Già oggi, 14 febbraio, la De Chiara ha scritto una stringatissima nota ai dirigenti del VI Settore, ossia Stefano Guarino, e alla dirigente del IV settore Paola Oro, estendendo la comunicazione anche al sindaco Francesco Matacena e all’avvocato, che ha scritto in nome e per conto della Compark Raffaele Caroccia. Dopo i 30 giorni il responsabile dell’anticorruzione, sempre ai sensi dell’articolo 5, ha 20 giorni di tempo per pronunciarsi con provvedimento motivato sulla richiesta di usufruire dell’istituto dell’accesso civico a documenti amministrativi di un ente locale.
Se l’accesso viene negato o differito con la specifica motivazione relativa alla tutela degli interessi di cui all’articolo 5-bis, comma 2, lettera a), l’istante può rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali, il quale si pronuncerà entro il termine di dieci giorni dalla richiesta.
In questo caso, però, non si rinvengono, a nostro avviso, possibili elementi conflittuali con le normative a tutela della privacy in quanto Compark chiede di ottenere copia di documenti contabili.
Per cui, se la neo-segretaria continuerà, come tutto lascia presagire, a muoversi nella direzione giusta, ossia nell’intransigente rispetto della legge, che dovrebbe essere un fatto scontato ma dalle nostre parti non lo è, entro i primi giorni di marzo si pronuncerà sulla istanza di Compark.
Per intanto oggi ha chiesto ai già citati dirigenti di dare “un sollecito riscontro all’istanza”.
La segretaria generale sta dimostrando di muoversi nel rispetto intransigente della legge, tanto è vero che in pochissime righe intima, di fatto, aggiungiamo noi soprattutto a Stefano Guarino, di dare “un sollecito riscontro all’istanza” formulata da Compark.