MARCIANISE. “Io donna 27enne disabile, da anni privata dell’ascensore”. La delusione nei confronti dell’amministrazione comunale e dell’Acer
17 Aprile 2025 - 13:17

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera scrittaci da una persona che dal 2018 dice dice di aver chiesto invano l’adeguamento per il superamento della grave barriera architettonica
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MARCIANISE – “Non chiedo favori, ma il rispetto dei miei diritti fondamentali.” Con queste parole Naomi Postiglione, 27 anni, lancia un accorato appello alle istituzioni locali e all’ACER (Agenzia Campana Edilizia Residenziale), denunciando una situazione di grave abbandono e indifferenza che si protrae da anni.
Naomi è disabile a causa di una distrofia facio scapolo omerale dall’ età di 10 anni circa – così come la stessa, raggiunta da noi telefonicamente, ha riferito – e si muove in carrozzina. Vive al primo piano di una palazzina popolare in viale Manzoni, a Marcianise, dove quotidianamente è costretta a confrontarsi con gravi barriere architettoniche che compromettono non solo la sua autonomia, ma anche la sua sicurezza personale.
Dal 2016, la giovane ha inviato numerose segnalazioni agli uffici di ACER di Caserta e Napoli, chiedendo l’installazione di un ascensore o altri adeguamenti per rendere accessibile lo stabile in cui vive. Nel 2018 fu effettuato un sopralluogo tecnico, “ma da allora – denuncia Naomi – tutto è rimasto fermo, nel silenzio più totale.”
“Ho fatto tutto ciò che potevo – racconta la stessa in una mail pervenuta alla nostra redazione– ho scritto, telefonato, mi sono recata personalmente negli uffici. Ma la mia situazione è stata ignorata. Vivo una quotidianità fatta di ostacoli, e dopo un grave incidente sulle scale, sono rimasta immobilizzata a letto per un mese. Qui non si parla più solo di disagi, ma di rischi reali per la salute e la dignità umana”.
La giovane riferisce di aver informato anche il sindaco di Marcianise, Antonio Trombetta, senza però ottenere riscontri o segnali di attenzione concreta. “Mi sento abbandonata – scrive Naomi – non voglio continuare a vivere intrappolata nella mia casa. Vivere in un’abitazione accessibile non è un privilegio, è un diritto riconosciuto dalla legge”.
Con la sua lettera, Naomi lancia un appello accorato ai media, ai cittadini e a tutte le autorità competenti: “Per favore, aiutatemi. Resto disponibile per qualsiasi chiarimento o sopralluogo. Spero solo che questa richiesta non venga ignorata come le altre”. Un grido di dolore , il suo, che non può e non deve restare inascoltato.