LA FOTO. S. MARIA C.V. Pioggia di pannelli fotovoltaici al cimitero. Ma così cambiano i fondamenti economici del capitolato. Il Comune ha il dovere di recuperar soldi da Giat

8 Novembre 2025 - 19:45

Come si vede dalla foto, sono comparsi sui porticati sud. Vicenda strana che il sindaco Mirra fa passare sotto silenzio. Occorre capire meglio, perché gli interrogativi sono tanti e tutti molto seri

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) Da qualche tempo, osservando il cimitero di Santa Maria Capua Vetere dall’alto, si nota che sui porticati sud sono apparse due lunghe file di pannelli solari.

Ci chiediamo, accogliendo la sollecitazione di qualche lettore che ci ha fatto notare questa cosa, se Giat – la ditta di Gricignano d’Aversa che si è aggiudicato il trentennale servizio delle lampade votive, tramite progetto di finanza – abbia mai chiesto il permesso per quei lavori e soprattutto per quel tipo di installazione che, per ottenere bonus e sussidi statali, sicuramente necessita di un piano di fattibilità e della titolarità dell’area.


Noi bazzichiamo spesso nell’albo pretorio del Comune di Santa Maria Capua Vetere. In certi periodi, lo consultiamo anche quotidianamente. Ebbene, fino a pochissimo tempo fa, non abbiamo mai trovato nulla al riguardo.

E’ proprio la notizia in sé a destare qualche perplessità. Ciò per un motivo molto semplice, che riassumiamo in una domanda di tipo retorico: quanti sono, in Italia, i cimiteri comunali illuminati grazie ai pannelli solari? Agiungiamo, pochi, pochissimi. E quei pochi che esistono hanno ottenuto una grande risonanza mediatica, proprio perché innovativi, originali e a vocazione green. Come mai, al contrario, la notizia per quanto riguarda Santa Maria Capua Vetere, è passata sotto silenzio?

Nel project financing, tra Comune e Giat, esisteva una clausola valida sia per la parte pubblica – ossia per il Comune – sia per la parte privata – dunque per la Giat – che non avrebbero potuto mettere mano al piano economico per le prevedibili variazioni di costo dell’energia. Ma questa non sarebbe solo una questione di risparmio del privato ma di permessi, di uso e sfruttamento della proprietà pubblica, in particolare del tetto dei porticati che, guarda caso, in passato è stato oggetto di lavori di manutenzione per perdite idriche.

Insomma, si tratta di una questione che suscita più di una perplessità e che presta il fianco a chi ritiene che si tratti di una attività poco trasparente, tenendo anche conto che la Giat ha ottenuto l’appalto proprio in virtù dell’adeguamento dell’impianto, compreso il quadro elettrico generale ormai datato. In poche parole, la struttura dell’impianto elettrico costituisce il nocciolo del project financing e dunque, la mutazione sostanziale della struttura di erogazione di energia elettrica non può non andare a modificare i fondamenti del contratto del Comune e della Giat.

Come mai questa idea di passare al fotovoltaico, anche solo in prospettiva, non è stata inserita preventivamente nel progetto di finanza? Forse perché in tal caso, la variazione sostanziale del costo dell’energia, avrebbe potuto consentire al Comune di chiedere una variante al piano economico e, quindi, all’aggio annuale?

Conoscendo il sindaco Mirra, non si sarebbe la sscciato sfuggire l’occasione di sparger ai quattro venti il suo entusiasmo per la promozione di un grande progetto green per il cimitero. E allora, perché tace? Perché fa l’indiano? Strano, tutto molto strano.

Con questi interrogativi si conclude il nostro articolo su un argomento che terremo sotto controllo, proprio in quanto questa installazione dei pannelli fotovoltaici rappresenta un fatto tutt’altro che marginale.