MARCIANISE. Noi camorristi e lo sapevamo. Non si sapeva, invece, che gli animalisti e 6mila persone sono degli invasati
1 Ottobre 2018 - 10:00
MARCIANISE (g.g.) – Contro la stupidità e l’ignoranza, l’unico antidoto è rappresentato dai contenuti, dalla volontà di far vincere i fatti sulle cortine fumogene, sulla cultura dell’apparenza, sulle sortite preconfezionate, bugiarde e senza contradditorio, pubblicate su Facebook.
“Stavamo” un po’ preoccupati, perché il sindaco di Marcianise, Antonello Velardi, non ci chiamava camorristi da diversi mesi. L’ha fatto ieri sera in una seduta del consiglio, durante la quale, ovviamente, con il solito coraggio leonino, attestando ancora una volta una viltà senza vergogna, ha parlato di “giornale della camorra” senza avere le palle di fare nomi e cognomi e riferimento esplicito alla testata.
Eppure, gli abbiamo detto mille volte, che noi siamo proprio l’antitesi sua. Non ce ne freghiamo un tubo del fatto che galleggiando tra i poteri forti, gli imbroglioni e i faccendieri italioti si fa carriera, in questo Paese. Lavoriamo su noi stessi, ogni minuto, per rimanere integri, onesti intellettualmente, prima ancora che materialmente (quest’ultima qualità non si discute neanche), e dunque, lui ci può anche insultare, ma noi ci sentiremo forti e sicuri della nostra cifra culturale della nostra azione testimoniale, da non aver bisogno di metterci sotto la protezione di un avvocato che ci scrive una querela o di un pubblico ministero che la valuta o di un giudice che decide. Qui la questione riguarda le palle, i testicoli. Ed esiste un discrimine chiaro tra chi ce li ha e non ha paura di fare nomi e cognomi, e di chi non ce li ha. E, non avendoli, continua da anni, codinamente, vigliaccamente a buttare il sasso e ritirare la mano.
Detto questo, parliamo, com’è doveroso nei confronti di chi usa il nulla di un conflitto continuo di parole, di contenuti. E, beh, se è vero che la politica dalle nostre parti si fa con successo (per le proprie tasche), se si possiede un gran senso pratico, è anche vero che il consigliere comunale Pino Riccio sta un po’ esagerando nel mettersi sotto i suoi piedi dignità politica e dignità tout court. Pochi mesi fa il sindaco Velardi ha usato anche per lui la parola ormai svalutata per il modo demenziale, leggero con cui viene usata continuamente, di “camorrista” e lo ha letteralmente messo alla porta, cacciandolo dal suo ufficio. Non solo ha fatto, ma lo ha scritto facendolo sapere a tutta la città in modo che lo sputtanamento di Pino Riccio trovasse il maggior risalto possibile. Il figliolo di cotanto sindaco ha, pochi giorni dopo, gettato nell’arena il proprio dna sciorinando altri insulti nei confronti del Riccio attraverso Facebook scrivendo da uno delle case romane, acquistate negli ultimi anni da Antonello Velardi, beato lui che riesce ad arricchirsi con la professione di giornalista. Nonostante questo, ieri sera, Riccio si è messo a disposizione del sindaco come il più fedele dei gregari, come un vero e proprio soldato del genio guastatori il quale, sapendo che all’ordine del giorno c’era anche la discussione dell’attesissima interrogazione presentata dalla minoranza sul caso dell’ordinanza “affama-randagi”, ha presentato a sua volta una mozione sul problema degli incendi dei rifiuti, su un problema che non c’è o che non ha certo una specificità marcianisana come abbiamo dimostrato nell’articolo di ieri citando cifre, fatti e circostanze (CLICCA QUI PER LEGGERE) e non blaterando ingiurie come invece è stato fatto ieri sera in consiglio comunale dal sindaco di Marcianise.
Noi in ogni articolo, esprimiamo anche considerazioni, ma sempre dopo e in funzione di documenti, di allegati tecnici che degli articoli rappresentano la rassicurante base di contenuti; lui, il sindaco di Marcianise, monta artificiosamente, fumo tossico, questo sì velenoso, altro che quello delle discariche in mode da alimentare una realtà apparente che serve solo a reggere il sipario di una rappresentazione, di una narrazione di sé attraverso il pensiero debole, fatto di slogan e di dozzinali luoghi comuni. E quando sembrava che l’opposizione fosse riuscita a ottenere il risultato di trasformare l’interrogazione in mozione consiliare, accettando di discutere e votare, successivamente alla propria, quella presentata da Pino Riccio in nome e per conto, Velardi, vistosi alle strette ha cominciato a ingaggiare un duello sulla precedenza di discussione di ognuna delle due mozioni. Dario Abbate non ha ceduto. Si è detto disponibile a discutere anche quella sugli incendi dei rifiuti, purché si partisse con l’ordine del giorno riguardante il randagismo, dopo che l’interrogazione, presentata qualche giorno fa, si fosse trasformata in una proposta articolata da offrire alla dialettica formale del consiglio comunale. Chiedere una priorità temporale non è apparsa una forzatura, primo perché l’interrogazione, da trasformare eventualmente in ordine del giorno, era stata presentata qualche giorno fa, cioè precedentemente alla proposizione, avvenuta direttamente in consiglio comunale, dell’ordine del giorno che Velardi ha fatto presentare a Pino Riccio.
Ovviamente un voto sul randagismo sarebbe stato rischiosissimo per Velardi, il quale ha alimentato la bagarre e, mentre il massimo organismo rappresentativo della città discuteva, si è messo a scrivere su Facebook affermando che la minoranza si era rifiutata di discutere la questione rifiuti.
Bagarre, anzi “bagarra” così come ha scritto un tal Madonna, nel comunicato stampa dettatogli da Pino Riccio, e seduta del consiglio comunale sciolta tra accuse e controaccuse.
In effetti, il primo cittadino, qualcosa l’ha detta sulla sua ordinanza: non la ritirerà, perché riguarderebbe solo l’area del cimitero. Probabilmente l’avrà scritto con il risorgimentale inchiostro simpatico, visto e considerato che nell’atto amministrativo di potestà si fa testualmente riferimento “a tutto il territorio della città di Marcianise”. Le proteste degli animalisti? Una botta e via, Velardi li ha liquidati così: “Sono degli invasati”. Certo, detto da un sindaco, dotato di nervi d’acciaio, di aplomb e di educazione anglosassoni, di un saldissimo equilibrio psico-mentale, si tratta di una vera e propria scudisciata che dovrebbe consigliare alle migliaia di persone, circa 6mila, che su Fb hanno condannato la sua ordinanza, di recarsi immediatamente da uno strizzacervelli.
Sì, è vero, noi siamo il giornale della camorra. Nel senso che raccontiamo, come nessuno fa in questa provincia, incrociando senza paura non solo gli argomenti classici, relativi al racconto delle vicende processuali dei clan, ma anche gli atteggiamenti camorristici, terreno di coltura e di cultura criminale. Per il resto, spalle dritte e testa alta, per noi parlano non le chiacchiere ma i nostri conti correnti, la nostra povertà materiale, coltivata con cura in modo da far crescere la nobiltà morale.
Proprio quella che al Comune di Marcianise e nei banchi di una maggioranza masochista che si fa umiliare ogni giorno da uno il quale non fa il sindaco ma riesce a trovare la forza nella debolezza altrui per fare il figo della porta accanto, lo sceriffo con la stella di latta arrugginita, il padre-padrone nei confronti di chi lo sostiene in maggioranza e di una città che, ormai distratta (in consiglio ieri sera c’erano solo poche persone), non segue più queste rappresentazioni, al confronto delle quali, i guitti erano attori della filodrammatica.