Bimbo ucciso a botte dal patrigno. Ad Aversa s’indaga anche sulla scuola, una maestra avrebbe definito il piccolo “scimmiettella”
19 Aprile 2019 - 16:36
AVERSA – Dopo aver indicato le responsabilità di patrigno e madre, le indagini della Procura di Napoli Nord sulla morte del piccolo di 7 anni Giuseppe, avvenuta a Cardito (Napoli), e sul ferimento della sorellina Noemi, si spostano ora sulla scuola frequentata dalle vittime, l’istituto comprensivo Quasimodo di Crispano (Napoli). Dall’ordinanza di arresto della madre dei due bimbi, la 31enne Valentina Casa, finita in carcere l’11 aprile scorso – il convivente e principale responsabile del pestaggio mortale Tony Sessoubti Badre fu arrestato dopo il fatto ed e’ tuttora detenuto – emergono, tra le pieghe di quanto scrive il Gip Antonella Terzi – di cui riferiscono diversi organi di stampa – accuse all’istituto che non avrebbe mai segnalato alle autorità le violenze subite dai bimbi, che spesso arrivavano a scuola con escoriazioni e persino il volto tumefatto; sotto accusa anche le maestre che avrebbero saputo ma non denunciato. Dalla Procura di Aversa-Napoli Nord non filtrano indiscrezioni su eventuali iscrizioni nel registro degli indagati del personale scolastico, circostanza che però non si esclude nelle prossime ore.
Peraltro dopo l’arresto della madre dei bambini, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha inviato gli ispettori all’istituto per far luce su eventuali responsabilità di dirigente e maestre. Una delle maestre, è emerso da un’intercettazione allegata alla misura, avrebbe definito il piccolo Giuseppe “scimmiettella” (piccola scimmia, ndr), perché il bimbo si buttava a terra. La donna, intercettata al telefono con il fratello, mostra tutta la sua preoccupazione per la vicenda del piccolo, che sarebbe arrivato a scuola con il “volto tumefatto”. “Io