Smaltimento illecito, rifiuti anche da MARCIANISE nei capannoni del Nord Italia

7 Ottobre 2019 - 11:45

MARCIANISE – Smantellata dai Carabinieri Forestali un’organizzazione dedita al traffico illecito di RIFIUTI, ritenuta responsabile del riempimento di numerosi capannoni abbandonati nel Nord Italia e del seppellimento di RIFIUTI in una cava dismessa in Calabria, in territorio di Lamezia Terme. Undici persone sono state arrestate nel corso di un’operazione diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale meneghino. Gli indagati sono tutti italiani, alcuni dei quali operanti nel settore dei RIFIUTI. Sono state eseguite perquisizioni presso 4 ditte e impianti di trattamento RIFIUTI nelle province di Como, Trento, Napoli, Catanzaro e sono stati sequestrati quattro automezzi utilizzati per il traffico di RIFIUTI.

L’indagine della Dda di Milano costituisce la prosecuzione dell’operazione ‘Fire Starter’ che aveva portato, nell’ottobre del 2018, all’arresto di sei persone, responsabili del traffico di RIFIUTI riferito al capannone di Corteolona (PV) e del gravissimo rogo avvenuto la notte del 3 gennaio 2018. Le indagini riferite ai responsabili del rogo avevano infatti ‘acceso un faro’ su dinamiche criminali di ancor piu’ ampia portata che sono state oggetto degli accertamenti sia di carattere tradizionale che tecnico da parte dei Carabinieri Forestali di Nucleo di Milano e Pavia.

C’erano anche rifiuti campani, e in particolare di Napoli e Marcianise,

tra le migliaia di tonnellate di smaltimenti illeciti tracciate nell’indagine sullo stoccaggio in capannoni del Nord Italia, e in Calabria, coordinata dalla Dda di Milano. Il particolare e’ emerso nel corso della conferenza stampa tenutasi stamani al Comando provinciale dei carabinieri, a Milano, alla presenza del procuratore aggiunto, Alessandra Dolci, e del sostituto, Silvia Bonardi. I rifiuti, compreso ‘umido e indifferenziato’ provenienti da Napoli, arrivavano in Lombardia tramite un’azienda, la Smr Ecologia srl di Busto Arsizio (Varese), e di qui poi, una volta intasati i capannoni locali, finivano in Calabria “in zone a vocazione agricola e paesaggistica”, anche vicino al mare.