LE FOTO. Che pasticcio! Le strutture dell’albergo (sequestrato) del cognato del sindaco di Aversa Golia nella zona espropriata per la nuova Alifana

31 Ottobre 2019 - 22:38

TEVEROLA (g.g.) – Sono proprio dei birichini Pietro Chianese, cognato del sindaco di Aversa Alfonso Golia e suo padre.

Qualche settimana fa, raccogliendo una segnalazione di alcuni nostri lettori, abbiamo pubblicato un articolo (clicca qui per leggere

) in cui davamo notizia del sequestro, operato giocoforza dall’ufficio tecnico del Comune di Teverola diretto da Raffaele “Lello” De Rosa, già vicesindaco di Casapesenna ai tempi del fortunato Zagaria e fratello dell’attuale primo cittadino Marcello De Rosa.
Quell’intervento ruppe una sorta di tabù. Oddio, a pensarci bene, di tabù come questi a Teverola e in tutto l’agro aversano ce ne sono a bizzeffe. Il Comune si è dovuto muovere perché qualche giorno prima i carabinieri avevano acquisito la documentazione relativa alla struttura ricettiva, denominata “La Sosta”, ultima probaggine del centro abitato di Teverola verso la statale 7Bis.

Il motivo del sequestro è noto e lo potrete leggere accedendo al nostro articolo precedente dal link che vi abbiamo messo a disposizione. Sulla scia di quel nostro lavoro, altre segnalazioni si sono susseguite, non più sulla storia, in verità insostenibile, del presunto agriturismo che agriturismo non è e non essendolo, diventa una struttura illegale, ma su un altro aspetto, forse addirittura più importante. La contiguità della struttura dei Chianese con l’area destinata ad accogliere, ritardi ciclopici permettendo, la linea della cosiddetta nuova alifana.

Quello che vedete nelle foto è un cantiere della Ascosa 4. E se c’è un cantiere, vuol dire che c’è qualcosa da costruire. Si tratta proprio del percorso riguardante il prolungamento della metropolitana che ha ridato vita e lustro all’antica, quasi storica tratta ferroviaria Napoli-Piedimonte. Il prolungamento prevede una riunione con l’altro tratto della metropolitana che passa per Aversa e che s’incrocia nella nuova stazione di viale Kennedy. Questo cantiere è bloccato, non si sa perché, da anni. E né si può dire che l’opera sia stata accantonata, perché una valanga di milioni di euro sono stati già spesi, ad esempio per costruire la nuova stazione di Santa Maria Capua Vetere.

Questo cantiere non è nato su un suolo privato ma insiste su un’area già espropriata e dunque divenuta proprietà pubblica. Questa evidenza è stata, ad esempio, valutata correttamente dai titolari del ristorante La Vecchia Casina i quali hanno costruito un piccolo ponte, un vero e proprio by-pass, messo in piedi proprio per scavalcare il cantiere e per non interferire in un’area espropriata divenuta pubblica. In quest’area però ci sono proprio le strutture private de “La Sosta”. Una situazione da chiarire, perché ci sfugge qualcosa. I Chianese si muovono come se il discorso dell’Alifana fosse definitivamente accantonato. Lo spazio dove passava il vecchio binario ora è sovrastato, chiuso, sotterrato, coperto dalle strutture e l’ingresso al complesso dei Chianese che vide la luce al tempo in cui all’ufficio tecnico del Comune di Teverola imperava Gennaro Pitocchi, del quale si narra addirittura che fosse lui, o qualche suo familiare, proprietario dell’immobile acquistato dai Chianese e battezzato da autorità come struttura agricola che però non ha mai contenuto, com’è scritto nella determina di sequestro, nessuna attrezzatura per la coltivazione in un ampio terreno in cui non c’è un albero da frutto, un solo ortaggio seminato e raccolto, niente di niente.

Questi sono i fatti. Rimaniamo a disposizione qualora chiunque si sentisse desideroso di replicare o di esprimere una propria opinione, si facesse avanti.