Omicidio Katia Tondi. I periti “si palleggiano”: altri dissensi sull’orario del delitto
6 Novembre 2019 - 21:57
San Tammaro – Continuano i palleggi tra le parti del processo per la morte di Katia Tondi, uccisa il 20 luglio del 2013 all’interno della sua abitazione.
Dopo 6 anni, l’unico imputato con l’accusa di omicidio è Emilio Lavoretano, 39enne di Santa Maria Capua Vetere, marito di Katia.
Al termine dell’udienza tenutasi oggi dinanzi la Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dalla durata di 6 ore, si è discusso sull’arco temporale durante il quale si sarebbe consumato il delitto ai danni della povera Katia.
Il perito incaricato dalla Corte, il medico Pietro Tarsitano, ha affermato che la morte si sarebbe verificata tra le ore 18:00 e 19:00, avallando la tesi del pm Domenico Musto. Quest’ultimo, infatti, ha formulato l’accusa verso Lavoretano basandosi proprio su questo arco temporale, ricostruendo la sua presenza all’interno dell’abitazione.
Di diverso avviso, invece, Vittorio Fineschi, consulente dell’avvocato difensore Natalina Mastellone, il quale ha contestato la formulazione del perito, affermando che l’unico parametro oggettivo da prendere in considerazione sarebbe dovuto essere la temperatura del corpo della vittima. Secondo la versione del professor Finisci, il decesso sarebbe da collocare intorno alle ore 20:00.
Nella prossima udienza la palla passerà agli altri protagonisti del processo, con la requisitoria del Pubblico Ministero Musto e la difesa dell’avvocato Mastellone. La prima sentenza è prevista nel periodo appena precedente Natale.