CASERTA. Consiglieri comunali, leggete un po’ cosa approverete e cosa rischiate se voterete sì al Conton Consuntivo

13 Dicembre 2019 - 17:05

CASERTA – L’altra sera abbiamo parlato del parere negativo del collegio dei revisori al bilancio consuntivo del 2018 e allegato le due relazioni dei componenti.
Siccome questa è materia complessa e i professionisti della ricotta puntano proprio sulla difficoltà, da parte dei cittadini, di comprendere l’importanza di questioni come queste, facciamo un tentativo didascalico di spiegare con esempi semplici cosa sta succedendo in Comune.
Partiamo dal proverbiale “Dicesi…”.

Un rendiconto non è altro che il risultato di amministrazione al 31.12 di ogni anno. Come viene fuori questo risultato? Dalla somma tra il saldo di cassa, cioè in pratica quanto ha il comune sul conto corrente, e i residui attivi, cioè i crediti che il Comune deve ancora incassare, meno i residui passivi, cioè i debiti ancora non pagati, meno il fondo crediti di dubbia esigibilità, che è una riserva obbligatoria per legge, vera espressione del concetto basilare del diritto privato sul cosiddetto “buon padre di famiglia”. In pratica, siccome i residui attivi contengono, senza ombra di dubbio, una parte di dubbia esigibilità, siccome vengono inseriti al loro interno contravvenzioni stradali fatte anni fa, il legislatore ha pensato di contenere quello che in passato abbiamo sempre definito un falso in bilancio legalizzato, consentendo ai Comuni di inserire nei propri attivi vecchi crediti, ma allo stesso tempo di compensarli con un accantonamento, un salvadanaio a cui ricorrere nel caso in cui (e succede sempre) i crediti vantati non siano realmente incassati.
Dunque, ricapitoliamo: da una parte ci sono il saldo di cassa e i residui attivi, cioè i crediti, dall’altra i residui passivi, cioè i debiti, più questo primo fondo, che somiglia molto a quello che nella ragioneria spicciola veniva definito “fondo svalutazione crediti”, più un secondo fondo, quello che fronteggia i rischi contenzioso, cioè la somma che l’Ente potrebbe pagare per il contenzioso in essere nell’anno.
Siccome sui Comuni si abbattono migliaia e migliaia di cause di azioni legali, figuramoci a Caserta, la città più “bucata” d’Italia, il legislatore ha pensato pche per evitare di impaccare la contabilità di pericolosissimi e perniciosi debiti fuori bilancio, il Comune, assumendo la parte del “buon padre di famiglia”, sese!, crea un secondo salvadanaio per tenere dentro al Bilancio quei soldi che bisognerà pagare qualora (quasi sempre) risulterà soccombente nella causa che la signora X o il signor Y gli intenterà dopo aver spaccato il semiasse della sua auto in una voraggine cittadina.

Dunque, ci siamo intesi. Evitiamo di parlare anche di costi e ricavi, di conto economico e di conto finanziario, ma focalizziamo la nostra attenzione sui concetti elementari di attivo e passivo.

Esaminiamo la prima voce del’attivo: il saldo di cassa.
Dovrebbe trattarsi di un dato certo. Messa così non siamo alla matita blu, ma quantomeno alla rossa. Perché uno non può scrivere “dovrebbe” collegando il verbo a qualcosa di certo. Ma questi sono i prodigi della nuova gramamtica dell’amministrazione del pubblico danaro, brevettata proprio al Comune di Caserta.
Cos’è il saldo di cassa? Un semplice estratto conto, che indica quanti soldi si trovano sul conto corrente della tesoreria e dintorni di un Comune.
In passato abbiamo più volte scritto, infatti, di sesquipedali confusioni tra cassa del Comune e cassa dell’organismo di liquidazione, cioè del gruppo di funzionari ministeriali che ha gestito e ancora oggi gestisce i dissesti a raffica del Comune.
Insomma, a Caserta sono riusciti a rendere incerto anche il saldo di cassa.
Ma diamo per buono che oggi quei soldi lì siano tutti ascritti alla dotazione liquida comunale.

Se il certo è incerto, figuriamoci cos’è l’incerto, cioè i residui attivi e passivi.
Il Collegio dei Revisori, nella sua pur strampalata relazione, concorda, però all’unanimità sul fatto che il riaccertamento non è stato eseguito e quindi il dato non è attendibile.
In poche parole l’architrave del rendiconto è bacata, farlocca, non fedele. E già questo dovrebbe indurre un qualsiasi consigliere comunale di Caserta a bocciare qualsiasi tipo di bilancio sottopostogli dalla giunta.
Non parliamo proprio, poi, dei due fondi: su quello relativo ai crediti di dubbia esigibilità, sempre in maniera concorde, i revisori – in entrambe le relazioni, sia quella contenente il coerente parere negativo del presidente Giuseppe Fattopace, sia in quella degli altri due componenti, che si conclude con un parere positivo bizzarro e completamente scollegato alla narrazione che nella citata relazione viene declinata – rilevano, unanimemente, che alcune poste di bilancio non sono collegate all’esistenza di un fondo rischi. Per cui, si tratta di un errore grave e decisivo per la validità del rendiconto o conto consuntivo che dir si voglia.

Stessa cosa per il fondo contenzioso, per il quale i revisori dicono – tutti e tre, anche in questo caso unanimemente, rendendo ancora più incomprensibile perché gli altri due abbiano dato un parere positivo con riserva, di chiaro tenore politico e senza alcuna ragione tecnico/giuridico/amministrativa – che la cifra riportata è molto bassa rispetto al trend degli anni precedenti.

Quindi su 5 dati (ripetiamo a scopo didascalico: saldo di cassa e residui attivi, residui passivi, fondo crediti di dubbia esigibilità e fondo rischio contenzioso) che influenzano e determinano il risultato di amministrazione dell’Ente, ben 4 sono sbagliati e non attendibili.

L’unico dato su cui i revisori dei conti non si esprimono in maniera negativa (e vorremmo pure vedere) è il saldo del conto corrente.

Adesso se qualcuno sano di mente ci dice che in base a quanto da loro stessi rilevato si può esprimere parere favorevole, seppur con riserva, come è successo in calce alla ugualmente severissima e profondamente incoerente relazione dei due revisori, al netto del presidente Fattopace, allora questo è da ricovero forzato e immediato.

Voi pensate che sia tutto finito? Macchè. Non avete nemmeno idea di cosa hanno combinato sul previsionale 2019. Ma di questo vi parleremo approfonditamente domani.