APPALTI & CLAN DEI CASALESI A MACERATA. Interdittiva antimafia in vista per la coop. dei lavori pubblici. Reazione a catena con commissione di accesso, scioglimento del comune e altro ancora?

18 Ottobre 2023 - 13:53

Lo scorso 10 luglio abbiamo dato notizia della procedura giudiziaria a carico della Global Service Maceratese, fondata da imprenditori locali e letteralmente occupata da soggetti con pesanti precedenti di polizia provenienti da Casapesenna, San Cipriano e Giugliano. Le indagini della questura di Caserta

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MACERATA CAMPANIA (g.g.) – Lo scorso dieci luglio questo giornale ha scritto un articolo su un particolare cantiere di Macerata Campania in cui stava operando la cooperativa Global Service Maceratese, impegnata in lavori stradali, committente lo stesso ente cittadino di Macerata.

Partendo da un episodio fortuito, ovvero un microincidente causato da una buca molto profondo, subìto da un poliziotto, si era risaliti all’attuale compagine societaria della coop. realizzatrice, inizialmente costituita da personaggi “indigeni, dai nativi e residenti a Macerata Donato Mincione, Antonio Munno e Giuseppe Trotta, e oggi in pieno controllo di nuovi soci, tutti provenienti dall’agro Aversano.

Nel dettaglio, la società è composta da Giuseppe Infante, 39enne di San Cipriano di Aversa, che esercita anche la carica di amministratore unico, da Giuseppe Zara, 50enne di Casapesenna, e da Domenico Mormile, 45 anni, residente a Giugliano in Campania.

Un terzetto piuttosto omogeneo, visto che i suoi componenti, così come accertato dalla questura di Caserta, sono gravati

da precedenti di polizia.

A più di tre mesi di distanza l’indagine è in pieno svolgimento e – a quanto ci risulta – la Prefettura di Caserta almeno per una volta ha accolto l’invito di questo giornale di prestare maggiore attenzione nell’attività di verifica dell’eventuale esistenza di fatti e condizioni che da un lato giustifichino l’emissione di un’interdittiva antimafia, in questo caso a carico della cooperativa Global Service Maceratese, dall’altro lato possa realizzare tutte le azioni utili se esistano o meno tutti i requisiti per proporre lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche per il comune di Macerata Campania.

Quest’ultima ipotesi non confligge con lo status quo attuale che vede al timone del comune di Macerata un commissario prefettizio quale conseguenza di uno scioglimento endogeno degli organismi istituzionali dovuto ad una crisi politica della maggioranza che ha portato un numero congruo di consiglieri a decretare la fine della consiliatura.

Se, infatti, questo tipo di scioglimento comporta il ritorno alle urne per le elezioni del nuovo sindaco e del nuovo consiglio già nella prossima primavera, in caso di scioglimento per infiltrazione camorristica, il commissariamento durerebbe almeno 18 mesi, con la possibilità di arrivare addirittura a 24.

Per fare un esempio: se lo scioglimento arrivasse nel prossimo gennaio, i maceratesi non potrebbero tornare alle urne prima del luglio 2025, con la possibilità che si arrivi fino al gennaio 2026, con un turno elettorale fissato necessariamente negli ultimi giorni di quel gennaio o nei primi di febbraio.

Mentre più problematico, invece, sarebbe il turno di luglio, nel caso dello scioglimento a 18 mesi, visto che questo arriverebbe in piena estate, senza possibilità di deroghe, visto che l’anno e mezzo di commissariamento non prevede proroghe, ad esclusione di quei successivi sei mesi, a meno che i commissari prefettizi non redigessero un rapporto nel quale informassero la Prefettura di Caserta e il ministero degli Interni che i 18 mesi non abbiano rappresentato un periodo sufficiente per rimuovere le infiltrazioni camorristiche e le sue conseguenze, con supplemento di altri sei mesi.