APPALTI, PROVINCIA & CAMORRA. Sul cantiere da 8 MILIONI della gara truccata con intermediario Raffaele Pezzella lavora proprio una società che per la DDA è dell’imprenditore ritenuto vicino al clan Schiavone
30 Aprile 2024 - 14:09
Questo giornale, attraverso la lettura incrociata di documenti giudiziari e atti dell’amministrazione provinciale, può dare un nome a un’impresa che per anni è rimasta ignota. Senza nome ancora, invece, il dirigente della provincia corrotto
CASERTA (l.v.r.) – Potrebbe avere un altro significato l’interesse – per la procura di Benevento criminale – che Raffaele Pezzella ha avuto rispetto ai lavori appaltati dall’amministrazione provinciale di Caserta relativamente al ponte Caserta – Monti del Matese?
Secondo la tesi dei magistrati sanniti, l’imprenditore di Casal di Principe 60enne avrebbe fatto da intermediario tra un funzionario corrotto rimasto clamorosamente ignoto della provincia di Caserta e il gruppo di ingegneri beneventani che puntavano a ricevere la commessa per la progettazione dei lavori.
In questa storia, quindi, Pezzella avrebbe fatto da tramite, sfruttando i suoi buoni uffici tra le stanze della provincia, ma potrebbe esserci qualcosa in più.
CasertaCe, infatti, lavorando tra le carte dell’ente guidato da Giorgio Magliocca, quelle dell’inchiesta, divenuta un procedimento penale, di Benevento e l’ordinanza di Calvi Risorta, l’indagine, per capirci, delle accuse a Pezzella, Tullio Iorio e Piero Cappello di aver truccato le gare del comune casertano, è riuscita a trovare un anello di congiunzione tra queste storie.
Per i pm dell’Antimafia di Napoli Raffaele Pezzella è un corruttore di funzionari alla Provincia di Caserta e un imprenditore legato al clan dei Casalesi,
A Pezzella viene attribuita la proprietà di diverse imprese, intestate però a dei prestanomi. Per la procura DDA, quindi, sono dell’imprenditore casalese la Costruzioni Generali Sud, la Comed e la S.C. Costruzioni, il cui titolare fittizio, sempre secondo la procura, era Francesco Di Fiore, nato ad Eboli nel 1980.
Torniamo ai lavori di messa in sicurezza della direttrice Caserta-Monti del Matese.
Il progetto da disegnare su “carta” fu affidato al raggruppamento di imprese guidato dalla General Engineering, con l’ex consuocero di Clemente Mastella, l’ingegnere Carlo Camilleri, a fare da punto di riferimento.
Per il pm di Benevento, Francesco Sansobrino, questo incarico a Camilleri e compagnia fu frutto di una maxi tangente, operazione in cui Pezzella avrebbe fatto da mediatore.
E se non avesse solo mediato? E se fosse anche lui parte attiva del procedimento di gara?
È un’ipotesi che può essere definita come verosimile, possibile se ragioniamo su un fatto: i lavori della direttrice da 8 milioni di euro sono stati affidati all’associazione temporanea di imprese composta dal consorzio Fenix, di Bologna, già attivo in altre gare vinte da Pezzella, ma soprattutto da quella S.C. Costruzioni che la DDA intesta all’imprenditore accusato, non da CasertaCe, da magistrati ordinari e antimafia, di aver pagato mazzette alla provincia in due procedimenti penali e ritenuto businessman di camorra.
A tre anni dall’emersione di questa inchiesta, finalmente abbiamo un foglio di carta della provincia (alla quale avevamo chiesto trasparenza – LEGGI QUI) che attesti chi aveva compiuto quei lavori.
E quei lavori per la DDA sono stati eseguiti o sono in corso con un cantiere guidato da una società amministrata di fatto da Raffaele Pezzella.
Tutto ciò lo scopriamo grazie ad un documento di cui abbiamo già scritto, ovvero il cambio di identità dell’amministratore unico della S.C. Costruzioni, non più Di Fiore, bensì Salvatore Misso, e la variazione della ragione sociale, che passa da S.C. a Bis srl, sempre con sede in via Lima, a Roma, e sempre con la stessa partita iva.
Ora, è certo che, se dovessero essere confermate le accuse sull’intermediazione del Pezzella nella mazzetta pagata da Camilleri al funzionario “segreto”, l’imprenditore di Casal di Principe abbia spinto allo stesso modo la S.C. Costruzioni e l’impresa esecutrice del consorzio Fenix, ancora ignota? Certo no, verosimile sicuramente.
È un’ipotesi che resta in piedi non perché lo dice CasertaCe, che può avere i suoi dubbi, bensì leggendo le carte di tre procedimenti giudiziari diversi che portano tutti allo stesso nome e, in due casi su tre, dalla stessa stazione appaltante, l’amministrazione provinciale di Caserta.