ASI CASERTA. Albo Pretorio “porto delle nebbie”. Lo strano sconto alla Magsistem della famiglia Pozzi
29 Maggio 2019 - 18:33
GRICIGNANO D’AVERSA (gianluigi guarino) – Uno spunto di riflessione per l’onorevole Stefano Graziano: delusi dalla presidente Raffaela Pignetti e dalle sue incomprensibili reazioni rispetto all’appellativo di “Barbie” che hanno indotto la Mattel a far nascere una Barbie bruna a Caserta, cioè Rosanna Marziale, abbiamo intenzione di dedicarci a quelle che vengono definite pomposamente “questioni di contenuto”.
Chissà se ad un anno dalle elezioni regionali questa incomprensibile acrimonia di una donna bella e capace, che ci ha querelati e denunciati ad ogni pie’ sospinto, abbia prodotto un vantaggio o uno svantaggio per Graziano, dato che, imbavagliati e annichiliti, noi e la Mattel, dalla reputazione che la bambola più importante, più seria, più morale della storia, vanta nella valutazione di Raffaela Pignetti, non ci resta che metterci seriamente a studiare e a valutare la gestione del consorzio per le aree industriali della provincia di Caserta.
Abbiamo dato una sbirciatina al sito istituzionale. Onestamente è indecente. E’ indecente la difficoltà, l’inespugnabilità dei dati, ammesso e non concesso che ci siano. E’ inaccettabile (stavolta niente Barbie) presidente, dottoressa Pignetti che il sito sia congegnato in modo da rendere impossibile la sua consultazione da parte dei cittadini. Da parte di quel popolo sovrano grazie al quale, dottoressa presidente Pignetti, lei è seduta, lautamente remunerata, su quella poltrona, visto che a votarla sono stati i rappresentanti delle amministrazioni comunali del consorzio.
Scusa, Graziano, ma come funziona quest’Asi? Le delibere, se ci sono, per scovarle bisogna rinverdire il mito di quel figlio di buona mamma di Teseo, che prima utilizzò Arianna e poi la mollò distruggendone l’esistenza. Insomma un dedalo inestricabile che sembra fatto apposta affinché non si arrivi alla conoscenza degli atti dell’Asi. E siccome la Pignetti ha un temperamento del tutto diverso da quello della principessa cretese, non c’è speranza di trovare di trovare il filo da qualche parte. Delle determine, poi, non ne parliamo proprio: zero, non sono pubblicate per scelta.
Comunque, guardando e scartabellando abbiamo trovato, giusto per iniziare, una roba che non abbiamo ancora capito bene. L’impresa Magsistem Spa di Gricignano di Aversa sfoggia all’apice della sua governance la dottoressa Angela Pozzi, la quale, ad occhio e croce, fa parte dell’omonima famiglia dei notissimi imprenditori aversani, per mera coincidenza grandi amici di Stefano Graziano.
Questa Magsistem, ogni tanto, ha bisogno di allargarsi, cioè necessita di nuovi spazi, nell’area Asi del comune di Carinaro, per ospitare altri capannoni, altre pertinenze.
Prima 1000 mq, poi 7000 mq. In quest’ultimo caso, a proposito del nostro evidente difetto di comprendonio presidente dottoressa Pignetti, non abbiamo capito bene perché alla Magsistem vengano scontati gli oneri e venga scontato anche il pagamento del terreno, che viene acquisito gratuitamente. Questo sconto che ha l’apparenza di un regalo, è conseguenza, questo è scritto nella delibera, nella spesa dell’azienda dei Pozzi si avvierebbe a sostenere per dismettere, eliminare dal paesaggio, la ferrovia non più utilizzata.
Ma quel binario è stato impiantato con soldi dello Stato e potrebbe rappresentare anche un’occasione buona per dotare quella zona Asi di un servizio ferroviario in grado di accrescere la cifra della qualità dei servizi logistico-intermodali. E invece, la Magsistem abbatte tutto.
Per carità, lo faccia pure se ne ha il titolo. Ma questo perché deve determinare l’esonero dal pagamento dei 7000 metri quadrati?
E allora, che cos’è l’Asi? Un consorzio economico, di promozione degli insediamenti nelle aree industriali, non un consorzio di beneficenza, né tanto meno un ente morale, costituito in Fondazione. Per cui la mission della promozione degli insediamenti industriali non ci azzecca nulla con l’assegnazione gratuita dei terreno. Saranno fatto suoi, cioè della signora dottoressa Pozzi, il voler eliminare la ferrovia inutilizzata, ma perché devono pagarla i contribuenti?
Da un lato si elimina un’opera pubblica riutilizzabile, che potrebbe far configurare un danno di tipo erariale. Dall’altro, per un’opera che serve alle legittime ragioni economiche di un’azienda privata, un ente pubblico, come si suol dire, “non si prende pagato“. Quasi come se le ragioni economiche del privato, coincidessero con le ragioni economiche dell’ente pubblico.
Ma non è così. O è così, Stefano Graziano?