ASL E TUMORI. E ci mancava pure questo qui: il Direttore Russo chiama i medici di base e gli parla del progetto Epi.Ca., una boiata pazzesca

20 Settembre 2019 - 17:11

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Il progetto Epi.Ca., che già di per sé ha una intitolazione impegnativa e piuttosto velleitaria, è una boiata pazzesca.

Nessuna affermazione aggressiva di Casertace, ma semplicemente un punto di vista che nei prossimi giorni, a partire dall’inizio della settimana a venire, argomenteremo nei minimi particolari.

E siccome si parla di scienza e non di ricotta, non del torrone da bancarella, lo studio dei protocolli relativi ai criteri che sovraintendono al funzionamento dei Registri Tumori delle Asl campane, necessita di un minimo di tempo in più rispetto alla lettura di qualsiasi altro documento.
Per il momento, rivendichiamo il diritto, che in uno storico rito liberatorio fu espresso anche dal ragionier Ugo Fantozzi, che associò la definizione al film storico “La Corazzata Potëmkin”, di ribadire che Epi.Ca. è una boiata pazzesca.
E se dalle casse pubbliche deve uscire un solo euro per finanziarla, si tratta di soldi letteralmente buttati via.

Ma mo’ cos’è questo progetto Epi.Ca.? Una cosa di cui non ci saremmo mai occupati se un po’ di settimane fa il governatore della Campania Vincenzo De Luca non avesse nominato alla carica di Direttore Generale dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo che, al timone del Distretto Sanitario di Casoria e dell’azienda ospedaliera dell’Università Luigi Vanvitelli (in pratica un ectoplasma a cui non si sa bene cosa servano i direttori), aveva inventato questo modo, diciamo così empirico, di calcolare i casi di tumore nel perimetro della città di Casoria.

Come funzionava il progetto? I medici di base, tra cui ci sono persone competenti ma anche tanti incompetenti, trasmettevano così, alla buona, agli uffici del Distretto quelli che loro ritenevano essere dei casi di tumore, relativi a persone viventi o anche decedute. Non bisogna essere uno specialista in oncologia né uno scienziato per dire che si tratta di una modalità ridicola che non ha alcun fondamento in termini di approccio medico-scientifico alla questione della diagnosi, per la quale, molto spesso, neanche accuratissimi e sofisticatissimi esami strumentali riescono a discriminare come caso acclarato di neoplasia.

Già se questa cosa l’avesse fatta il circolo del dopolavoro, sarebbe stata pericolosa, al momento che propagare informazioni non precise su queste materie può determinare allarmi infondati, in quanto non giustificati dall’attuazione di protocolli scientifici.
Ma questa roba non l’ha realizzata il circolo dei fregnoni di Casoria, bensì l’Asl Napoli 2 attraverso il distretto governato da Ferdinando Russo.
Siccome in questi territori, che favoriscono l’affermazione del verbo dell’ignoranza, vige il regime dell’apparenza e dei sottoinsiemi di questa, rappresentati dall’esibizionismo,dalla vanagloria e dal conformismo, dare l’idea che si canti l’ormai mitico tormentone della “Terra dei Fuochi” ti dà un tono, comunica all’opinione pubblica l’idea che tu sia uno che sa, che conosce e che porta con sé la croce di un sacrificio testimoniale rispetto ad una piaga peggiore delle antiche pestilenze.

Il governatore De Luca, nel novembre scorso, dichiarò giustamente, valutando i fatti per come apparivano, che i dati del governo provenienti dal Ministero dell’Ambiente, retto da Sergio Costa, grande pupillo di Alfonso Pecoraro Scanio, erano frutto delle elaborazioni di “ciarlatani di piazza”.

De Luca non sapeva, quel giorno, che accusando il governo accusava anche se stesso, visto che questa sciocchezza del progetto Epi.Ca. era stata assunta, adottata, incorporata dal Ministero come fonte fondamentale di analisi (udite udite) epidemiologiche.

Il ministro Costa ha letto i criteri di indagine?
Grave se non l’ha fatto prima di adottare questa stramberia. Ancor più grave se l’ha fatto, perché significherebbe che un ministro della Repubblica Italiana ritiene che venti o trenta medici di base, mandando dei foglietti alla sede di un Distretto di una singola città di medie dimensioni, possano rappresentare un criterio esportabile per una mappatura completa dell’incidenza dei tumori sul territorio.

Ma De Luca non lo sapeva, e quella roba era tanto ridicola che nella valutazione di una persona di media intelligenza, non poteva non essere considerata il prodotto della strampalata attività di ciarlatani.

De Luca pensava di attaccare solo il governo, ma scoprì il giorno dopo che i ciarlatani oggetto del suo strale erano persone che stavano sul suo libro paga, cioè quei medici di base che, grazie ad una convenzione con la Regione Campania, beccano quei 10mila euro al mese puliti puliti per gestire la salute di 800-900 mutuati.

Di fronte ai rimbrotti dei medici di Casoria, che si erano sentiti offesi, De Luca non replicò, ma chiamò Ferdinando Russo, il quale sempre in quei giorni si rese autore di una portentosa arrampicata sugli specchi.
Mai avrebbe detto che il suo progetto era una boiata pazzesca, per dirla alla Fantozzi, o roba da ciarlatani, per dirla alla De Luca.
E allora che si invento? Dichiarò ai giornali, in pratica, che i Registri Tumori erano, nientepopodimenoché i nipotini del suo progetto Epi.Ca., attivo dal 2012 fino al momento in cui erano entrati in funzione gli stessi Registri e gli uffici delle varie Asl a questi apprestati.

Qualche cretino appartenente alla categoria dei nostri colleghi scrisse anche che il progetto Epi.Ca. era stato il provvidenziale sostituto dei Registri Tumori, che avevano impiegato quattro anni per pubblicare i primi dati.

Beh, si dà il caso che esistano tante complicazioni, tante incertezze, tante modalità, tante variabili che possono portare a considerare un caso clinico una indagine di laboratorio indicatrice dell’esistenza di una patologia tumorale, quando in realtà non è così.

E sarà proprio questo che dimostreremo nei prossimi giorni, sforzandoci di studiare argomenti complicati come questo.

L’articolo che state leggendo non è stato scritto per spedire un siluro a Ferdinando Russo, ma viene pubblicato solo perché negli ultimi giorni si è creata una relazione tra i fatti finora narrati e il territorio di Caserta.

Pare infatti che quest’ultimo, nelle scorse settimane, abbia convocato alcuni medici di base casertani affermando di voler riproporre il progetto Epi.Ca. anche qui da noi, anche in un Asl dove esiste un regolare Registro Tumori e un ufficio, formato da medici e impiegati, che lo gestisce.
Non sarebbe bastato il fatto che il Ministero abbia ufficialmente ritirato l’adesione a questa modalità che noi, più elegantemente rispetto a De Luca, definiamo da apprendisti stregoni.
Non è bastata l’imbarazzata precisazione che Ferdinando Russo è stato costretto a fare nel novembre scorso.

Giustamente, siccome stavamo scarsi a Caserta di soggetti estemporanei nella sanità locale, è arrivato anche lui che, riteniamo, impegnerà molte nostre energie, come già successo con i suoi predecessori.