ASL, l’assunzione sospettissima dell’infermiera arrivata 434esima. Tre concetti dimostrano che si tratta dell’ennesima porcheria che colpisce i meritevoli non raccomandati
19 Aprile 2022 - 10:18
CASERTA (G.G.) – Era prevedibile e così è successo.
Chi non ha esperienza su questo tipo di notizie, può rimanere anche sorpreso dalle conseguenze causate dalla loro pubblicazione.
Noi che sul piano prettamente logico abbiamo attraversato il tempo della sorpresa, oggi, con l’esperienza empiricamente maturata sulla di molti articoli simili a quello con cui ieri sera abbiamo scritto dell’assunzione a tempo indeterminato della dottoressa Daniela Pasquariello, infermiera professionale, all’Asl di Caserta, abbiamo ben compreso i motivi per i quali un numero così grande di lettori si addensa attorno a un articolo del genere, facendo letteralmente esplodere anche l’esercizio del diritto a esprimere la propria opinione nei social forum.
Se un giornale pubblica un titolo in cui scrive di una assunzione sospetta, in una pubblica amministrazione, la notizia susciterà sicuramente una buona cifra di interesse, ma non certo al livello di ciò che nella rete si scatena quando l’assunzione riguarda una delle aziende sanitarie e ospedaliere della Campania, in particolare l’Asl di Caserta.
Ma cosa determina questa reazione anomala, di certo eccedente rispetto alla consistenza e all’importanza della notizia in quanto tale?
Ve lo diciamo subito. Siccome l’Asl di Caserta è stata amministrata per decenni da una “mappata” di mariuoli che non un’assunzione hanno realizzato senza conoscere chi vi si candidava al di là dei suoi titoli o, eventualmente, della preparazione mostrata in sede di esami, va da sé che essendo questa condizione assimilata, sopportata forse, sicuramente accettata da un senso comune che sputa giustamente veleno nel web, salvo poi accucciarsi ai piedi del potente di turno, ecco che l’approccio a questa notizia diventa famelico, solo apparentemente eccessivo.
Perché lo sanno bene tutti come funzionano certe cose nell’Asl di Caserta.
La vicenda dell’assunzione di Daniela Pasquariello fa acqua da tutte le parti.
Perché se ammettessimo, e non l’ammettiamo, la regolarità di tutta la fase preparatoria esplicitata nella delibera firmata dal DG Ferdinando Russo e proposta dalla dirigente del Personale Concetta Cosentino, per gli amici Tina, se dessimo per buono il fatto che la graduatoria, originariamente determinata dal concorso bandito dall’azienda ospedaliera Federico II, possa essere stata assimilata totalmente, possa essere divenuta uno strumento giuridicamente valido nella sua interezza, quale nuova graduatoria dell’Asl Napoli 2; se, ripetiamo, anche tutto questo fosse regolare, e secondo noi non lo è, ci dovrebbero sempre dire il motivo, anzi, parliamo bene, la ratio giuridica che muove le azioni di Tina Cosentino e del DG Ferdinando Russo nel momento in cui decine e decine di richiedenti, di presentatori di formale domanda di assunzione a tempo indeterminato nell’Asl di Caserta provenienti dalla graduatoria della Federico II, non sono stati presi minimamente in considerazione, al contrario della dottoressa Daniela Pasquariello, che in quell’elenco occupa il 434esimo posto, espressione della qualità e del giudizio formale attribuito ai suoi titoli e agli esiti dei suoi esami, a fronte del 200esimo, 220esimo occupati dai richiedenti respinti al mittente.
E ce l’avessero un mittente certo, questi poveri richiedenti, sarebbe già qualcosa.
Perché, quando sono andati a chiedere notizie all’Asl Napoli 2 dopo che questa aveva chiesto alla Federico II di usare la sua graduatoria, gli è stato risposto, negli uffici di Frattamaggiore in cui comandando manco a dirlo due casertani, il Dg Antonio D’Amore di Aversa e il direttore amministrativo Franco Balivo di Trentola Ducenta (per anni dirigente dell’area economica dell’Asl di Caserta e ottimo amico della sua ex collega Tina Cosentino).
Più leggiamo i documenti e più ci convinciamo che questa è l’ennesima porcheria consumata dall’Asl di Caserta. Ma stavolta non gliela facciamo passare liscia.
Come dire: non finisce qui.