ATO (O EDA) DEI RIFIUTI. Gino Pellegrino dice no alla presidenza. Ma Zannini è tranquillo con il suo squadrone di fuoriclasse già pronto

2 Marzo 2022 - 18:52

Il consigliere regionale ha una rosa di nomi “di tutto rilievo”: da Anacleto Colombiano, sindaco di San Marcellino, a Nicola Esposito, primo cittadino di Lusciano, passando per Vincenzo Caterino, sindaco di San Cipriano d’Aversa

 

CASERTA (g.g.) Avremmo evitato volentieri, e lo scriviamo spesso, per  affrontare gli argomenti della sedicente politica casertana, di occuparci di quest’altra porcheria riguardante il voto che di qui a venti giorni circa andrà ad eleggere i nuovi organismi dei due ambiti di gestione del ciclo dei rifiuti e delle acque di Caserta.

Questa provincia sta in mano a Giovanni Zannini, il che è tutto dire. Ovviamente, Zannini ha arruolato soggetti “in tinta” con un armonico accoppiamento di colori rispetto alla sua cultura e alla sua sensibilità politica e non solo politica.

Siccome stiamo inguaiati, questo arruolamento si è risolto in un passaggio nelle sue file dei tre quarti dei sindaci della provincia di Caserta i quali hanno trovato in Zannini un naturale interlocutore, che li ha accoppiati, poi li ha triplicati, poi li ha quadruplicati, poi li ha decuplicati e ancora centuplicati ad libitum, parolina latina, quest’ultima che tutto sommato dici sta anche bene in un ragionamento fondato su tutti i personaggi.

Giusto per capirci, oggi le punte avanzate, le truppe di elite del consigliere regionale di Mondragone annoverano autentici giganti del pensiero politipo. La prima fila fa letteralmente tremate i polsi: Anacleto

Colombiano, sindaco di San Marcellino rieletto qualche mese fa senza che nessun altro competitor riuscisse a mettere insieme uno straccio di lista concorrente; lo spassosamente stravagante Nicola Esposito, sindaco di Lusciano che una magistratura insensibile all’arte non certo minore della comicità ha osato prima indagare e poi rinviare a giudizio per una storiaccia di appalti truccati che non ha prodotto l’accusa di corruzione, venuta meno in udienza preliminare e pochi giorni fa in Corte di appello, ma ha comunque fatto sopravvivere capi di imputazione non certo lievi. Il trio delle meraviglie viene sigillato dalle rare competenze giuridico-amministrative di Vincenzo Caterino, sindaco di San Cipriano d’Aversa e da qualche settimana presidente di quell’altro orrendo carrozzone chiamato Gisec in cui dettano legge, da anni e anni, imprese di Casal di Principe, di Casapesenna, di Castel Volturno popolate direttamente o indirettamente da personaggi in passato coinvolti in indagini di camorra.

Siccome Vincenzo Caterino, per quello che è  poi successo nei giorni scorsi, con il Consiglio di sicurezza dell’Onu che non potendosi occupare della guerra di Ucraina visto che il diritto di veto che tocca alla Russia avrebbe bloccato una risoluzione di condanna, si è occupato proprio di Caterino sancendo che essendo lui il primo caso “fino ad ora c’erano quelli materiali ed immateriali” di patrimonio umano dell’umanità,  fatto sancito dall’Unesco, altro organismo dell’Onu,  il Caterino gode di una zona franca, di un’esenzione assoluta dal rispetto delle leggi, per cui può, indovinate, da presidente della Gisec, diffida il suo alter ego Vincenzo Caterino, sindaco di San Cipriano, affinché paghi 200moila euro per i servizi ricevuti negli impianti di rifiuti gestiti dalla Gisec, senza che questa cosina, che crea una crasi tra controllante e controllato, possa scalfire le cariche ricoperte, al punto che oggi mercoledì 2 marzo Vincenzo Caterino è placidamente sia presidente della Gisec e, dunque, creditore di Vincenzo Caterino sindaco di San Cipriano, sia, per l’appunto sindaco di San Cipriano, debitore di Vincenzo Caterino presidente della Gisec.

Per chiudere questa prima fila di dioscuri di Giovanni Zannini non può mancare la citazione dell’ottimo consigliere comunale di Castel Volturno Pasquale Marrandino che, in pratica, insieme a quell’altro professore della politica e di tante altre cose, il leghista Gincotti fa del sindaco Francesco Petrella, non a caso candidato con Zannini in una delle liste per il rinnovo degli organismi dei due ambiti sopra citati, quello che vuole.

Ora, volete che con  un kit di statisti di questo livello Zannini possa avere il problema di fronteggiare il dignitoso rifiuto oppostogli dal sindaco di Parete Gino Pellegrino di diventare presidente di uno dei due Eda, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dopo Vincenzo Caterino presidente della Gisec, noi vedremmo benissimo, infatti, Anacleto Colombino, Nicola Esposito e anche perché no, Pasquale Marrandino a presiedere l’organismo che dovrà presiedere l’intera filiera del ciclo “dis” integrato dei rifiuti.