AUTOVELOX, nuova sentenza della Cassazione: senza omologazione le multe sono nulle

16 Maggio 2025 - 18:33

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Con sentenza n. 12924 del 14 maggio 2025, la Corte di Cassazione ha emesso una decisione destinata ad avere un impatto rilevante sul sistema di rilevazione delle infrazioni per eccesso di velocità in Italia. Secondo quanto stabilito, non è sufficiente la sola approvazione ministeriale dell’autovelox per renderlo legittimo ai fini dell’accertamento delle violazioni del Codice della Strada: è necessaria anche l’omologazione formale dell’apparecchiatura.

La Suprema Corte ha chiarito che l’approvazione e l’omologazione sono procedimenti distinti, con caratteristiche tecniche e giuridiche differenti. L’art. 142, comma 6, del Codice della Strada, insieme all’art. 192 del relativo regolamento di esecuzione, richiede espressamente l’omologazione ministeriale degli strumenti utilizzati per rilevare elettronicamente la velocità dei veicoli. Di conseguenza, l’accertamento delle infrazioni tramite dispositivi privi di omologazione è da ritenersi illegittimo, anche se gli stessi risultano approvati dal Ministero dell’Interno.

La Cassazione ha inoltre osservato che la presenza o meno della taratura annuale dell’autovelox, seppur rilevante, è un aspetto secondario rispetto alla necessità imprescindibile dell’omologazione. L’omologazione è infatti la garanzia normativa e tecnica che lo strumento rispetti tutti i requisiti previsti per un corretto funzionamento e una rilevazione valida ai fini sanzionatori.

Secondo quanto riferito dall’avvocato Antonio Grimaldi, della Assoconsum, associazione operante per la tutela dei diritti dei consumatori, circa il 70% degli autovelox fissi attualmente installati in Italia non risulta omologato. Questo dato solleva interrogativi importanti sull’efficacia e sulla legittimità di molte sanzioni già emesse.

“Si tratta di una sentenza epocale,” afferma Grimaldi, “che potrebbe aprire la strada a ricorsi e richieste di annullamento per migliaia di verbali emessi in violazione della normativa vigente. Il cittadino ha diritto a essere sanzionato solo tramite strumenti che rispettano pienamente la legge”.

La decisione della Corte di Cassazione pone ora le amministrazioni pubbliche di fronte all’urgenza di verificare lo status di omologazione dei dispositivi installati e di adeguarsi alla normativa per evitare ulteriori contenziosi.

Nel frattempo, gli automobilisti sanzionati tramite dispositivi non omologati potranno valutare, con l’assistenza legale, la possibilità di ricorrere contro i verbali ricevuti.

Una svolta giuridica che, oltre a richiamare l’importanza della legalità formale nelle procedure sanzionatorie, rinnova il dibattito sull’uso corretto e trasparente degli strumenti di controllo della velocità sulle strade italiane.