AVERSA. Che blitz, Marco Villano, sul vecchio Prg: con un giochino di prestigio scompaiono i vincoli per i privati nelle zone F1 e G. Ma secondo noi la delibera non è valida

18 Maggio 2022 - 21:49

AVERSA (gianluigi guarino) Marco Villano, uomo di Stefano Graziano dall’ultimo lembo dell’alluce alla  cima di ogni suo capello, è come il Fantozzi in uno dei suoi film che, da sicuri esperti della materia, possiamo tranquillamente individuare in “Fantozzi va in pensione”.  Uno dei disturbi che il ragioniere più sfigato d’Italia aveva avvertito da quando non andava più al cospetto, pardon ai piedi dei suoi vari mega direttori, era il disturbo bipolare. Alternava, cioè, momenti di grande euforia che festeggiava sotto alla doccia cantando il ritornello di Felicità di Albano e Romina, con momenti di cupa depressione che accompagnava con qualche nota di una messa di Requiem. (clicca e vedi

)

E così fa Villano, alternando momenti di euforia che lo pervadono quando pensa agli ormai leggendari ritardi garantiti dalla Regione Campania con cui i Comuni della Provincia di Caserta, a partire dal suo, stanno attuando le procedure per l’approvazione del nuovo Puc i cui termini hanno  subito un rinvio dopo l’altro, già dal 2016, quando il De Luca “spacco qua, spacco la”, per la prima volta, dichiarò che ineluttabilmente, se non fossero stati approvati entro il 31 dicembre di quell’anno, lui, i sindaci della Campania, li avrebbe appesi tutti al muro spedendo un esercito di commissari ad acta, salvo poi non aver commissariato nessuno, garantendo sei anni di proroghe (e poi ha anche il coraggio di dire che questa regione è diventata un modello di efficienza ed innovazione).

Punta verso l’alto la parabola bipolare di Marco Villano perché, non essendo stato approvato nemmeno in giunta comunale, il nuovo Puc  di Aversa, questo  non produce alcun effetto, neppure quello sospensivo, congelante delle norme di salvaguardia che intervengono durante la fase che separano il primo via libera della giunta dall’approvazione del consiglio comunale, passando dalla fase delle cosiddette osservazione e per quella del controllo di ottemperanza, operato dall’amministrazione provinciale, rispetto agli strumenti urbanistici di rango superiore, Piano territoriale di coordinamento provinciale, o Ptcp che dir si voglia e, attraverso questo, il Piano urbanistico regionale generale che si esprime comunemente con un acronimo che lo definisce magnificamente più di ogni altra spiegazione: Purg.

Fino a quando il Puc non sarà presentato e approvato dalla giunta, Marco Villano potrà fare quello che gli pare. E, quindi, sotto la sua doccia “felicità è un bicchiere di vino con un panino”. Un minuto dopo, comincia, però, a pensare a tutto quello che c’è stato dal momento in cui è diventato assessore, a tutto quello che ha potuto mettere in opera essendo di gran lunga l’assessore più furbo, più potente e in grado di rapportarsi a vari mondi della città. Lui l’ha disegnata già la nuova Aversa. L’ha disegnata insieme ai suoi amici  imprenditori  Adriano PozziYari Cecere Questo pensiero, prima lo rende scalpitante poi  lo abbatte. Nella fase down, quando la curva bipolare punta la sua testa verso il basso riflette sul senso della vita, che per lui è rappresentato da ciò che è riuscito ad infondere nella testa dell’architetto di design, mister Davide Vargas, arrivato al vertice della struttura di piano, dopo una spericolatissima esperienza nell’Ufficio tecnico del Comune di Teverola.  Preoccupati dal deterioramento dell’umore del vice sindaco e super assessore, ci colleghiamo con il piano doccia di casa Villano per ascoltare, a questo punto, qualche nota di un requiem.

Ora, verrebbe da dire, leggendo il testo della delibera di giunta n. 81 dell’11 marzo scorso, che la bipolarità di Villano non si spiega, visto che la citata delibera dimostra che le ragioni dell’allegria, dell’euforia, cioè quelle legate alla parte positiva che emerge dal un Puc non ancora approvato, prevalgono nettamente su quelle della contrizione.  Clikkando sul link  che pubblichiamo in calce a questo articolo e che contiene la copia originale della delibera di giunta, vi imbatterete in  un testo piuttosto  complesso, fortunatamente non lunghissimo, per i più assolutamente incomprensibile, inespugnabile. Sappiate bene che quando la politica e le burocrazie dello Stato e degli enti locali complicano il linguaggio, coltivano, con feroce lucidità, l’obiettivo di evitare la divulgazione di certe notizie.

I Piani regolatori generali di una volta e, dunque, anche quello ancora vigente oggi ad Aversa, non prevedevano quasi mai l’introduzione del principio della perequazione nelle loro norme attuative, relative alle zone F1 e G.  Sicuramente non l’hanno previsto ad Aversa, così come dimostriamo pubblicando il testo integrale degli artt. 53 (zona F1) e 56 (zona G) delle Nto del Prg vigente.

Ora, se un privato ha un terreno in zona G o in zona F1, dovrà attenersi strettamente alle previsioni contenute, rispettivamente  nell’art.56 e nell’art. 53: chiese, scuole, verde pubblico, nelle cui aree si potrà insediare una minima volumetria legata esclusivamente alla manutenzione della vegetazione. E in più dovrà attenersi, stiamo parlando sempre di zona G e dell’art. 56 delle norme tecniche di attuazione del Prg, a certe misure che poi non sono poca cosa, ad esempio un indice di fabbricabilità di 2.5 metri cubi per ogni metro quadrato e un’altezza massima dei manufatti di 13 metri, in pratica 3 piani, con l’unica eccezione delle torri campanarie allegate alle chiese e che, se si chiamano torri, non possono  essere lunghe solo 13 metri.

Stesso discorso vale per un privato proprietario remoto o magari del recentissimo passato, cioè fresco fresco, di terreni classificati come zone F1, aree a destinazione molto simile, con qualche piccola variabile che potrete apprendere dalla lettura dei due articoli delle Nto che pubblichiamo in calce. Della parola perequazione neppure l’ombra.

Attenzione, ciò non significa che un privato non possa costruire ciò che è previsto dagli artt. 53 e 56. Uno vuole, ad esempio, desidera  edificare una scuola? Lo può  fare rispettando gli indici e le altezze, rispettando, ecco la parolina magica, i vincoli previsti nell’ art. 56, per le zone G, nell’ art. 53 per le zone F1.

Ricordate bene la parolina  magica “vincoli” e torniamo al costruttore di scuole che scalpita pure lui, perchè magari ha già strappato un impegno politico, che gli permetterà di realizzare una lucrosa vendita del nuovo edificio scolastico.

Se avesse avuto ancora un po’ di pazienza, Villano, il principio della perequazione, come lascia presagire il contenuto della  delibera di giunta da noi esaminata, l’avrebbe trovato nel nuovo Puc, visto e considerato che il principio che diventa criterio della perequazione, a differenza di 30 o 40 anni fa, oggi viene inserito un po’ dappertutto, nella maggior parte delle aree di territorio destinate agli usi più disparati. Ciò accade  per recuperare un po’ del tempo perduto, anzi del tempo rubato dal tradimento dei vincoli “extralerge” previsti nei vecchi Prge nei loro regolamenti,  per quel riguarda i cosiddetti standard, cioè le strade, le fognature, l’illuminazione, un piccolo parco giochi. Insomma, tutto quello che un privato che persegue un legittimo obiettivo imprenditoriale, mette a disposizione della comunità dei cittadini, andando, per l’appunto “a perequare”, la possibilità che l’ente pubblico, l’istituzione gli dà di sfruttare il territorio per, ripetiamo, legittime attività realizzate a scopo di lucro.

Allora, perché tutta questa fretta? Perché Villano, con una forzatura indiscutibile, ha dovuto inserire a freddo il principio della perequazione nelle aree F1 e G del Prg vigente? Chi è l’imprenditore, chi è il politico che non può aspettare neppure un altro minuto, cioè il tempo necessario per chiudere una volta e per tutte la pratica dell’approvazione del nuovo Puc?

Potremmo ancora scrivere molto, occupandoci dettagliatamente di un altro punto sicuramente in discussione relativo  alla questione ugualmente importantissima, parimenti importantissima, della individuazione  dell’organo di potestà a cui tocca di  deliberare su  una roba del genere, che nella versione approvata dalla giunta comunale di Aversa, viene manifestata con l’uso di una prosa volutamente complicata, in modo che nessuno ci capisca un’acca. Non ci divulgheremo ulteriormente, ma un’ultima domanda va doverosamente  posta: la giunta comunale ha il potere di approvare e rendere esecutiva una delibera che prevede l’iniezione, dentro alle norme tecniche di attuazione del Prg e quindi all’interno, dentro alla carne viva dello stesso Prg, di un principio che diventa metodo, criterio per effetto  del quale,  un privato che ha due terreni in zona G oppure uno in zona F1 e un altro in zona G possa edificare qualcosa, mettendolo al servizio del proprio business e possedendo magari una vaga identità di servizio pubblico o parapubblico, andandolo poi a perequare con una stradina pubblica d’ingresso con quattro lampioni installati nel suo secondo terreno, cioè non in quello in cui ha prodotto volumetria? Secondo noi, assolutamente no. E allora, andiamo con un un’ultima domanda, stavolta scopertamente retorica: se questa non è una modifica del Prg vigente, allora spiegateci quali sono le modifiche per le quali, solenni leggi alla mano, l’unico organismo ad avere la potestà deliberativa è il consiglio comunale con conseguente attivazione di una procedura totalmente sovrapponibile, (compreso il passaggio in Provincia) a quella che accompagna l’approvazione totale di un Prg e oggi di un Puc ?

Ricordate quando prima vi abbiamo pregato di concentrarvi sul termine “vincoli”? Ecco qua, ora possiamo dirvi il perchè di questo nostro invito: questa delibera rappresenta un modo surrettizio, ma assolutamente lucido, per abolire, di fatto, i vincoli che il piano regolatore ancora oggi vigente aveva strutturato per le zone F1 e G del Comune di Aversa, agli articoli 53 e 56 delle sue norme tecniche di attuazione.

Continueremo a seguire la vicenda.

 

CLIKKA QUI SOTTO PER LEGGERE LA DELIBERA DI GIUNTA E ANCORA GLI ART. 53 E 56 DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PRG DI AVERSA

delibera Villano

 

Art. 53
Zone F1 per attrezzature pubbliche e di uso pubblico di interesse territoriale
1. Comprendono le aree destinate alla realizzazione di opere per l’istruzione
universitaria superiore e , per attrezzature culturali e sociali, per le attrezzature
sanitarie, per impianti di depurazione, le aree cimiteriali, per le attrezzature militari,
e per i mercati generali e per il macello. Sono ammessi tutti gli interventi.
2. E’ sempre ammessa la destinazione a verde delle aree destinate alle
attrezzature di cui al primo comma.
Nell’area destinata ai mercati generali è ammessa inoltre la destinazione ad attività
espositive, commerciali ed amministrative di una aliquota della volumetria
complessivamente realizzabile, in misura non superiore al 15%.
3. Nelle zone F1 il P.R.G. si attua per intervento edilizio diretto, nel rispetto della
legislazione vigente e dei seguenti indici:
– lf 2,5 mc/mq
– H max mt 13,00 (3 piani + PT)
La dotazione di aree per la sosta degli autoveicoli va dimensionata in relazione
all’attrezzatura progettata sulla base di uno specifico studio da allegare al progetto;
in ogni caso la dotazione minima e’ di due posti macchina ogni 100 mq di
superficie utile netta.
4. Le aree cimiteriali sono delimitate nelle planimetrie del P.R.G.. Le relative fasce di
rispetto, in conformità a quanto stabilito dall’art.338 del TULS n. 1265/34 e dell’art.57 del DPR
285/90, hanno la larghezza di ml.200. Tale dimensione potrà essere ridotta fino al limite di ml 100 (in
conformità alle disposizioni della L.R.14/82) previo svolgimento della procedura di deroga nel
rispetto delle modalità previste dal citato art.338 come modificato dall’art.28 della L.166/2002. Nelle
more del perfezionamento della procedura di deroga indicata al capoverso precedente le
classificazioni del PRG relative alle aree localizzate nella fascia compresa tra i 200 ed i 100 ml dal
perimetro esterno del Cimitero sono inefficaci.

Art. 56
Zone G destinate ai servizi di interesse urbano e di quartiere
1. Le zone per i servizi di quartiere sono destinate alla realizzazione delle opere
per l’istruzione di base e dell’obbligo (IB), delle attrezzature religiose esclusi i
conventi (AR), dei centri civici ed attrezzature culturali e sociali (CC), dei servizi
sanitari ed assistenziali (H), del verde pubblico di quartiere (VP), delle attrezzature
sportive (AS), dei parcheggi pubblici (P), delle attrezzature dell’amministrazione e
dei servizi pubblici (AP) delle biblioteche (B), del mercato (M) e degli impianti
tecnologici (IP).
La dotazione complessiva di aree destinate a zone G nell’intero Comune, non puo’
essere inferiore a 20 mq./abitante.
2. Nelle planimetrie di piano sono indicate le specifiche destinazioni le zone G
devono essere preferibilmente utilizzate per la destinazioni suddette. Ove
necessario, e’ tuttavia consentito, previa conforme deliberazione del Consiglio
Comunale, il loro utilizzo per una destinazione diversa purche’ compresa fra quelle
indicate al comma precedente, fermo restando quanto disposto al successivo
comma 5.
3. Con l’eccezione delle zone a verde pubblico, l’edificazione e’ ammessa nel
rispetto dei seguenti indici:
– altezza massima Hm 13,50 mt
– distanza minima dai confini del lotto: meta’ dell’altezza del fronte prospiciente con
un minimo di mt 5,00;
– distanza fra le fronti: vedi articolo 3 delle presenti N.T.A.
– ‘indice di fabbricabilita’ fondiaria (If): 2,5 mc/mq
I parametri indicati al comma precedente non si applicano alla costruzione delle
torri campanarie, civiche, ecc.
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4. Nelle costruzioni realizzate nelle zone G possono essere ospitate anche attivita’
accessorie e funzionali alla specifica destinazione di P.R.G.
5. Nelle aree destinate a verde pubblico e’ consentita soltanto la realizzazione dei
manufatti necessari per la gestione, l’utilizzo e l’arredo del verde stesso, oltre alla
realizzazione di impianti sportivi compatibili con la sistemazione a verde.
E’ sempre ammessa la destinazione a verde pubblico di quartiere delle aree
destinate alle altre attrezzature di cui al primo comma.
6. Nelle aree a verde destinate al “parco lineare” lungo l’ex tracciato della ferrovia
alifana destinata a pista ciclabile è vietata qualsiasi edificazione. Sono altresì
vietati i distributori di carburante. E’ consentita la messa a dimora di essenze
arboree, di cespugli nonchè la realizzazione di pavimentazioni e di aree per le
attività all’aperto.
7. Nelle zone destinate a parcheggio (P) e’ ammessa la costruzione di edifici
multipiano siano essi fuori terra che interrati ,da utilizzarsi come autosilos. E’
consentito che i piani terreni di tali edifici siano utilizzati anche per ospitare attivita’
commerciali ed amministrative, pubblici esercizi e simili.
8. La dotazione di aree per la sosta degli autoveicoli va dimensionata in relazione
alle attrezzature, sulla base di uno specifico studio da allegare al progetto.