AVERSA. LA FOTO. Quel primo piano di Piazza San Domenico venduto da Pasquale Giuliano a Gennaro Pitocchi. Respingiamo ogni illazione: non sono in costruzione otto appartamenti, in violazione dei vincoli della Soprintendenza
15 Giugno 2025 - 19:54

Per cui le finestre a nicchia sono destinate ad accogliere statue di Santi, finalizzate a stimolare l’intercessione per i peccati di un tempo, ormai dimenticati. Mentre le buste di plastica, che coprono la visuale del balcone, rappresentano un peccato veniale da parte di un uomo tradizionalmente difensore dell’ambiente che usa, per mantello, ancora la plastica che asfissia il pianeta. E allora le tolga e dimostri a tutti che lì dietro non ci sono né un solaio, né un soppalco. Nella foto il palazzo di Gennaro Pitocchi: si vede una serie di nuove finestre tra il primo piano e il tetto. Indicate dalla freccia, buste di plastica che ostruiscono la visuale
AVERSA (g.g.) – Una porzione importante di questo bellissimo palazzo di Piazza San Domenico, il primo piano che si sviluppa su due lati interrotti da un angolo, era di proprietà della famiglia dell’allora parlamentare Pasquale Giuliano, già sottosegretario di Stato alla Giustizia e magistrato.
Giuliano lo ha venduto un bel po’ di anni or sono a Gennaro Pitocchi. Un nome e una garanzia di creatività, che si sviluppa nel perimetro di una concezione piuttosto singolare sul valore della legge, sul valore delle norme, che diciamo non collima con i principi basilari delle dottrine del diritto, della stessa filosofia del diritto e di tutte le giurisprudenze d’Italia. In altre parole Gennaro Pitocchi ha inaugurato una sorta di scuola di pensiero che porta però ineluttabilmente all’azione. Sono tanti quelli che abitano in quei paraggi o che comunque frequentano, da aversani doc, Piazza San Domenico, a giurare che quella sequenza di nicchie che sovrasta il primo piano è un qualcosa di posticcio, comparso da poco tempo. Dalla fotografia si vedono benissimo perché sono al di sopra dei balconi.
Ora, il motivo per cui Gennaro Pitocchi abbia costruito queste nicchie lo sa solo lui. Magari si tratta di un’improvvisa fulminazione mistica e lì dentro ci vuole mettere immagini di santi, o comunque sacre. Però non si capisce in questi tempi in cui c’è una campagna mondiale contro l’uso della plastica, Gennaro Pitocchi, uomo storicamente, quasi proverbialmente sensibile ai destini del macro e del micro clima, debba ostentare in maniera smargiassa quelle buste di plastica che stanno proprio infondo al palazzo al primo piano, dal lato del tabacchi. E che noi indichiamo con una freccia.
Scusa, Pitocchi, ma cosa c’è di importante lì dietro la cui vista deve essere protetta da questa sequenza di buste di plastica? Delle opere d’arte che lei, storicamente sensibile alla cultura e al bello, ha ritenuto di dover comprare per donare poi ad Aversa il suo sforzo da mecenate della cultura?
Guardi, sul serio: noi siamo nati per essere controcorrente. E siccome oggi, rispetto al passato, sono tanti di più quelli che parlano male di lei, che parlano male di Gennaro Pitocchi, di suo figlio che incassa tanti incarichi dai comuni, noi che godiamo nel fare i bastian-contrari, asseriamo da qualche tempo che Gennaro Pitocchi è una persona seria, brava e onesta come abbiamo già scritto nell’articolo sulle indiscrezioni sulla squadra che Anacleto Colombiano sta preparando per il post 27 giugno, quando ritiene che i consiglieri comunali dei 104 comuni lo eleggeranno Presidente della Provincia (CLICCA E LEGGI).
Ha letto quell’articolo? e anche stavolta vogliamo urlare a tutti che quelle nicchie sono frutto di un esercizio votivo e non, come dicono quelli che sparano a zero su tutto e tutti, che rappresentano dei punti luce.
E poi punti luce per che cosa? Lei ha acquistato a suo tempo, da Pasquale Giuliano, un piano intero di un palazzo storico che ha delle sue altezze, ragguardevoli, dei suoi spazi. Voleva farne la sua dimora, poi i fatti della vita l’hanno portata altrove, precisamente a Caserta Vecchia, dove su una dimora non meno confortevole divide la sua vita con la sua compagna Teresa La Palomenta. Per cui lì c’è un piano solo, e quelle aperture a nicchia servono a metterci le statuette non per farci entrare la luce. Perché la luce servirebbe qualora, all’altezza di queste finestre, ci fossero aree abitabili distinte. In poche parole se qualcuno, nottetempo, avesse chiuso tutto e avesse iniziato dei lavori, costruendo un bel solaio, soppalchi, in modo tale che una o due aree di abitazione si trasformassero in sei, sette, otto appartamenti.
Per cui, facciamogliela vedere a tutti, noi di CasertaCe e lei, uniti. Tolga quelle buste, apra tutti i balconi, e faccia vedere agli aversani che come lei l’ha comprato da Pasquale Giuliano, quel primo piano ha mantenuto la sua struttura fisica. Così la finiamo con i pettegolezzi, i quali poi sotto sotto vorrebbero e si augurerebbero un blitz della Soprintendenza, in considerazione del fatto che quello è un palazzo vincolatissimo in cui nulla si può all’esterno e all’interno senza il placet dell’organismo di tutela storico-architettonico del Governo.
Ma figuriamoci se lei Pitocchi, con la sua storia, il suo portato, il suo know-how, si mette a violare le norme vigenti. Magari l’ha fatto in passato, ma oggi non la fa più come dimostra la scelta di dedicare alla istanza, finalizzata ad ottenere l’intercessione dei Santi, per un perdono ad uno che ha deciso di cambiare vita e che magari può utilizzare anche l’anno giubilare, che serve proprio a questo, cioè ad andare a Roma per ottenere, grazie all’anno santo, l’indulgenza plenaria.