BIDOGNETTI ARRESTATI. Un litigio tra bambini poi l’ordine di Gianluca: un agguato nel bar per vendicare l’offesa

23 Novembre 2022 - 12:49

CASAL DI PRINCIPE – Un litigio tra bambini poteva scatenare un agguato. “Siete una famiglia di falliti, non siete più nessuno, siete na banda e sciem“. Tali offese vennero proferite dal figlio di Attilio Guida, zio di Emilio Martinelli detto Barone, affiliato al clan Schiavone, al figlio di Katia Bidognetti, il quale tra le lacrime invocò lo zio Gianluca “che metterà tutto apposto quando verrà scarcerato”.

E’ Vincenzo D’Angelo, compagno di Teresa Bidognetti, poi, ad intervenire per chiarire la questione con Emilio Martinelli “Quelle cose le ha dette il figlio di Attilio, i bambini possono pure dire parolacce ma siete una famiglia di falliti, non siete più nessuno, siete na band e sciem… a casa mia il più poco tiene quattro ergastoli” è la replica di D’Angelo a Martinelli sul cattivo comportamento del figlio dello zio perché ritiene che “tali insulti seppur per bocca dei bambini sono il modo di esprimersi degli adulti e questo è inaccettabile“. Quando l’accaduto arriva a Gianluca Bidognetti, in carcere a Terni, parte l’ordine di una spedizione punitiva nei riguardi di Attilio Guida al fine di colpire Emilio Martinelli. L’agguato doveva compiersi in un bar di San Cipriano dove Guida si recava spesso e dovevano essere Umberto Cerci, Antonio Lanza Piotta, tale Aniello e Vincenzo D’Angelo a doverlo eseguire. La punizione saltò per l’intervento di Teresa che convinse il D’Angelo a desistere. Ma Gianluca non arretrò, se la sarebbe vista da solo con Barone una volta uscito dal carcere.