CAPODRISE. Dimissioni macchietta: il sindaco Vincenzo Negro si approva lui, la D’Angelo e Ricciardi l’elenco delle opere pubbliche e durante la processione indossa anche al fascia tricolore

18 Luglio 2023 - 18:43

Desta più di una perplessità il comportamento del primo cittadino. Il duro commento del consigliere di opposizione Gaetano Argenziano. In calce all’articolo la delibera di giunta su cui “Siamo Capodrise” si è astenuta

CAPODRISE (g.g.) Se il sindaco di Capodrise Vincenzo Negro fosse seriamente intenzionato a rendere irrevocabili le sue dimissioni, non avrebbe convocato la giunta comunale, così come ha, invece, fatto lo scorso 10 luglio. Perchè se uno si dimette, pur essendo, secondo le norme contenute nel Tuel, questo atto revocabile, si mantiene distinto e distante dal Comune magari comunicando formalmente al segretario la sua volontà di allontanarsi per le tre settimane scandite dai termini giuridici e lasciando dunque conseguentemente la cura degli affari correnti al suo vice. Ma questo accade nei luoghi della civiltà democratica e non nei posti governati da chi, non ce ne voglia il signor Vincenzo Negro, inteso come persona fisica, succede che al governo ci siano soggetti come lui, che ha fatto tutto quello che ha fatto al tempo in cui era presidente del consiglio comunale, con certi appalti e certi affidamenti e molte altre cose, così come scrivemmo ai tempi dell’ultima campagna elettorale, guadagnandoci una raffica di insulti evidentemente suggeritigli dal suo amico Antonello Velardi, e urlati dal palco di un comizio. Contumelie che noi, avendo memoria di elefante, non ci siamo affatto scordati e a cui al momento giusto risponderemo a tono.

Ma Vincenzo Negro, non solo ha convocato la giunta, ma non lo ha fatto certo per licenziare atti dovuti, di ordinaria amministrazione, bensì per dare il via libera all’elenco annuale del piano triennale delle opere pubbliche, documento obbligatoriamente da associare al bilancio di previsione i cui termini per l’approvazione scadono il prossimo 31 luglio . Ora, calcolando che il termine per rendere definitive o per ritirare le dimissioni è quello del 23 luglio, un commissario prefettizio avrebbe avuto tutta la possibilità, nella settimana tra il 24 e il 30 di approvare sia il paino triennale delle opere pubbliche che il bilancio di previsione, magari prendendosi anche qualche giorno in più, nella considerazione che un delegato del prefetto possiede, giocoforza, un maggiore spazio di tolleranza temporale rispetto ad un organismo politico che comunque non avrebbe nel 31 luglio il termine ultimativo, fissandosi lo stesso nell’ultimo giorno dell’eventuale spazio temporale di una diffida prefettizia il cui superamento, a sua volta, alla luce dei nuovi orientamenti giurisprudenziali del Consiglio di Stato, non comporterebbe lo scioglimento dell’organismo consiliare, ma, come extrema ratio, la nomina di un Commissario ad acta sempre di origine prefettizia.

Ciò significa che, pur essendo l’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche, collegata necessariamente all’utilizzo di fondi del PNRR, il sindaco Vincenzo Negro si sarebbe potuto astenere, dando un senso istituzionale di serietà a dimissioni, che già di per se si inquadrano in un buffo istituto dell’ordinamento regolato dal diritto amministrativo italiano vigente, come una sorta di barzelletta (visto che se uno di dimette, si dimette e basta e non gli dai un termine di 20 giorni per ritirarsi), ma, a Capodrise vedono sviluppare una specificità ancora più deteriore, dato che manco a dirlo il sindaco ha convocato la giunta, a cui hanno partecipato lui, l’assessora Luisa D’Angelo, quest’ultima pomo della discordia e motivo principale della crisi politica che lo ha indotto a quelle che ad oggi rappresentano, stante queste evidenze, delle finte dimissioni, ma anche altri due assessori tutti dissidenti.

La delibera, manco a dirlo, è stata approvata con i soli voti favorevoli dello stesso Vincenzo Negro che da sindaco dimissionario va, dunque, a proposito delle evidenze di cui scrivevamo prima, ad approvare un documento strategico e dai suoi fedelissimi, la già citata assessora Luisa D’Angelo e il suo collega Pasquale Ricciardi.

Al contrario, si sono astenuti i due componenti della giunta, entrambi dissidenti: il vice sindaco Nicola Cecere e l’assessore Margherita Nero i quali hanno motivato la loro decisione, riportandosi alla richiesta formulata dal loro capogruppo in consiglio comunale, dato che i due fanno entrambi parte del movimento politico “Siamo Capodrise”, sulla necessità di effettuare un confronto politico sulle delibere, confronto che ad oggi non vi è stato.

Non siamo stati messi a conoscenza, – hanno continuato Cecere e Nero nella nota di commento alla loro decisione di astenersi – da parte degli uffici comunali, di scadenza imminenti, tali da non poter differire l’adozione delle delibere di un paio di giorni, cioè dopo il richiesto confronto politico.

Questo, il vice sindaco Cecere e l’assessora Nero, lo scrivevano 6 giorni fa. Non sappiamo se poi il confronto ci sia stato o meno. Ma se c’è stato ha prodotto, almeno per il momento, una fumata nera.

Ma la tensione tra il sindaco e la componente della sua maggioranza “Siamo Capodrise” non si è limitata solo all’episodio della convocazione della giunta e della conseguente approvazione dell’elenco annuale delle opere pubbliche contenute nel piano triennale. Domenica scorsa, 16 luglio, infatti, durante la processione per la Madonna del Carmelo svoltasi nel pomeriggio erano assenti il presidente del consiglio comunale Luisa Palazzo e lo stesso capogruppo di “Siamo Capodrise” Michele Di Paolo. Assenze che hanno fatto molto discutere e che la dicono lunga sulla difficoltà che connota oggi quello che appare un dialogo tra sordi tra il sindaco e molta parte della sua maggioranza. E a proposito del primo cittadino, questi era, invece, presente alla processione, “marcato a uomo” dalla già citata assessora Luisa D’Angelo e dal consigliere comunale Giuseppe Salzillo.

Negro ha finanche indossato la fascia, dimostrando ancora una volta una scarsissima sensibilità per l’istituzione comunale da cui sarebbe stato serio allontanarsi almeno per i 20 giorni dei termini previsti dalla legge.

Tra le altre cose, indossare la fascia ha rappresentato un elemento aggiuntivo, complementare e opzionale, visto e considerato che il cerimoniale di tutti i comuni la prevede solo in occasione del Corpus Domini.

A commento di tutti questi fatti, ci è arrivata una breve nota dell’avvocato Gaetano Argenziano, consigliere comunale di opposizione “Non so – scrive- come andrà a finire questa storia. So che ci sono gli scilipoti di turno (la storia è quella di un parlamentare trasformista di qualche anno fa e sarebbe adesso lungo e tedioso ricordarla, n.d.d.), pronti a fare il salto della quaglia ma per Capodrise e i capodrisani mi auguro -così conclude Gaetano Argenzianoche si torni al più presto alle urne”