CASAL DI PRINCIPE L’ingegnere, discepolo di Roberto Saviano, intasca una montagna di quattrini grazie ad una funzione incompatibile e illegittima. La Corte dei conti…

3 Dicembre 2021 - 21:00

Siamo venuti in possesso di un’interessantissima determina dell’Unione dei Comuni delle Murge con la quale viene revocato l’incarico di Dec, Direttore per l’esecuzione dei contratti, che l’ex sindaco di Camigliamo, mister riciclone, svolgeva mentre era dirigente a tempo pieno del Comune di Casale

 

 

CASAL DI PRINCIPE (G.G.)Vincenzo Cenname rappresenta uno dei prototipi più interessanti di quella che potremmo definire come l’officina delle reputazioni.
Sin dal tempo in cui era sindaco del micro-comune di Camigliano, Cenname è riuscito a organizzarsi in maniera razionale, curando molto più l’involucro che il contenuto dello stesso.
In questa provincia ciò è garanzia di successo.
In un luogo in cui troneggia il pensiero debole e dunque la superficialità, contano gli annunci, la comunicazione assidua, il packaging, visto e considerato che il tessuto socio-culturale non è in grado, men che meno prova interesse per questo valore, di valutare una persona controllando la rispondenza materiale tra il pensiero, l’azione e soprattutto i risultati.

Quando i discorsi sulla raccolta differenziata si sviluppavano lontano, molto lontano da Terra di Lavoro e dalla Campania, Vincenzo Cenname si gettò a tuffo, ritagliandosi lo spazio di eroe dell’ambientalismo, facendo arrivare il Comune di Camigliano agli onori delle cronache nazionali come uno dei più “ricicloni” dello Stivale.
Al tempo, pur riconoscendo la validità e l’autenticità di quei risultati, il sottoscritto evidenziò che la grande capacità di Vincenzo Cenname non era consistita nell’aver raggiunto quelle cifre nella separazione delle varie frazioni dei rifiuti, quanto nella capacità di averle comunicate senza dare tutte le informazioni, a partire da quelle demografiche e, dunque, facendo in modo che non ci fosse, in questa provincia, un solo scafesso che evidenziasse un dato importante se non decisivo per il raggiungimento di quegli standard della raccolta differenziata.
E cioè che Camigliano è una piazza o poco più. Ora, è vero che c’erano sindaci di comuni delle stesse dimensioni non all’altezza nemmeno di schierare quattro cassonetti fetenti di colore diverso per raccogliere i rifiuti, ma è anche vero che a Cenname bastò organizzare un centinaio di nuclei familiari per poi andare a paragonare le percentuali di Camigliano con quelle di Caserta, Aversa, Napoli, Milano, ecc.

A Cenname va dato atto di essere sempre riuscito a fare la scelta giusta al momento giusto.
Essendosi ritagliato questa aura di ambientalista e legalista, non poteva non essere associato, quand’anche in posizione non rilevantissima, alla scuderia di mister packaging, anzi del packaging dei packaging, dell’involucro degli involucri, Roberto Saviano.

Vabbè, se l’ha detto Saviano che questo Cenname è un profeta o anche un discepolo della legalità, altro che super green pass.
E allora quale luogo migliore per esercitare questo apostolato se non il Comune di Casal di Principe?
Correva l’anno 2015 e il già sindaco Renato Natale, altro esponente di rilievo degli untidalsignore, lo chiamava a sé consegnandogli, con un bel contratto ai sensi dell’articolo 110 del Tuel, le chiavi dell’Ufficio Tecnico. Cenname si ambientò immediatamente, al punto da partecipare, vincendolo a mani basse, con una fumata di sigaretta come si suol dire, il concorso bandito dal Comune di Casal di Principe nel 2018 per un posto a tempo indeterminato come responsabile dell’Ufficio Tecnico, Ambiente, Urbanistica ed Edilizia Scolastica, categoria D1.
Step by step per il razionalissimo Vincenzo Cenname, la vita è un divenire concreto. Nel senso che i cambiamenti devono svilupparsi e risolversi sempre in una crescita della propria condizione economica. Non a caso abbiamo evitato di adoperare l’aggettivo “professionale”. Perché, ce lo consenta l’ingegnere Cenname, questa sua idea di incrociare una figura professionale che gli consente di appuntarsi i gradi di Dirigente per l’Esecuzione del Contratto (DEC) desta, a nostro avviso, significative perplessità che, al momento, possiamo esprimere solamente muovendoci nel terreno dell’opportunità.
Non sia mai detto, infatti, che un profeta del verbo savianeo possa commettere un atto discutibile anche sul piano della legalità.
E allora diciamo che l’aver svolto, in questi ultimi anni, la funzione di dirigente al Comune di Casal di Principe, svolgendo contemporaneamente in 12 comuni tra cui due casertani, cioè Casagiove e Capua, l’incarico di libero professionista, assoldato dai Comuni per ricoprire la carica, divenuta obbligatoria, di Dec, che poi significa sorvegliare che i contratti stipulati tra i Comuni e le imprese titolari della raccolta dei rifiuti solidi urbani siano effettivamente rispettati.
Ovviamente, facendo il Dec si guadagnano fior di quattrini.
Siamo stati colti da un moto di formidabile sorpresa nel momento in cui abbiamo letto una determina dell’unione dei Comuni dell’Alta Murgia, comprendente le città di Gravina di Puglia, Toritto, Santeramo in Colle, Grumo Appula, Poggiorsini, tutti in provincia di Bari.

I dirigenti di questa unione hanno osato l’inosabile, revocando il contratto al pupillo di Roberto Saviano. L’infausta data è quella del 15 settembre 2020.

“(…) Una grave e perdurante carenza di professionalità – così è scritto testualmente – data dalla mancanza del direttore tecnico responsabile da cui deriva una grave negligenza e inadeguatezza della società Esper Srl”.

Quando l’Unione dei Comuni delle Murge parla di latitanza (lapsus non freudiano) del direttore tecnico si riferisce proprio a Vincenzo Cenname, il quale, come risulta da più visure storiche, ricopre questa carica.

Ma la determina dice qualcosa in più nel momento in cui afferma che il Dec Vincenzo Cenname “ha posto in essere comportamenti idonei a compromettere il regolare svolgimento del servizio”.

E ancora: “Il mancato rispetto delle norme di legge, essendo stato violato il principio del possesso dei requisiti per tutta la durata della procedura e per tutto il periodo dell’esecuzione dello stesso (il contratto), senza soluzione di continuità”.

Ma quali sono, ci chiediamo a questo punto, le norme di legge che i “sacrileghi” dirigenti pugliesi osano affermare che Vincenzo Cenname abbia violato?

Ci soccorre di nuovo la determina, che parla a questo punto esplicitamente di “mancato rispetto delle norme di legge previste per l’affidamento di incarichi a dipendenti pubblici che comportano la nullità dell’incarico affidato”.

Bisognerebbe capire, a questo punto, se Vincenzo Cenname abbia o meno controdedotto o addirittura impugnato questa determina al cospetto del Tar di Bari. No, non l’ha fatto.

Capita l’antifona, cioè letta la prima comunicazione precedente alla determina e datata per la precisione 2 settembre 2020, numero di protocollo 284U/2020, ha provato a realizzare una sorta di ritirata strategica, chiedendo la “risoluzione consensuale del contratto”, che aggiungiamo noi, messa in questo modo, somiglia ad una roba tipo “ci ho provato, mi hanno sgamato e me la do a gambe”.

Va aggiunto che si corre con più vigore quando, prima della fuga, si sono incassati 44.970 euro, come è scritto nella determina con la quale, respingendo la proposta di una rescissione consensuale “aumma aumma”, formulata da Cenname, l’Unione dei Comuni dell’Alta Murgia revoca unilateralmente e non consensualmente il contratto.

Un atto che la dice lunga su una cosa a cui è connessa un’altra cosa: gli amministratori dell’ente pugliese sono incazzati di brutto con Cenname e probabilmente sono anche impauriti dal fatto di non aver controllato a monte che l’ingegnere di Camigliano svolgesse contemporaneamente l’incarico di dirigente dell’Ufficio Tecnico di Casal di Principe e quello di DEC della citata unione.

Perché dei 44.970 euro scuciti potrebbe chiedere conto la Procura presso la sezione pugliese della Corte dei Conti.

Perché se tu hai pagato un professionista che illegalmente, almeno questo sostiene l’Unione, ha ricoperto il suo ruolo, vuol dire che la situazione è destinata a ingarbugliarsi, perché magari ci può essere anche un magistrato penale che va a verificare i documenti del bando allo scopo di comprendere se l’Unione, omettendo qualche atto d’ufficio, abbia finito per abusarne.

E ancora, se la Esper Srl abbia depositato tutti i documenti previsti dalla legge autocertificando l’inesistenza di condizioni di incompatibilità.

Cosa rimane di questa storia? Il fatto che Cenname si è messo a part-time; rimane che ha coinvolto nella Esper il geometra Raffaele Petrillo, che lavora nello studio dell’architetto Paolo Natale, nipote del sindaco Renato Natale e uomo di fiducia familiare del primo cittadino, che magari si aspetterebbe dal nipote l’occhio lungo su queste cose e non l’ingresso di un proprio collaboratore di studio in una società che ha svolto, fino ad oggi, gli appalti vinti con un direttore tecnico illegalmente costituito.

Conclusione: noi verificheremo con attenzione le norme vigenti sull’incompatibilità e verificheremo anche se basti mettersi a part-time per poter fare quello e quello.

Detto ciò, però, che ne facciamo dell’ex tunc, cioè del pregresso, del retroattivo, di tutto ciò che Cenname ha svolto in 12 Comuni dove avrà incassato centinaia di migliaia di euro, trovandosi esattamente nella stessa condizione sanzionata dall’Unione dell’Alta Murgia.