CASERTA. Ancora problemi al sottopassaggio ferroviaria di via Acquaviva. Vera croce del quartiere

10 Giugno 2025 - 21:57

Caserta (pm)Da svariati giorni, il sottopasso ferroviario di via Acquaviva manca di illuminazione in tutta la sua lunghezza, tranne che per un breve tratto rischiarato debolmente dalla luce di un neon che ancora funziona. Scendendo nel corridoio, l’impressione non è delle più piacevoli, perché si ha la sensazione di scendere in un antro scuro ed il vostro cronista l’ha sperimentato di giorno. Con il buio della sera immaginiamo che sia anche peggio.

Per i residenti il fatto non meraviglia, perché la struttura presenta da sempre problemi continui. E se si potessero fare i conti di quanto sia costata nel tempo la  manutenzione ordinaria e straordinaria si potrebbe scoprire che forse con quei soldi la si sarebbe potuta fare daccapo. Non passa inverno che non si allaghi, non passa semestre che non si eseguano interventi, rappezzi, sarciture. La più classica Fabbrica di S. Pietro,  possibile solo nel pubblico perché tanto paga Pantalone. Il privato difficilmente, dopo aver affidato un lavoro che deve essere rifatto perché eseguito male, non ne chiede conto e ragione all’impresa ingaggiata.

Ma tutto questo, come dicevamo, è risaputo. Dunque, lo riferiamo a beneficio della commissione straordinaria del comune, che non conosce storie e vicende di questa città “sbrindellata”, come l’ha recentemente definita l’archistar Massimiliano Fuksas nel corso di un convegno cittadino.

A questo riguardo vale la pena aprire una parentesi, perché l’architetto di fama mondiale chissà se sa che l’ha scampata bella per tale sua affermazione. Se ci fosse stato ancora il sindaco Marino, una bella querela non gliela levava nessuno. L’ex-primo cittadino, nei suoi quasi dieci anni di sindacatura, non ne ha fatta passare nessuna. Anche quando la città è stata definita solo anonima da una nota guida turistica internazionale ha minacciato sfracelli. Anche se ha contribuito a fare abbattere i palazzi storici più belli del centro storico, sostituiti da edifici più che improbabili, chissà come faceva a credere Caserta

come città architettonicamente pregevole.

Tornando in argomento, vorremmo che i commissari insediati a palazzo Castropignano sapessero che il sottopassaggio  ferroviario di cui parliamo è vitale perché collega  la città, quando i due passaggi a livello presenti sono chiusi, con il suo quartiere più popoloso di oltre 20mila residenti. E’ un continuo via vai, soprattutto con l’aumento esponenziale, che si è avuto nel tempo, del traffico ferroviario.  

Per tale ragione si vorrebbe che il sottovia fosse tenuto  in condizioni, non si pretende perfette, ma almeno di efficienza e decorose. Invece è una pena, con questi episodi di continue disfunzioni e guasti.

La città ha sempre funzionato così. Ed anche in un caso del genere, nonostante l’urgenza incidendo su migliaia di persone, non si interviene subito a riparare e porre rimedi, ma si va alle calende greche.

Ovviamente tutto è riconducibile alla incultura istituzionale che domina la burocrazia comunale che, non avendo vero spirito di servizio per la città, pensa che tutto si possa fare con i suoi tempi levantini. Tanto che fretta c’è. Alla fine del mese lo stipendio arriva lo stesso.

Se questo periodo di commissariamento riuscisse a mettere un poco di ordine ed a dare efficienza alla sgangherata macchina comunale già sarebbe un’impresa storica per il capoluogo.

Intanto, ci segniamo questa data per contare quanti giorni ancora  ci vorranno per ridare l’illuminazione al sottopassaggio, quasi fosse cosa, questa, strabiliante.