CASERTA. Che scivolone i commissari su Luigi Vitelli. Punto per punto ecco i motivi per cui tenerlo nell’Ufficio tecnico è deleterio e pericoloso. E alle 8 di mattina…

17 Giugno 2025 - 12:54

Gli incontri presso la casa del sindaco sciolto Carlo Marino sono, fino a prova contraria, una vox populi e, quindi, fantomatici. Il punto serio, però, è un altro. Il dirigente Vitelli è arrivato al capoluogo grazie alla connection Marino-Biondi-Cappello e a loro deve tanto e ha già fatto molto, come dimostra l’inchiesta sugli appalti truccati, dalla quale è stato stralciato solo per la cancellazione del reato di abuso d’ufficio

CASERTA – In questi giorni fioriscono racconti che possono congiungersi alla verità, rasentarla o essere semplicemente leggende metropolitane. Più persone, in città, sono pronte a giurare di aver visto, ad esempio, il segretario Salvatore Massi e il clamorosamente confermato dirigente facente funzioni Luigi Vitelli dalle parti della casa di Carlo Marino verso le 8 del mattino.

D’altronde, ognuno è libero di fare quello che gli pare da cittadino privato ed incontrare chi gli pare fuori dal servizio. Non conta poi stabilire se Vitelli o Massi vadano a salutare di mattina il sindaco, anche se loro amico stretto. Quel che conta è la conseguenza che questo tipo di relazione possa attraversare ancora la gestione amministrativa della città, visto che Carlo Marino è un sindaco non più tale, sciolto con giunta e consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, mentre Massi e Vitelli sono ancora in servizio, ricoprendo cariche importantissime.

Non ce ne voglia la commissione straordinaria, la quale, riteniamo, stia dando il massimo delle sue attuali possibilità, frutto delle conoscenze ancora insufficienti della macchina amministrativa di Caserta. Ma fa parte del lavoro di un organo che impersona il governo della nazione all’interno di un ente locale soffermarsi anche sulla suggestione, sulla possibilità che poteri connessi tra loro, nel momento in cui un pezzo sta fuori e uno sta dentro, possano intersecarsi, condizionando ancora la potestà amministrativa.

Basta la possibilità. Ed ecco perché non c’è bisogno di stabilire se siano o meno avvenuti questi al momento fantomatici, fino a prova contraria, incontri tra Marino, Vitelli e Massi, che di solito tanto mattiniero non è secondo le testimonianze dei dipendenti del comune che l’hanno visto all’opera e che quindi, ci si conceda la battuta, si sarebbe adeguato – ubi maior – agli orari del primo cittadino.

UN 110 IMPUTATO E SALVATO SULL’ABUSO D’UFFICIO

E allora dobbiamo tornare soprattutto sulla conferma con tanto di articolo 110 Vitelli che, per noi, resta inspiegabile, come abbia già scritto in un articolo precedente. Perché l’impressione è che i commissari, oltre a non aver ancora acquisito coscienza del funzionamento della macchina comunale, ritardato anche dagli altri impegni che queste persone hanno – la commissaria capo Antonella Scolamiero pare sia in comune una volta a settimana -, danno la sensazione di non aver letto l’ordinanza emessa dal gip Daniela Vecchiarelli, con la quale sono stati disposti gli arresti, tra gli altri, di Massimiliano Marzo, al tempo assessore ai Lavori Pubblici, di Franco Biondi, al tempo super dirigente con il 90% delle deleghe, di Giovanni Natale, capo dell’Urbanistica e di alcuni imprenditori.

Ma quell’ordinanza racconta dell’attività, dell’agire di Luigi Vitelli, al quale, un po’ defocalizzato dalla procura, questa comunque gli contestava vari episodi di abuso d’ufficio, con successivo stralcio dall’indagine in seguito all’abolizione del reato. Quell’ordinanza, con i suoi contenuti, entra seriamente nel decreto di scioglimento del comune. E quindi la commissione non può non tenerne conto.

Luigi Vitelli, secondo i giudici, è un elemento del sistema. Un incaricato a realizzare determinate cose. Vitelli obbedisce perché molto deve a Carlo Marino e a Franco Biondi che lo hanno recuperato tutto sommato da una condizione di grande difficoltà, probabilmente su input di un altro professionista molto importante nelle vicende degli ultimi anni del comune di Caserta, cioè quel Piero Cappello che è dentro formalmente a tanti atti amministrativi del comune capoluogo e che in passato, da presidente dell’ASI Caserta, aveva costruito un rapporto solidissimo con Nicola Vitelli, fratello di Luigi.

Quest’ultimo arriva a Caserta con le ossa rotte, reduce da un’esperienza professionale condotta in due piccoli comuni: Dugenta, nel Sannio, e San Tammaro, dove aveva realizzato dei comportamenti, relativamente al rapporto tra l’Ufficio Tecnico che governava, i commercianti del grande mercato ortofrutticolo, attraverso il comandante dei vigili Gravante, che gli avevano valso un rinvio a giudizio per il reato di induzione a dare o promettere utilità, una sorta di mini concussione, un reato meno grave ma non leggero.

Vitelli, ma forse questo i commissari non lo sanno, è sotto processo per la vicenda appena accennata. Questo è il quadro generale. Ora concentriamoci su qualche elemento di dettaglio, non prima di aver narrato sempre ai commissari, ma anche ai nostri lettori, di una storia divertente, fino ad un certo punto.

Circa un anno fa, i carabinieri di Caserta furono allertati per un allarme incendio all’interno di palazzo Castropignano, sede principale del comune. I militari del nucleo operativo Radiomobile arrivarono e incrociarono il custode che li fece salire, dicendo loro su che non c’era nessuno.

I carabinieri salirono e trovarono in una stanza, erano circa le ore 23, due lavoratori indefessi che continuavano ad operare anche ad uffici formalmente chiusi. In quella stanza c’erano Luigi Vitelli e l’allora assessore Massimiliano Marzo.

LA MINIERA D’ORO DEL PNRR, L’INQUISITO DDA PIERO CAPPELLO E I CANTIERI DEI COSTRUTTORI

Luigi Vitelli è stato l’uomo dei progetti PNRR. Assieme a Franco Biondi si sono divisi i ruoli, diventando, volta per volta, o dirigente di area, soprattutto quando Biondi ha subito gli arresti, oppure Rup, ovvero responsabile unico del procedimento. Posizioni che garantiscono un lauto compenso legato alle numerosissime gare d’appalto connesse ai fondi europei post covid.

Della partita doveva essere anche Piero Cappello, il quale aveva ricevuto già diversi incarichi proprio di supporto al responsabile del procedimento. L’ingegnere matesino, come si sa, è rimasto invischiato nell’indagine della DDA di Napoli sull’imprenditore Raffaele Pezzella e la corruzione a Calvi Risorta, vicende giudiziaria che ha portato allo scioglimento anche di quest’ultimo comune e il rinvio a giudizio di Cappello, Pezzella, del sindaco Giovanni Lombardi e altri. La cosa strana è che poi questi tanti incarichi che aveva ricevuto, da consulente esterno, non sono stati mai più ricoperti da altri dopo queste vicissitudini.

Domanda, anzi, domande. Perché non aveva più bisogno di questo “importantissimo” e “necessarissimo” supporto al rup il comune di Caserta? Luigi Vitelli è riuscito a coprire, da rup e supporto al rup, ossia di se stesso, quelle che inizialmente erano delle mancanze in organico, sanate dagli incarichi da migliaia e migliaia di euro che Franco Biondi firmava a Cappello? Dove sono finiti i soldi che erano stati stanziati proprio per questi incarichi esterni da supporto RUP?

Attualmente Luigi Vitelli ha in mano tre settori strategici, nonostante sia stato un uomo assunto tramite contratto definito l’articolo 110 del Tuel, ovvero tramite una nomina diretta del sindaco Carlo Marino, a seguito di una procedura gestita da Franco Biondi, i due personaggi principali dello scioglimento del comune di Caserta.

Urbanistica, Attività produttive e, come detto, i tanti milioni del PNRR. È mai possibile che la commissione straordinaria di Caserta continui a lasciare Vitelli, abile e rispettabile professionista incensurato, ma pur sempre figlio di un percorso lavorativo che ha connessioni evidenti con l’amministrazione sciolta dal ministero, dandogli guida di questi servizi fondamentali, economicamente rilevanti, maggiormente sensibili agli interessi che abbiamo visto essere, sempre leggendo i contenuti del decreto di scioglimento, non esattamente in linea con i principi di onestà e trasparenza?

Basti pensare alla delega all’Urbanistica e ai cantieri che in questi anni sono fioriti al centro di Caserta, quelli relativi alla famiglia Fontana in via Roma e su via Vico, oltre che nel quartiere di Ercole, gli appartamenti nella zona ospedaliera di Puccianiello e il caso ormai celebre della palazzina costruita a fianco alla villa del sindaco dagli imprenditori Landolfi e Traettino. Sarà quindi Luigi Vitelli a gestire le pratiche relative agli oneri di urbanizzazione, allo scomputo degli stessi attraverso lavori utili all’intera collettività, piovuti dappertutto come metodo che ha permesso a tantissimi imprenditori di non scucire un solo euro, impegnandosi a compiere lavori per gli standards ma puramente teorici, poiché in tanti sono pronti a giurare che quei lavori a scomputo degli oneri non valessero neppure la metà del dichiarato.

Dunque, un settore estremamente delicato, guidato da un ingegnere scelto dai protagonisti, nel senso negativo, dello scioglimento del comune di Caserta per camorra e totalmente al loro servizio, abusando del suo ufficio, come supporto per ogni nefandezza compiuta.