CASERTA. In città arriveranno 300mila persone a settembre e la commissaria prefettizia chiude il parcheggio di Piazza Carlo III. Atto prefettiziamente demenziale

4 Settembre 2025 - 20:55

Ok, la sentenza del Consiglio di Stato ha fatto ritornare definitivamente al Comune l’area sottostante alla Reggia. Ma allora ci si organizzi, si tenga aperto perché i concerti di settembre costituiscono una questione riguardante anche l’ordine pubblico, che è materia sicuramente più cogente di una attuazione burocratista di una sentenza. Ma i prefettizi si sa, vivono in una torre d’avorio, allora, commissario Scolamiero mandi lo stipendio a casa a tutti gli invertebrati e super raccomandati che la circondano nell’ufficio comunicazione del Comune e scenda per strada, perché il Ministero dell’Interno non ha messo una bella statuina, caricata a corda, per governare la città per due anni

CASERTA (g.g.)Uno dei motivi per cui CasertaCe non è stato mai in sintonia, non ha mai creato un feeling e spesso e volentieri è entrato in contrasto con le alte burocrazie amministrative, a partire da quelle prefettizie, è costituito dalla percezione, da noi sempre nutrita, che la prudenza, l’imparzialità, la necessità di apparire super partes, ancor prima che di esserlo, è scaduta in una esposizione bolsa, incaponita, della propria funzione.

Non fredda, algida, attenta alle sfumature, allo scopo di apparire un potere, una potestà non condizionabile da alcuna emozione e da alcun abboccamento, bensì trasformatasi in una costante pratica, insulsamente burocratista più che burocratica che porta queste alte funzioni dello Stato, diramate territorialmente, a uscire dal mondo reale per collocarsi in una sorta di torre d’avorio, nella quale si articola un dialogo solo tra pari specie, tra quelli della tribù dei burocrati prefettizi.

Chi ha la necessità di scrivere su organismi che comunque, nonostante le torri di avorio, scusateci la battuta, appartengono – lo vogliamo ricordare a tutti – alla democrazia e allo stato di diritto, si trova in difficoltà, perché in alcuni casi tu veramente incontri problemi per giustificare taluni atteggiamenti e alcune decisioni, inserendoli nella categoria della circospezione istituzionale, quando il più delle volte sono in tutta evidenza fatti connotabili nelle categorie dell’inazione e dell’incomprensibile.

Eppure, non sei uno stupido, hai fatto studi approfonditi, ti sei laureato brillantemente, hai letto libri a iosa, saggi di politica e di economia, però quando devi parlare di un prefetto o di un commissario prefettizio ti trovi sempre nella condizione di confrontarti con delle entità evanescenti, illogiche che però si pongono come logiche manco fossero cellule dell’intelligence dello spionaggio e contro spionaggio internazionali.

Shh… Quello è il prefetto, uno che conta, che incide sulla Procura, sulla Polizia, sulla Guardia di Finanza, sui Marines, sulla Cia, sul Kgb. E dunque, aggiungiamo noi, incide anche sul Vaticano, perché un prefetto, se compie una corbelleria, la fa ex cathedra, con crisma dell’infallibilità papale.

Una premessa questa che serve a svolgere una breve considerazione su una di quelle decisioni che appartengono, per l’appunto, alla sfera dell’incomprensibile e dell’illogico, ma che non vanno contestate in quanto provenienti da un potere prefettizio. Mo, non c’è dubbio che l’esito finale del Consiglio di Stato abbia determinato le indiscutibili condizioni affinché il Comune di Caserta ritornasse nel pieno possesso del mega parcheggio sotto Piazza Carlo III. Ma l’altro giorno, quando lì è arrivata la commissaria prefettizia con la comandante dei vigili, sembrava che entrambe avvertissero un piacere sessuale mentre calavano la saracinesca.

Ed ecco qui il cavallo bolso, per l’appunto imbolsito dal burocratismo acefalo, irragionevole.

Scusi commissario Scolamiero, ma se da qui a fine settembre a Caserta e in quella piazza sono attese 300mila persone, le sembra una decisione presa nel mondo reale quella di chiudere il parcheggio? Oppure una roba che nasce, si alimenta e sedimenta nella torre d’avorio in cui voi prefettizi vivete, avendo perso totalmente il contatto con la realtà?

Stia tranquilla, dottoressa Scolamiero. Adesso è capitato a lei, ma noi questi articoli li facciamo da anni, quando ci accorgiamo che, spesso e volentieri, nelle prefetture 1+1 non fa 2, bensì 3. Ma siccome quella calcolatrice ce l’ha in mano un prefetto, fa 3 punto e basta.

Ma secondo lei, dottoressa Scolamiero, i concerti di grandi star della musica rock e pop, in programma questo settembre, configurano la necessità di una prevenzione sugli eventuali fenomeni che potrebbero turbare l’ordine pubblico? E l’ordine pubblico è una categoria che appartiene all’ABC della vostra funzione, della ragion d’essere di un prefetto o di un commissario straordinario che amministra una comunità? Nel vostro alfabeto delle potestà, dove è posizionata la ragione dell’ordine pubblico?

Non c’è la possibilità di raggiungere un accordo con il privato che fino ad ora ha gestito quel parcheggio? Ok, allora mobiliti tutte le forze che è possibile mobilitare, attraverso strumenti che è lei, commissario Scolamiero, a dover trovare, perché è lei a riassumere in sé i poteri del Sindaco, della Giunta comunale, del Consiglio Comunale e riapra il parcheggio perché lì sotto possono trovar posto forse un migliaio di auto. E sa cosa significa questo in termini di tranquillità, di riduzione del carico di caos stradale, che si andrà a registrare attorno all’area dei concerti?

Lei e il comandante dei vigili avete avvertito come un suono celestiale quello della saracinesca abbassatasi, nel momento in cui il comune di Caserta, giustamente forte della sentenza del Consiglio di Stato è andato di nuovo a prendere possesso del parcheggio di Piazza Carlo III. Ma non basta. Lei amministra una città destinata ad accogliere un flusso di 300mila persone e di decine di migliaia di auto. Questo è esattamente un suo problema, come lo era quello di assecondare la legge nel momento in cui ha abbassato quella saracinesca.

Si organizzi e la rialzi, perché a questo ci arriva anche una persona di media intelligenza e che fa fatto le scuole basse, che però ha il pregio di vivere con i piedi per terra e non nella panna montata di una torre d’avorio.