CASERTA. Siete dei ladri di diritto e di civiltà: guardate che “si sono fidati di fare” Marino e Biondi per regalare un incarico da 40 mila euro al figlio di Carlo Covino

30 Novembre 2018 - 12:58

CASERTA(g.g.) Tra i tanti insegnamenti e le tante eredità di onestà intellettuale e materiale, praticate attraverso la testimonianza civile, la protesta non violenta, la resistenza passiva in un corpo provato, ma costantemente rigenerato attraverso l’incidenza di uno spirito indomabile, dagli scioperi della fame e della sete, lasciataci da Marco Pannella, quella più efficace, autenticamente e quasi sanguinosamente testimoniale è rappresentata dalla denuncia attraverso l’autodenuncia.

Lui, la Bonino e gli altri radicali coltivavano la marijuana nei terrazzi delle loro case, fotografando e spedendo all’autorità giudiziaria, alla polizia, ai carabinieri, le immagini di quelle piantine, in modo da attivare necessariamente l’azione penale. Volevano farsi arrestare, e qualche volta ci sono riusciti, per sollevare il caso che ritenevano un atto finalizzato al miglioramento della società e all’affermazione di una giustizia liberale e libertaria.

Attenzione, non per perorare una ragione su un’altra ragione, una tesi su un’altra tesi, ma solo per costringere il paese a discutere su una questione importante.

Oggi, noi che molto ci siamo abbeverati di quella cultura, facciamo una roba del genere. Scriviamo un titolo e un pezzo giornalistico rispetto ai quali il sindaco di Caserta, avvocato Carlo Marino e il dirigente dell’area tecnica, l’ingegnere Francesco Biondi, non potranno non querelare il sottoscritto e questo giornale.

Mi assumo tutte le responsabilità di questo articolo che viene pubblicato solo ed esclusivamente perchè chi ne sarà oggetto, dovrà, per l’appunto, ripeto, necessariamente presentare una querela.

Altre strade per indurre la magistratura inquirente e requirente, la pseudo società civile di questo territorio, ad occuparsi del caso-Caserta, non ne abbiamo, perchè al di la dell’indagine della Dda sulle note vicende della “monnezzeria”, nelle stanze del comune, in una in particolare, quella dell’ingegnere Francesco Biondi, continuano a consumarsi nefandezze a ritmo industriale, senza soluzione di continuità.

Queste non sono più neanche cucine degli orrori, questa è una cucina che Gaetano Salvemini avrebbe sicuramente definito “della malavita”.

In questi giorni, hanno dovuto pubblicare tutte le determine di agosto, cioè quelle firmate nel periodo in cui, approfittando della distrazione pubblica, la strage del diritto e del codice penale avviene senza incontrare il problema dei ficcanaso. Siccome sanno che noi di CasertaCe ad agosto siamo vigili, non le hanno pubblicate allora. Oggi, forse, sono stati costretti, perchè per la prima volta i carabinieri hanno fatto ascoltare loro il tintinnio delle manette.

Ed eccolo il risultato. Questi sono dei ladri della civiltà, dei valori della democrazia, dell’etica pubblica. Altro che Terrore alla Robespierre, al comune di Caserta ci vorrebbe un bombardamento al napalm.

Ma loro sanno che questa è una città che li vale in termini di attitudine all’imbroglio e di cifra di concezione del diritto e delle norme , che sono vissuti come un fastidio, un intralcio alla realizzazione dei propri obiettivi dall’80% dei residenti di questa città e di questa provincia.

Perchè se capita, com’è capitato, che il giorno 22 agosto l’ingegnere Francesco Biondi rettifichi, come potete leggere dal testo integrale del documento amministrativo che pubblichiamo in calce, una precedente determina datata 3 marzo 2017, che approvava l’elenco dei professionisti di fiducia del comune, per intenderci, la cosiddetta short list per inserirvi come unica modifica, pardon rettifica, l’architetto Giancarlo Covino, con studio in via Martiri di Bellona;

se capita, com’è capitato, che neanche 48 ore dopo (leggete la seconda determina che pure pubblichiamo integralmente sotto alla prima), a questo professionista, in barba a tutti quelli che nella lista sono stati per un anno e mezzo, magari senza acquisire uno straccio di incarico, viene affidata la progettazione o meglio la co-progettazione insieme ai tecnici del comune, dell’opera di risistemazione in zona Tuoro-Parco Primavera, di Piazza Suppa, con realizzazione di parcheggio interrato e lavori sulla struttura sportiva al servizio della parrocchia (stessa roba di cui abbiamo scritto sull’incarico al geologo Domenico Trovato, CLICCA QUI), per la cifra, manco a dirlo, di 39 mila e 500 euro netti (50 mila e rotti lordi), un pelino sotto soglia, dunque;

se capitano tutte queste cose, per i casertani è normale.

E’ normale che 10 o 15 coglioni abbiano risposto ad un avviso pubblico, a suo tempo, per entrare nella short list.

E’ normale che Giancarlo Covino, figlio di quel Carlo Covino, da poco in pensione, per decenni, riferimento stabile e braccio operativo, soprattutto in zona cimitero, dell’ingegnere Francesco Biondi, in questa short list è entrato il 22 agosto e il 24 agosto è stato scelto, chissà con quale rotazione, chissà con quale criterio, per assumere un incarico diretto, per il quale intascherà 40 mila euro per co-progettare insieme agli ex colleghi di papà.

E allora, se non è sufficiente quello che abbiamo scritto all’inizio per farci querelare, dato che la diffamazione a mezzo stampa, come l’avvocato Marino sa, è reato che si attiva nell’esercizio dell’azione penale solo per querela di parte, a differenza di quello che capita per altri reati, come l’abuso d’ufficio, il falso materiale, il falso ideologico, la corruzione, e non può essere perseguito d’ufficio da un pubblico ministero, non ci resta altro che scriverlo di nuovo: questo significa rubare. Significa farlo, non solo per attitudine educativa, emotiva, ma farlo materialmente.

Il problema è che queste cose si possono realizzare a Caserta, perchè nessuno dei 15 coglioni entrati nella short list attraverso l’avviso pubblico, farà quello che dovrebbe fare ogni normale cittadino: presentarsi, una mattina, dai carabinieri o alla guardia di finanza per firmare una denuncia.

Non vogliamo prenderci più molto sul serio, perchè riconosciamo il difetto che abbiamo di essere un pò egocentrici, complice il nulla culturale, politico, sociale di questo territorio. Però, ci carichiamo della sofferenza di un’altra procedura giudiziaria a nostro carico, perchè non vogliamo mai pensare che Marino e Biondi non presenteranno querela, per porre la questione, per fare in modo che ci sia “un mugnaio” del ventunesimo secolo che ottenga giustizia, non a Berlino, ma a Santa Maria Capua Vetere.

Dove ci sarà pure un giudice che si concentri un attimo su queste cose.

 

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