CASERTA. Stesa di tavoli e sedie abusivi in faccia al comune, alla prefettura e alla questura. Perché il tavolino selvaggio dovrebbe imbarazzare Marino, l’assessore Casale e il comandante De Simone

18 Luglio 2022 - 12:18

Visto che, esclusa qualche chiacchiera tra i corridoi del comune, sostanzialmente niente si è mosso, torniamo a parlare di un argomento che ha diviso i nostri lettori: il rispetto degli spazi pubblici per bar e locali. Il limite tra ciò che è giusto e ciò che non lo è viene previsto dalla legge, non dalla norma del quieto vivere

CASERTA – Quanto è sentito il il concetto di legalità in questa città? Qual è il limite ritenuto valicabile, affinché un fatto illegittimo che avviene nel cuore di Caserta diventi accettabile? Per noi di CasertaCe questo limite è sostanzialmente quello previsto dalla legge. Nel senso che se non si può fare una determinata cosa, questo comportamento va denunciato, qualsiasi sia la mano a compierlo.

Quindi, se veniamo a conoscenza di un azioni simili, potete star certi che questo giornale ne chiederà conto, direttamente ai responsabili, ma soprattutto ai responsabili amministrativi, cioè a quei soggetti che, sulla carta, hanno l’obbligo di controllare il rispetto delle regole.

E allora torniamo a parlare dell’occupazione selvaggia degli spazi pubblicità parte di attività commerciali nel cuore di Caserta. Già in un articolo del mese scorso, era il 20 Giugno, chiedevamo al comandante dei vigili urbani Luigi De Simone e all’assessore alle Attività Produttive Emiliano Casale se i bar, i chioschi rispettassero le norme previste regolamento comunale votato solo un anno fa.

Da quel giorno, come spesso accade, noi non abbiamo avuto nessuna risposta dagli organi preposti, trinceratisi dietro all’ennesimo silenzio. Il problema è che qui le cose vanno avanti e fa un certo effetto vedere una stesa di tavoli e sedie messi alla rinfusa, senza criterio, senza quindi rispettare il regolamento che prevede dei limiti chiari ai tavolini all’esterno dei bar proprio a Piazza Vanvitelli, proprio ai piedi del palazzo comunale.

Se in una città, nel cuore di un comune capoluogo, davanti alla Prefettura, alla Questura, al Municipio, non vengono rispettate le regole, che speranza ha questo posto?

Poche, forse nessuna.

Come abbiamo spiegato nel precedente articolo, non si tratta di voler fare la crociata, la battaglia contro i mulini a vento. Bensì di tenere fede ad un principio: se esistono delle leggi queste devono essere rispettate, senza che queste vadano a finire il cavalleria, senza che il principio del quieto vivere, del dobbiamo campare tutti quanti, sovrasti le regole del gioco.

Non diciamo niente di incredibile: ci sono attività commerciali, ci sono dei bar che palesemente non rispettano il limite del 75% della superficie interna del locale quale proporzione per gli spazi esterni. Perché, logicamente, se hai un bar di 30 metri quadri, non puoi mettere in giro per Piazza Vanvitelli, sul marciapiede, una ventina di tavolini. Devi rispettare le regole, devi rispettare la proiezione orizzontale delle mura del tuo locale, senza strabordare oltre il limite.

Questo, però, a piazza Vanvitelli non succede. Un fatto illegittimo conclamato e palesato praticamente in faccia agli amministratori della città. Ed è molto triste che questo avvenga sotto gli uffici del municipio.

E se c’è chi non rispetta le regole, c’è anche chi queste regole non le fa rispettare e in questo caso parliamo della Polizia municipale, ma anche l’ufficio preposto per il servizio delle Attività Produttive.

Anche perché, il mancato controllo E il mancato rispetto della normativa degli spazi pubblici provoca anche un danno alle casse comunali. Perché se io ho chiesto l’autorizzazione per lo spazio massimo di cinque tavoli, pagando(?) la relativa tassa per l’occupazione di spazi, la tosap, ma poi il mio dehor è composto da dodici tavoli, un gazebo, tre fioriere e quant’altro, io sto occupando in maniera abusiva quel luogo e non sto pagando il tributo previsto dalla legge.

E allora cos’altro deve succedere in faccia a palazzo Castropignano? Cosa può avvenire ancora? Qual è il limite massimo consentito, non dalla legge, bensì da questa amministrazione, dal sindaco, rappresentante della città, e dai responsabili della materia, l’assessore Casale e il comandante De Simone? Dove può arrivare l’occupazione illegittima, selvaggia, abusiva degli spazi pubblici della città?

Evidentemente, questo comportamento è tollerato, giustificato dal fatto che a Caserta il rispetto della legge è diventato in questi anni facoltativo. Una trasformazione degli obblighi in possibilità, opzione, che la stessa amministrazione comunale ha fomentato, foraggiato, comportandosi in maniera contraria alle disposizioni di legge, un caso per tutti, l’ultimo, quello dell’affidamento del servizio di ripristino degli alberi (LEGGI QUI), consegnato in maniera diretta, arbitraria ad una società che non ha un requisito che sia uno.

Noi continueremo a scrivere che, se c’è un comportamento illegittimo, se esiste una patente illegalità, questa vada fermata o quantomeno denunciata, più di quello non possiamo fare. Poi, se qualcuno ritiene che abbiamo scritto, raccontato elementi fantascientifici e non fatti ancorati alla realtà, lo dica, lo scriva, ci porti le prove di ciò e noi pubblicheremo foto e video di quello che, sostanzialmente, avviene davanti agli occhi di tutti.

La speranza è che un minimo di coscienza civile sia presente a Caserta, che serpeggi ancora tra i casertani. Ma di questo non ne siamo convinti.