Cirielli (FdI) si vuole candidare a governatore e pensa di portare Zannini dalla sua parte. I veri motivi del suo “amore” per la causa della Pignetti

5 Luglio 2023 - 14:28

Dopo l’ipotesi di un’interrogazione parlamentare, l’attuale e piuttosto invisibile viceministro degli Esteri, insieme a Michele Schiano, amico intimo dello Zannini, sta facendo raccogliere firme per un’interrogazione in consiglio regionale. Ma del partito della Meloni ha firmato solo un suo fedelissimo salernitano

CASERTA (g.g.) – Quando abbiamo raccontato, nelle scorse settimane, dell’iniziativa assunta da alcuni ambienti importanti, ad alto peso specifico, di Fratelli d’Italia, di presentare un’interrogazione parlamentare o di muoversi a livello regionale per entrare nella vicenda della nomina di Giuseppe Razzano nel comitato direttivo dell’Asi di Caserta, ci siamo posti, rispetto a questa notizia, con un registro ben preciso: la questione Razzano non c’entra assolutamente nulla. Trattasi di una roba strumentale

L’iniziativa di Fratelli d’Italia ,infatti, sposava e sposa ancora la tesi della presidente Raffaela Pignetti che, ricordiamo, è in carica grazie all’apporto di una serie di sindaci di centrosinistra, connessi direttamente all’area del governatore della Campania Vincenzo De Luca attraverso le posizioni del consigliere Giovanni Zannini, oppure per effetto di una relazione diretta con il governatore, come può essere quella del sindaco di Caserta Carlo Marino.

Ora, siccome Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, in verità piuttosto invisibile, del governo Meloni, è diventato il paladino di queste iniziative che, con la scusa di essere attività d’opposizione a De Luca, sono in realtà forme di appoggio alla posizione della presidente Pignetti e dei suoi protettori politici, a partire dal deputato del Pd Stefano

Graziano e, paradosso dei paradossi, a Giovanni Zannini, il quale è deluchiano nel 99% delle situazioni, tranne che all’Asi, dove ha messo da anni le tende, attraverso il suo fedelissimo Alessandro Rizzieri, dispensatore di telefonate private registrate.

Attorno a questo nocciolo duro del potere, si muove un coacervo di interessi imprenditoriali, a cominciare da quelli della famiglia di Frattamaggiore dei Canciello, che nell’Asi hanno fatto quello che hanno fatto ed è inutile tornarci, visto che ci abbiamo dedicato almeno 200 articoli (vani) negli anni, e poi, proseguendo con altri imprenditori del mattone, cioè i Pozzi, i Della Gatta, tutti collegati in prima battuta a Stefano Graziano che, dopo aver ricevuto per cinque anni lo stipendio da De Luca, ora fa l’antideluchiano per lisciare il pelo alla Elly Schlein, ma costruttori comunque relazionabili, seppur in misura inferiore, anche a Giovanni Zannini, il quale ha costruito ad esempio un rapporto personale ed intenso con Ferdinando Canciello.

Ora cosa c’entra Fratelli d’Italia in questa guerra intestina nel centrosinistra? Guerra nella quale De Luca che, per una volta non ha ragione, ma stra-ragione, ritiene che la presidente Pignetti non sia più adeguata, dopo 9 anni, a rivestire la sua carica, e che comunque la sua gestione meriti (meglio tardi che mai) di essere verificata spesa per spesa, costo per costo, dato che non è un delitto esercitare finalmente un controllo se si spendono 100mila euro all’anno in viaggi, robe di rappresentanza e 450mila euro all’anno di incarichi legali esterni, nonostante l’esistenza nell’organico dell’Asi di avvocati professionisti, dunque di un ufficio legale.

E allora bisogna cercare un motivo reale per questa stranissima, inopinata, asimmetrica, apparentemente illogica iniziativa di un pezzo di Fratelli d’Italia, perché di un pezzo si tratta, visto che a quanto pare l’interrogazione presentata in consiglio regionale in queste ore reca la firma del solo consigliere regionale di Salerno, cioè di colui che deve rispondere e risponde ai desiderata di Edmondo Cirielli.

Ed è proprio l’anomalia, l’inerzia forzata di questa iniziativa che autorizza a dare un’occhiata dietro alle quinte.

Allora diciamocela tutta: Cirielli se ne sta facendo una malattia, perché vuole fortissimamente essere il candidato del centrodestra alle prossime elezioni regionali in Campania.

Nel suo partito c’è un personaggio, cioè l’attuale deputato ed ex consigliere regionale Michele Schiano Di Visconti, che da anni è amico del cuore di Giovanni Zannini, con il quale costituì anche un gruppo consiliare durante la prima consiliatura di De Luca, e probabilmente non è estraneo neppure all’amicizia con Giosy Romano, presidente dell’Asi di Napoli che ha messo da anni la Pignetti sotto la sua ala protettiva, così come abbiamo dimostrato anche di recente.

Schiano, che già tentò di far entrare Zannini in FdI prima della pandemia, quando i sondaggi condannavano De Luca, ha fatto sapere a Edmondo Cirielli di avere oggi, prima delle prossime elezioni regionali, la possibilità di portare dalla sua parte il goleador delle preferenze, al secolo Giovanni Zannini. E Cirielli ci ha pure creduto.

Zannini è un fedelissimo di De Luca e solo se questi non si ricandiderà più a presidente della Regione, potrebbe liberarsi. Zannini è legato indiscibilmente a De Luca che gli ha dato carta bianca e gli ha permesso di gestire tantissime cose, di avere accesso ad ogni stanza dell’Asl e di altri enti, consentendogli di fare letteralmente il proprio comodo con il Consorzio Idrico, gli enti d’Ambito, la Gisec, eccetera.

Questi rapporti si scindono se il capo lo autorizza, altrimenti non si scindono per una serie di motivi di facile deduzione.

Ora, vi immaginate la scena di un Edmondo Cirielli che entra nella stanza di Giorgia Meloni e dice “Cara Giorgia, devi candidare me perché nella mia squadra ho Maradona”.

A questo punto Giorgia chiama Lollobrigida (possibilmente non Del Mastro perché fa parte dello stesso giro di Schiano), poi chiama Donzelli, poi anche la sorella Arianna, e chiede di informarsi sulla vita e le opere di Zannini, sul modo con cui ha fatto politica con De Luca e per De Luca.

Inutile dire che questo potrebbe rappresentare uno dei tanti motivi per i quali la Meloni non candiderà mai Edmondo Cirielli a governatore della Campania, avendo peraltro lei già fatto capire ai cosiddetti colonnelli che, quando c’è da scegliere un candidato per il governo delle Regioni, lei preferisce guardare oltre il perimetro del proprio partito, come ha dimostrato il caso Rocca nel Lazio, dove Rampelli è rimasto deluso dopo aver brigato per anni per ottenre quella candidatura.

Al di là di questo, il gruppo trasversale e pericolosamente ripiegato su interessi particolari è bello che definito: Cirielli, Schiano, il consigliere regionale Nunzio Carpentieri, Giovanni Zannini, Marco Cerreto.

L’unico un po’ defilato è Gimmi Cangiano, ma solo perché è amico personale di Giuseppe Razzano.