CODICE ROSSO. I numeri tragicomici della nostra provincia. 95% di innocenti tra i denunciati ad Aversa e 73% a Santa Maria. Il motivo? Solite ricotte casertane

30 Gennaio 2023 - 19:46

Le cifre sono ufficiali e sacramentate dal loro inserimento nei documenti della relazione che ha inaugurato il nuovo anno giudiziario. La legge sulla violenza di genere è nobile e doverosa, ma come tante altre leggi, diventa strumento nelle mani dei furbastri e degli specialisti – che da noi sono tantissimi – della denuncia artefatta. Tutta gente, tutti o tutte azzeccagarbugli che ruotano intorno alle solite coop e alle solite associazioni, le quali assorbono ingentissimi finanziamenti pubblici, indirizzati nelle tasche di gentaglia senza scrupoli, ammantata di ipocrito perbenismo

SANTA MARIA CAPUA VETERE (gianluigi guarino) – In casi come questi, si dice che “siamo rimasti a pensare”.

Incrociando, la scorsa settimana, un’edizione pomeridiana del Tg Regione di Rai Campania, abbiamo ascoltato alcuni dati, estratti dalla relazione del Procuratore generale presso la corte di Appello di Napoli nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, sui primi esiti sull’applicazione della legge del 19 luglio 2019, denominata Codice Rosso.

Una legge di civiltà, un atto dovuto alle ragioni della parità di genere, a quelle del progresso finalizzato a ridurre sempre di più le disparità di genere che, in molti casi, rappresentano il terreno di coltura o il carburante che sviluppa atti di violenza.

Per chi crede nel liberalismo, la legge sul codice rosso rappresenta una boccata di aria fresca, una pietra miliare dell’evoluzione e della crescita della nostra democrazia.

Come spesso capita, però, qui da noi in Italia e come spesso capita, purtroppo, in un meridione in cui l’estro, l’inventiva della proverbiale arte di arrangiarsi diventa espediente di bassa lega, furbizia truffaldina finalizzata a realizzare il sogno di lavorare poco o niente e di guadagnare molto, succede che, fatta la legge, trovato l’inganno.

Ma non un inganno che consente un escamotage a chi deve fare i conti con la nuova normativa nel loro lavoro quotidiano, come succede agli avvocati, no, il nostro è un inganno di sistema che ci porta a dire che la maggior parte dei casi in cui si consuma violenza di genere restano, purtroppo, impuniti, in quanto non vengono denunciati.

Se non fosse così, i numeri emersi dal servizio del TgR della Campania e stampati nei documenti di riepilogo, letti nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, non sarebbero tali.

E allora, leggiamole insieme queste cifre. Naturalmente noi concentreremo l’attenzione sui due tribunali che operano in provincia di Caserta. Dunque, quello di Santa Maria Capua Vetere e l’altro di Aversa-Napoli Nord, che abbraccia i 19 comuni dell’agro Aversano e tutta la popolosissima fascia dell’area Nord di Napoli, per intenderci, Giugliano, Casoria Afragola, Caivano, Frattamagiore eccetera.

I NUMERI SUL CODICE ROSSO DEL CASERTANO

Partiamo oggi con le cifre riguardanti il tribunale di Santa Maria Capua Vetere su 82 comuni della provincia di Caserta, cioè i 104 di Terra di Lavoro, meno i 19 che sono legati ad Aversa-Napoil Nord, e Galluccio, Mignano Monte Lungo e San Pietro Infine, comuni che afferiscono al tribunale di Cassino, nel Lazio, pur facendo parte, per pochi chilometri, della nostra provincia e dunque della Campania.

A Santa Maria Capua Vetere, sono state presentate 583 denunce per codice rosso nel periodo luglio 2020/giugno 2021. Di queste ne sono state archiviate 347.

Archiviate significa che il pubblico ministero che ha attivato l’azione penale ha quasi sempre ritenuto che non ci fossero elementi per chiedere il rinvio a giudizio delle persone denunciate. Poi, magari, è capitato anche che questa richiesta di rinvio a giudizio sia arrivata sulla scrivania del Gip, ma questi abbia deciso per il proscioglimento.

Ma fidatevi, quest’ultima fattispecie è rara, al limite del rarissimo. Siamo al 59.52%, in pratica 60%.

Dal luglio 2021 fino al giugno 2022 le denunce presentate sono state 820, con 575 archiviazioni, con una percentuale del 70,12%.

Infine, nel periodo luglio 2021/giugno 2022 ci sono state 20 assoluzioni e 9 condanne.

Se alle 575 archiviazioni nel periodo 2021/2022 aggiungiamo anche le venti assoluzioni, significa che il 72,56% delle denunce si spengono prima di arrivare a processo

DOPO SANTA MARIA, IL TRIBUNALE DI AVERSA NAPOLI NORD

Spostandoci nel palazzo e nelle aree del Palazzo Aragonese, sede del tribunale di Napoli Nord, competente per i 19 comuni dell’agro Aversano, abbiamo un dato di 1718 denunce presentate e 1287 archiviazioni, pari al 74,91%.

A questo numero vanno aggiunte le 250 assoluzioni, tra giudici monocratici e collegi. In poche parole, tra le 431 denunce finite davanti al giudice del processo, altre 250 si sono chiuse con un’assoluzione, mentre solo 200 hanno prodotto una condanna.

Dato complessivo: delle 1718 denunce presentate per violenza di genere, solo l’11,64% ha prodotto una sentenza di colpevolezza.

Siccome si tratta di condanne di primo grado, quindi non definitive, si può ritenere che questo numero possa subire ulteriori decurtazioni in corte di Appello o eventualmente in Cassazione.

Insomma, ritenere che nel tribunale di Aversa-Napoli Nord il 95% delle denunce presentate per codice rosso si risolva con il riconoscimento della piena estraneità ai fatti contestati di chi la denuncia l’ha subita, rappresenta effettivamente una stima per difetto e non per eccesso.

DATI TRAGICI, CONSEGUENZE TERRIBILI

E allora, qualcosa rispetto ai numeri appena illustrati, CasertaCE deve pur fare. Perché la questione non si può liquidare come un normale sviluppo di una statistica giudiziaria.

Quel 95% di persone denunciate hanno subito, infatti, piccole e grandi gogne. Qualcuno di essi è stato addirittura arrestato. In pratica, 1518 persone denunciate hanno dovuto sopportare un pesante danno morale, ma anche materiale, visto che gli avvocati li hanno dovuti pagare e spesso profumatamente.

E se questo rappresenta un costo sociale compatibile e sacrificabile sull’altare dell’interesse prevalente relativo alle ragioni di uno Stato di diritto, quando esiste quantomeno un equilibrio tra condanne e assoluzioni, di fronte a cifre del genere si può dire tranquillamente che la legge sul codice rosso ha fallito, ma non perché si tratta di una legge non giusta e doverosa, bensì perché è finita nelle mani dei soliti faccendieri.

Eh già, perché se noi ci guardiamo attorno, nelle province di Caserta e Napoli, troviamo una pletora di cooperative, un plotone di associazioni, costituite su nobilissimi intenti, ma che in realtà sono nate per essere terreno di pascolo, rendita parassitaria di quella genia di pseudo-professionisti.

Si tratta di soggetti che, non riuscendo a sbarcare il lunario o a guadagnare ciò che hanno l’ambizione di guadagnare attraverso la professione libera, entrano a far parte di un sistema che non raccoglie le denunce, assorbendo degli atti di volontà delle donne che hanno subito violenza, ma va a sviluppare un’attività di persuasione, attivando delle vere e proprie centrali dell’assistenza, case-famiglie e strutture simili, reale serbatoio utilizzato per far muovere i numeri delle denunce e, di conseguenza, il ruolo di queste associazioni, di queste cooperative che, state tranquilli sereni, sono tutte (o quasi) sono lautamente finanziate dalla Regione Campania, dai comuni e dagli ambiti sociali.

Noi, che un po’ di esperienza delle vicende casertane le abbiamo, siamo sicuri, avendo letto questi numeri, che il 95% di archiviati-assolti dal tribunale di Aversa-Napoli Nord fa capire che siamo di fronte a un meccanismo artificiale e artificioso, ben lontano, come scrivevamo in testa all’articolo, da tante altre emergenze di codice rosso che, non ruotando attorno alla mangiatoia di questi professionisti della violenza di genere, rimangono abbandonate a loro stesse.

Dunque, nei prossimi giorni, nelle prossime settimane torneremo sull’argomento, raccontando esempi concreti perché, ripetiamo, statistiche di questo genere non lasciano adito a dubbio alcuno che in provincia di Caserta, anche nel settore del codice rosso esista un vero e proprio mercato degli incarichi, il più delle volte fondati sul nulla, su ricostruzioni evidentemente gonfiate, non basate su solidi elementi di prova e che, di conseguenza, vanno a schiantarsi contro gli scogli delle assoluzioni e delle archiviazioni.

E siccome chi firma queste denunce è il più delle volte una diseredata, una persona umile, povera, non in grado di interagire con il mondo, finisce per diventare essa stessa carne da finanziamento sociale.