CROLLO DI VIA SANT’ANTIDA. Ecco le ordinanze per il condominio extra lusso di Celiento, poi la “pezza” di Carlo Marino. E l’imprenditore già indagato sulla corruzione al comune di CASERTA

30 Luglio 2024 - 14:01

CASERTA – Due storie, una con una coda giudiziaria, l’altra che, al momento, non vede (per quanto sappiamo) indagini in corso della magistratura, si stanno unendo grazie ad un nome.

Parliamo del crollo di venerdì pomeriggio a via sant’Antida, a Caserta (GUARDA LE FOTO), durante i lavori di abbattimento e ricostruzione del palazzo acquistato dall’imprenditore napoletano Francesco Celiento, che ha provocato danni all’asilo di proprietà della famiglia del parlamentare Gimmi Cangiano, e il caso degli arresti al comune di Caserta, relativamente alle accuse di corruzione e abusi d’ufficio compiuti da Massimiliano Marzo, Emiliano Casale, Franco Biondi e altri.

9 LUGLIO, L’INIZIO DEI LAVORI

Il cinque luglio scorso l’imprenditore Francesco Celiento chiede una chiusura del traffico per il posizionamento di mezzi d’opera e ponteggi, in modo di iniziare l’abbattimento del palazzo di via sant’Antida 27, il cui muro poi crollerà nel pomeriggio di venerdì 26 agosto.

Dal 9, giorno in cui possiamo dire che sono iniziati i lavori, quindi, all’11 di luglio viene concesso lo stop ai veicoli in via sant’Antida, eccetto residenti e autorizzati. Una proroga che viene confermata fino al 26 luglio, giorno del crollo del muro, e che ventiquattro ore prima è aggiornata fino al 10 agosto, con ulteriore proroga.

Tutte le decisioni allo stop del traffico vengono firmate dal comandante dei vigili urbani Antonio Piricelli.

IL CROLLO DEL 26 LUGLIO E LE DUE TEORIE: ABBATTIMENTO CONTROLLATO VS. CEDIMENTO

Poi, avviene il crollo del muro, rischiosissimo perché a pochi minuti di distanza dall’uscita di bimbi e maestre dall’asilo dei Cangiano, travolto dai massi della porzione di palazzo di Celiento venuta giù.

Certo è che avevano il titolo per abbattere e ricostruire, ma restava il grave problema della scuola, attigua al palazzo acquistato da Celiento. C’è un’interdipendenza tra il palazzo da abbattere e quello dell’asilo, visto che distano tre metri e mezzo, non di più.

Il cedimento, anche se dalla proprietà portano avanti la teoria dell’abbattimento controllato, ha causato la caduta del muro sull’asilo, ma anche sul tratto di strada utilizzato per entrare con l’auto nella scuola.

E se i bambini e le maestre sono in ferie da venerdì pomeriggio, pochi minuti prima del crollo, fortunatamente, le attività amministrative dell’asilo sono ancora in funzione. E se qualche dipendente avesse ritardato l’uscita o fatto qualche ora di straordinario?

Quello che ci chiediamo da venerdì è perché Celiento – o chi per lui – non abbia voluto aspettare, come gli è stato richiesto, un paio di giorni, ovvero il 29 luglio, quando l’asilo era sicuramente vuoto. Perché rischiare una strage per un pomeriggio in più di lavoro?

Venendo, poi, alla teoria del crollo controllato, questa non fa molto onore a chi avrebbe compiuto i lavori. Se si fosse trattato di un cedimento organizzato legato all’abbattimento, si sarebbe trattato di un’attività che ha fatto migliaia di euro di danni all’asilo attiguo, tra detriti, pezzi di mattoni sparati all’interno della scuola, lesionando anche le finestre.

Un abbattimento controllato, allora, o è andato molto male, con danni da pagare ai vicini di casa, oppure è una pezza, un modo per non fa sembrare un cedimento quel crollo di muro. Noi non crediamo molto alla teoria della caduta di mattoni organizzata, ma fino a prova contraria non possiamo certo dire che sia una bufala.

UNA PEZZA DI MARINO

E ci sarebbe da chiedersi se chi ha autorizzato questo abbattimento abbia segnalato o meno il rischio di un crollo che poteva danneggiare edifici vicini o addirittura provocare feriti, se non peggio, con la caduta di un muro in pieno centro.

Lo stesso giorno del crollo, intorno alle ore 18, il sindaco Carlo Marino firma l’ordinanza per la messa in sicurezza del fabbricato.

Marino “ordina” a Celiento la messa in sicurezza della zona. E fa sorridere pensare che il motivo del crollo, ovvero i lavori di abbattimento e ricostruzione richiesti dalla Frama House dell’imprenditore napoletano, sono stati concessi dalla stessa amministrazione del sindaco Carlo Marino. Un fabbricato che è venuto giù in parte proprio per gli stessi lavori autorizzati dal comune.

NOME NOTO SUL CANTIERE

Ma chi si sta occupando di questi lavori? Due ditte stanno lavorando al cantiere: la Funiciello srl di Macerata Campania, legale rappresentante Mattia Funiciello, e la 2G Service.

E chi ha letto CasertaCe nei giorni degli arresti al comune di Caserta del mese scorso forse si ricorderà che la 2G Service è di proprietà dell’imprenditore Giuseppe Piscitelli, per il quale la procura di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto l’arresto ai domiciliari, non concesso dalla gip Vecchiarelli del tribunale samaritano.

Piscitelli è indagato perché, secondo l’accusa dei pm, avrebbe fatto un accordo corruttivo con Massimiliano Marzo per vedersi assegnare alcuni lavori nelle scuole del capoluogo.

In cambio, Piscitelli avrebbe pagato materiali a prezzo maggiorato presso la Edil Marzo, società di forniture edili della famiglia dell’assessore, e si sarebbe occupato di aggiustare un marciapiede, su richiesta di Marzo, compulsato dal consigliere comunale Donato Tenga.

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