DELITTO MOLLICONE. Nessun colpevole per la morte di Serena. Assolti il maresciallo di Teano Franco Mottola, la moglie e il figlio
15 Luglio 2022 - 20:30
A 21 anni dall’assassinio della sudentessa di Arce, la Corte d’Assise del tribunale di Cassino assolve gli imputati perchè, per i giudici, il fatto non sussiste.
TEANO Nessun colpevole per l’omicidio di Serena Mollicone. La Corte d’Assise del tribunale di Cassino ha appena pronunciato la sentenza, arrivata dopo 21 anni dall’omicidio della studentessa: tutti assolti.
Assolti perchè, per i giudici, il fatto non sussiste, il maresciallo dei carabinieri originario di Teano Franco Mottola, la moglie Annamaria ed il figlio Marco, accusati di essere gli esecutori dell’omicidio della ragazza.
A 21 anni dal delitto della giovane studentessa, originaria di Arce, quindi, non ci sono colpevoli. Le richieste dei pm erano state pesanti: per Franco Mottola erano stati chiesti 30 anni; per Marco Mottola 24 anni, per Anna Maria Mottola 21 anni, per Vincenzo Quatrale 15 anni (solo per concorso morale nell’omicidio).
Quatrale rispondeva anche dell’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, ma il reato è stato derubricato in omicidio colposo ed è quindi prescritto. Infine per il carabiniere Francesco Suprano è stata chiesta una condanna a 4 anni per favoreggiamento.
“La famiglia Mottola, oltre ad avere avuto un ruolo attivo nell’omicidio, aveva nei confronti di Serena Mollicone un ruolo di garanzia e protezione che non è stato esercitato così come già sanzionato dalla Cassazione nel caso di Marco Vannini a carico della famiglia Ciontoli”. Lo ha sostenuto la procura di Cassino paragonando la morte della 18enne di Arce a quella del 21enne di Ladispoli, avvenuta in casa della fidanzata dopo un ferimento in circostanze non chiare. “Come per Vannini – disse il pm ìCarmen Fusco nel corso della sua requisitoria -avevano l’obbligo di soccorrerla e invece scelsero di lasciarla morire”. Dopo 46 udienze, ora è arrivata la sentenza.
Serena morì per soffocamento il primo giugno del 2001 in caserma. Venne uccisa, secondo l’accusa, dal figlio del maresciallo , Marco, dopo un litigio. Il corpo venne trovato nel bosco di Arce in un sacchetto di plastica bloccato con nastro adesivo, su cui poi dopo le indagini, sono state rinvenute le tracce di pezzi di legno della porta della caserma. Poteva essere salvata ma i genitori di Marco non fecero nulla. Su Santino Tuzi — ha detto il pm —, è vero che anche lui per anni non ha parlato ma poi ha rotto il muro del silenzio e ha pagato questa scelta con la vita. Santino Tuzi si è suicidato perché è stato lasciato solo da tutti quelli che sapevano, a partire dai colleghi Suprano e Quatrale”.