E SONO TRE. È iniziato l’ennesimo processo per il duplice omicidio di Caterino e De Falco. Alla sbarra anche tre insospettabili di S.MARIA C.V. E Francesco Zagaria “Ciccio e’ brezza”
25 Giugno 2022 - 13:27
SANTA MARIA C.V. (G.V. e G.G.) – Manco a dirlo, proprio stamattina ci siamo occupati dello status di alcuni pentiti, le cui dichiarazioni non hanno convinto tribunali e corti al punto che le sentenze di segno contrario a questi racconti sono state accompagnate da verdetti molto duri nei confronti di questi collaboratori di giustizia, co-imputati negli stessi processi, per i quali non sono stati applicati i benefici corposi in termini di sconti di pena previsti dall’articolo 8.
Ne abbiamo scritto, trattando l’argomento del destino di “Night and Day”, la struttura confiscata al pentito Luigi Cassandra in quanto considerata nel pieno controllo del boss Michele Zagaria (CLICCA QUI). In quell’articolo abbiamo menzionato anche il nome di Francesco Zagaria detto “Ciccio e’ brezza”, nato a Casapesenna ma trapiantato da molti anni a Capua.
Ed è soprattutto sulle sue dichiarazioni che è stato costruito l’ennesimo processo per il duplice omicidio di Sebastiano Caterino detto “l’everaiuolo” e di suo nipote Umberto De Falco, avvenuto il 31 ottobre de 2003 in via dei Romani a Santa Maria C.V., a pochi metri di distanza dal quartiere Iacp.
Francesco Zagaria ha cominciato la sua collaborazione confessando di aver partecipato, nella veste di collaboratore logistico, a questo complesso delitto, per il quale è stato processato dalla Corte di Assise di S.Maria C.V. in un dibattimento in cui sono stati agganciati anche altri capi di imputazione per reati che nulla c’entravano con il duplice omicidio di S.Maria C.V., per il fatto che comunque erano stati chiamati in causa per reati di presunta corruzione aggravati dal metodo mafioso dallo stesso Francesco Zagaria.
Una scelta che poi non ha detto bene al pentito, che nel momento in cui è stato considerato non credibile dalla Corte di Assise sulle accuse a Carmine Antropoli, per le quali è stato assolto, ha ricevuto una dura condanna a quasi 17 anni di reclusione per il concorso nel duplice omicidio Caterino-De Falco, nel momento in cui non sono stati applicati gli sconti dell’articolo 8 proprio in conseguenza della valutazione negativa che i giudici hanno dato alle sue dichiarazioni di accusa contro i politici di Capua.
Le persone che sono sotto processo oggi per il duplice omicidio sono state chiamate in causa prima di tutto da Francesco Zagaria, che probabilmente testimonierà in quanto imputato di reato connesso.
Questi imputati recano nomi che fino a qualche tempo fa non erano venuti fuori, come si sul dire nomi di insospettabili che pure avrebbero svolto compiti importanti ospitando, per esempio, in una casa prospiciente al luogo dell’agguato e alle palazzine Iacp dove Caterino abitava, riunioni operative, ospitando anche alcuni dei veicoli poi utilizzati dal commando.
Gli imputati sono Corrado De Luca di San Cipriano d’Aversa, storico luogotenente di Antonio Iovine “o’ ninno”, già detenuto per altro, Sandro e Agostino Moronese di Santa Maria C.V., indagati a piede libero, entrambi accusati di aver messo a disposizione una casa e diverse azioni di assistenza logistica, al pari di Raffelina Nespoli, sempre di Santa Maria C.V., indagata a piede libero, i quali hanno scelto il rito ordinario.
L’udienza è stata rinviata a settembre per regolarizzare le notifiche.
I familiari delle vittime, attraverso i loro legali, hanno preannunciato di costituirsi parte civile.
Gli imputati, tutti liberi per questo processo, a seguito dell’annullamento da parte del Tribunale del Riesame di Napoli, per assenza di gravi indizi di colpevolezza, dell’ordinanza cautelare, sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Stellato, Domenico Della Gatta, Raffaele Mascia e Paolo Raimondo.
Il ruolo degli indagati, secondo quanto emerso dal racconto di alcuni collaboratori di giustizia sarebbe stato quello di aver favorito i killer con un supporto logistico, nella loro azione delittuosa avvenuta il 31 ottobre del 2003 in via dei Romani.
Un duplice delitto eclatante, Caterino venne ucciso insieme al nipote Umberto De Falco, a bordo di una Golf velocissima non riuscirono a evitare la pioggia di proiettili delle mitragliette utilizzate dal commando. Ricordiamo che per questo fatto di sangue già sono state condannate più di dieci persone tra mandanti ed esecutori.