ESCLUSIVA. MONNEZZA CITY. Volete scommettere che la Isvec di Balstreri sarà revocata dal Tar e che i rifiuti saranno raccolti sull’asse Catania-Caserta dall’azienda stimata da Antonio Deodati e da Ecocar?

8 Giugno 2022 - 13:44

Ci è capitato un fatto incredibile, abbiamo ascoltato con le nostre orecchie di giornalista inguaribilmente impiccione una conversazione davanti ad un bar di Ischia Porto. Di qui abbiamo deciso di riesumare per ulteriori accertamenti il cadavere di una gara che avevamo già sotterrato. ne è uscita fuori l’ennesima storia della trash-connection campano-siciliano. Anche se a Catania si registra qualche significativa differenza rispetto a Caserta in fatto di attenzione delle istituzioni delegate ai controlli

CASERTA (g.g.) – Ma guardate un poco le cose della vita. Passeggiando in bicicletta accanto a…nessuno e dunque parafrasando la licenza poetica che a suo tempo si concesse il cantautore nato a Saigon, Riccardo Cocciante, in grado di far passeggiare il suo velocipede, ci siamo fermati ad un bar di Ischia Porto. 

I CASI DELLA VITA NEL PORTO DI ISCHIA

Per quei casi strani della vita, abbiamo ascoltato due persone che parlavano e una di questi ha pronunciato la parola Caserta.

Vabbè – abbiamo pensato – sarà stato qualche turista, qualche bagnante, qualche utilizzatore di terme ischitane. Ma si sa che l’orecchio del giornalista è caparbio nella sua curiosità. Ad un certo punto siamo riusciti a captare un’altra parola: monnezza. E allora, gironzolando senza dare nell’occhio, abbiamo guadagnato qualche metro e facendo finta di niente abbiamo anche sintonizzato l’udito ancor di più. Noi

non faremo la raccolta a Caserta. Più di questo non abbiamo avuto la possibilità di cogliere e di accogliere. Però, stavamo ad Ischia, cioè nel posto in cui hanno sede i fratelli Balestreri e la loro Isvec.

Siccome siamo dei discreti monnezzologi, ci siamo subito resi conto che, pur non avendone la certezza matematica, è molto probabile che i due confabulatori parlassero di un appalto del comune di Caserta. Anzi, precisamente del recente appalto che il capoluogo ha aggiudicato proprio alla Isvec per la raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città capoluogo per la durata di un anno, ad epilogo dunque dell’ennesima garetta e sempre in attesa della gara ortodossa, regolare, che qui da noi manca dal 2011, cioè da quando l’allora dirigente Carmine Sorbo viaggiava tra le campagne di Pozzuoli per trovare le giuste ispirazioni per quella procedura, che sarebbe stata infine aggiudicata (contratto firmato nel febbraio 2012) ad un Ati formata dal Consorzio Ecocar di Antonio Deodati, del quale faceva parte Ecocar srl, la Ipi, ugualmente controllata da Deodati, e la ditta Alba Paciello di Casagiove.

Pur sapendo di non poter arrivare a conclusioni definitive, ci siamo comportati come quei magistrati i quali, essendo emersi fatti nuovi sulla morte di una persona, ufficializzata e formalizzata come naturale, ne ordina la riesumazione del corpo per sottoporlo ad esame autoptico e ad altre analisi periziali che il progresso scientifico di questo tempo consente, mobilizzando soprattutto i vari dna.

Per cui, noi abbiamo riesumato un articolo, che ritenevamo tutto sommato definitivo, non avendo appreso alcun elemento che ci facesse ritenere che ISVEC dei fratelli Balestreri di Ischia, già titolari della defunta Balga, non fossero i diretti titolari, ma soprattutto i diretti esecutori, di questo affidamento attuale da una dozzina di milioni di euro, poco meno, poco più.

Galeotto fu, dunque, il bar di Ischia Porto per farci drizzare le antenne anche sugli altri partecipanti della procedura di gara. D’altronde, se un apparentemente ischitano, che comunque non era Balestreri, di cui la faccia conosciamo, dice davanti ad un bar che “loro” non faranno la raccolta a Caserta, l’unica strada ancora aperta perché questo non succeda, perché la Isvec perda il titolo acquisito, è rappresentato dall’intervento della magistratura amministrativa.

Ma al Tar può adire chi ha un interesse diretto leso da una manifestazione formale, ufficiale della potestà amministrativa, quale può essere una delibera, una determina, un’ordinanza, un decreto. E in questo caso specifico una determina di aggiudicazione (CLICCA E LEGGI GLI ESITI DELLA GARA)

. Ora, è vero che il ricorso al Tar lo può fare anche il terzo, il quarto o il cinquantesimo classificato, visto che ai giudici amministrativi si può ricorrere anche per chiedere l’invalidazione totale di una gara d’appalto, o anche perché si ritiene che io, azienda x classificata al 50esimo posto, sia stata preceduta da 49 imprese le quali hanno occupato la loro posizione per effetto di una procedura non regolare.

E DOPO ISVEC? DEODATI FA IL MASSICCIO ALL’OMBRA DELL’ETNA E DUSTY OSSERVA

Stabilita la prima dinamica dei fatti, però, visto che il nostro è un mestiere anche pratico, è il momento di dire il fatidico favorisca i documenti alla seconda classificata, che può lavorare con la giurisdizione amministrativa solo con l’obiettivo di dimostrare che l’unico soggetto giuridico-economico che l’ha preceduta abbia vinto non meritatamente, non equamente.

Seconda classificata nella garetta di un anno nel comune di Caserta è la siciliana Dusty. Azz, mica pizzi e fichi. Questi qui oggi sono titolari, per effetto dell’esito di un’altra garetta di un anno, della raccolta dei rifiuti nella città di Catania, 313 mila abitanti, che, se tanto ci da tanto, e utilizzando un parametro da 330 milioni di euro – poi vi diremo da dove l’abbiamo attinto – permette a questa società di incassare circa 47 milioni di euro nell’annualità prevista dal bando, salvo mai escludibili proroghe, a botte di 4 milioni di euro al mese.

Mo’, questi siciliani come ci sono atterrati sul pianeta Caserta?

Altro che gemellaggio con la rumena Pitesti, Carlo Marino, Franco Biondi e Carmine Sorbo, il quale sicuramente qualche consiglio lo dà ancora, dovrebbero promuovere una procedura per affratellare Caserta e la città etnea.

Galeotto fu quel bar di Ischia Porto. Noi credevamo che tutto l’intrigo relativo alla famiglia Deodati e agli interessi che questa sviluppava tra Catania, Caserta e litorale pontino fosse stato definitivamente risolto all’indomani del patteggiamento che il patron, Antonio Deodati, aveva deciso di chiedere, ottenendolo, dichiarandosi in pratica colpevole del reato di corruzione e turbativa d’asta, realizzato attraverso l’elargizione di mazzette ad alti dirigenti del comune siciliano a cui veniva chiesto di chiudere un occhio, anche due, sulle inadempienze contrattuali commesse da Ecocar al tempo in cui era titolare di un contratto, perfetto habitat degli usi e costumi della società, dato che si trattava di 106 giorni per un importo di 12 milioni di euro e prorogato senza soluzione di continuità.

Quella condanna patteggiata conteneva la pena accessoria dell’interdizione all’attività di impresa per la durata di 5 anni. Per molto meno, si cambia area, si tolgono le tende da un posto, anche perché la magistratura siciliana (lei sì) ha dimostrato di essere molto attenta alle vicende relative agli appalti dei rifiuti nella città di Catania.

E allora pensiamo a come si sia trovato bene il Deodati qui da noi, in un luogo in cui al contrario gli è stato concesso tutto, senza attraversare alcun problema penale. Peraltro, questo qua è uno che si sente molto tosto. Sapendo che la ragione sociale Ecocar andasse in qualche modo bonificata, ha venduta la società alla Spea. Una vero rivoluzione copernicana, una vera scelta di vita, non c’è che dire, dato che le quote sono passate dalla sua titolarità a nientepopodimeno che quella di moglie e delle due nipotine. Quando si dice: l’importanza dei valori della famiglia.

La famiglia, ma fino ad un certo punto. Perché Deodati ha intenzione di essere ancora protagonista diretto, visto che l’anno scorso di questi tempi ha fatto riferimento in un’intervista al giornale Domani, di proprietà di Carlo De Benedetti, all’interdizione di cinque anni e al fatto che la stessa sarebbe scaduta l’anno successivo, cioè nell’attualmente corrente 2022.

E mentre Dusty tiene in mano saldamente la gestione della raccolta dei rifiuti in tutta la città di Catania, il comune siculo, accogliendo finalmente un consiglio erogato dall’Anac, ha suddiviso in diversi lotti la gara pluriennale, visto e considerato che nei vari tentativi effettuati negli ultimi anni di portare avanti un unico affidamento da 330 milioni di euro (eccola la cifra utilizzata da noi come dividendo per stabilire l’importo incassato da Dusty con la gara annuale) per 7 anni, nessun operatore, nessun’azienda aveva mai risposto e le gare erano state revocate in quanto deserte. Che anche su questo, poi, ci sarebbe da dire su quanto conti una magistratura attenta e motivata su certi fenomeni.

La gara è stata spacchettata in tre lotti. Il secondo, riguardante la raccolta nel centro cittadino di Catania, è andato lo stesso deserto, mentre al primo e al terzo lotto si candidano SuperEco e – legittimamente, quanto incredibilmente – proprio Ecocar, cioè l’impresa che, rea confessa, aveva patteggiato la pena, l’interdizione quinquennale del suo titolare proprio su vicende riguardanti il servizio raccolta rifiuti della città etnea e che ora quella stessa persona, quello stesso imprenditore, in vista della scadenza della sua interdizione comunque quella società continua a controllare tramite la proprietà di Spea, affidata alla moglie e a due nipoti. L’altra impresa che partecipa è la SuperEco, il cui titolare è Carlo Ciummo, figlio di quel Vittorio Ciummo arrestato nel 2016 insieme all’allora già senatore nonché sindaco di Lacco Ameno, Domenico De Siano, e ad altri imprenditori.

Ciummo, un cognome, una garanzia di appartenenza ad un sistema che, come lo giri giri, presenta sempre gli stessi nomi e che suscita più di una perplessità sul fatto (e veniamo a Caserta) che le gare relative ai rifiuti siano perimetrate da una cornice di effettiva concorrenza e non invece, come il più delle volte pare, regolate da monopoli stabili o di occasione.

IL METODO CASERTA-TAR, OVVERO LE DETERMINE DI BIONDI IMPALLINATE

Non sappiamo – e magari ve lo diremo domani – se e quale sia stato l’esito della gara di Catania. Se l’aggiudicazione non dovesse essere stata ancora formalizzata, vuol dire che la Dusty continua ad intascare quasi 4 milioni di euro al mese. Abbiamo perso il filo del discorso? Niente affatto.

Certi nostri articoli non li scriviamo per lo share, ma per affermare il principio, molto poco giornalistico e per questo ce ne vantiamo, fondato sulla necessità di esprimere il concetto principale, che poi da corpo eventualmente anche al titolo, non all’inizio, ma alla fine dell’articolo. Ciò a garanzia delle persone oggetto della nostra attenzione, che non devono mai poter trovare valide argomentazioni per affermare che la nostra attività è orientata a colpirle, quando, al contrario, a noi l’elemento identificativo e anagrafico non interessa un fico secco, essendo concentrati solo ed esclusivamente sulle procedure amministrative che si basano sull’utilizzo di pubblico denaro. Dunque, qualcosa che non è proprietà del sottoscritto, di Deodati, di Dusty, di Marino o di Biondi.

Ed eccola la parte finale che poi è la polpa della notizia odierna, cioè la vera news: quanto volete scommettere, lettori di CasertaCE, che la Dusty ha già presentato o si accinge a presentare al Tar ricorso per l’annullamento, non della gara, ma dell’aggiudicazione alla Isvec? E quanto volete scommettere che il Tar darà ragione alla Dusty, così dentro ai meccanismi catanesi che coinvolgono anche Ecocar e Deodati? Noi ne siamo certi. E sapete perchè?

Perché negli ultimi quindici anni abbiamo raccontato di decine e decine di gare bandite dai vari Sorbo e soprattutto dai vari Biondi impallinate dal Tar, con qualche variazione sul tema relativa a dinieghi su permessi richiesti al comune, così come è capitato, ad esempio, con il distributore di carburante che il teverolese Stefano Graziano, cugino diretto ed omonimo dell’ex parlamentare ed ex consigliere regionale del PD, ha potuto impiantare dopo che il Tar in grande scioltezza, avendo trovato nel diniego firmato da Biondi tanti pertugi, tante pecche in cui poter infilare una sentenza di accoglimento dell’impugnazione. La corte amministrativa regionale gli ha dato ragione annullando quel no messo nero su bianco dal dirigente comunale. Una decisione della quale pare il dirigente comunale non sappia farsi una ragione. Scherzi a parte, Biondi a suo tempo l’accolse con fair play inglese e oggi Graziano eroga carburante nell’area attigua all’Iperion.

Aspettiamo con ansia, dunque, l’esito del pressoché certo ricorso che sarà presentato, a meno che non lo sia già stato, della “solo siciliana”(?) Dusty srl, che ha ben potuto valutare e forse apprezzare sulla piazza di Catania, gemellata con quella di Caserta, le capacità imprenditoriali di Deodati e della sua inossidabile, immarcescibile Ecocar.