GUARDA IL VIDEO. MONDRAGONE. Ugo Conte no limits: si apparta sulla scala di sicurezza con il funzionario e con un operatore dei rifiuti. Condannato a 8 anni e mezzo per la monnezza non riesce a resistere al richiamo della foresta

14 Luglio 2022 - 17:40

Per noi si tratta di un documento di eccezionale gravità. Ma si sa che noi consideriamo il codice penale, il codice civile, le leggi e l’etica pubblica come i dieci comandamenti. Per altri, dunque, può anche essere che si tratti di un fatto normale che inietta onore e reputazione all’amministrazione comunale di Mondragone

 

 

MONDRAGONE (gianluigi guarino) Come sempre capita quando Casertace denuncia modalità a dir poco errate, a dir poco discutibili, di esercizio di una potestà pubblica all’interno di un ente amministrativo, elettivo o non elettivo che sia, la butteranno in casino. Invece di commentare ed eventualmente replicare ai contenuti dell’articolo, metteranno in mezzo le solite menate su presunti pregiudizi, su presunte campagne ad personam, come se noi, poi, non avessimo spiegato, con la massima sincerità e la massima trasparenza, i motivi che riteniamo assolutamente legittimi, per cui abbiamo dovuto scegliere di combattere, non tanto Giovanni Zannini come persona, non ne varrebbe neppure la pena, ma il sistema Zannini con un lavoro che lui oggi cerca di bloccare, dimostrando che, nonostante tutto, che nonostante le frequentazioni del passato, non conosce né il sottoscritto, né la reputazione che gradualmente, in maniera sempre ascendente, questo giornale si è guadagnata in ambienti importanti, significativi nell’esplicazione delle funzioni di controllo del territorio e di verifica delle notizie di reato.

Da anni scriviamo di non avere nulla contro l’ex sindaco di Mondragone Ugo Alfredo Conte anzi, gli auguriamo, e lo diciamo sinceramente, di essere assolto nel processo di Appello che sta affrontando per effetto del ricorso presentato dai suoi avvocati contro la sentenza di condanna a 8 anni e mezzo di reclusione per le note vicende legate alle relazioni tra la camorra e l’imprenditoria dei rifiuti, in evidente triangolazione con la politica mondragonese ai tempi in cui Conte era sindaco. E gli auguriamo, pure, di essere assolto anche dalla Cassazione, perché la sua storia giudiziaria, al di là del segno del verdetto della corte di Appello di Napoli, non si chiuderà, né se il risultato segnerà un 2 a 0 a suo sfavore, cioè condanna confermata, né se raggiungerà il pareggio di 1 a 1, in caso di assoluzione e di radicale riforma della sentenza di primo grado.

Ci siamo capiti? Quante altre volte dobbiamo scriverlo? Ma un giornale appena normale, può ignorare alcune situazioni, che destano perplessità in chi ritiene che la non colpevolezza sia tale fino ad una sentenza definitiva passata in giudicato, ma allo stesso tempo ritiene anche che non sia opportuno, che non sia affatto bello per il decoro, per la credibilità e per la reputazione di un Comune che chi fu sindaco e fu condannato da un collegio di giudici a 8 anni e mezzo di reclusione per una connection tra camorra, politica e rifiuti, giri tranquillamente per le stanze del Comune di Mondragone ma, soprattutto, giri tranquillamente per i corridoi e per le stanze del settore Ambiente e rifiuti.

L’altro giorno abbiamo pubblicato un primo video in cui si vede Conte trattenersi tranquillamente nella stanza del responsabile di quest’area amministrativa, Giuseppe Pontoriero, originario della Calabria ma orami stabilitosi da anni in pianta stabile a Mondragone (clikka, leggi e vedi). Il documento video di oggi è ancora più serio e suscita perplessità significativamente più profonde. Si sente la voce, in pratica inconfondibile di Pontoriero, visto che è un mix di accento calabro-mondragonese, proveniente da un’area della scala di sicurezza, dove non si passa per caso, ma bisogna entrarci apposta.

Pontoriero dice, come si può anche ascoltare dall’audio da noi pubblicato: “Scrivetela e portatela sulla pennetta, fate così…”. E ancora, dopo una battuta brevissima di pausa: “La scrivete, la mandate via mail, ed io 5  minuti e la carico”. Ma con chi sta parlando il funzionario Giuseppe Pontoriero? Dopo queste parole, da quella scala di sicurezza lui viene fuori insieme ad una persona che lavora come operatore nella raccolta dei rifiuti nella città di Mondragone e, manco a dirlo, con Ugo Conte il quale, lo prede sotto braccio e si allontana nel corridoio con lui dicendogli: “Vieni un attimo con me”.

Noi non sappiamo se si tratti o meno di frasi equivoche e, tutto sommato, non è questo, almeno per oggi, il punto all’ordine del giorno di questo articolo. Se un ex sindaco è stato condannato in primo grado a 8 anni e mezzo di reclusione per vicende relative ai rapporti tra lui, la camorra e le aziende che a quel tempo si occupavano della raccolta dei rifiuti anche nella città di Mondragone, in ambito consorzio Ce4, è mai possibile che con un processo di appello ancora in corsa e con una sentenza definitiva che, ripetiamo, di là da venire quando verrà pronunciata dalla corte di Cassazione, questo qui si mette a fare il consulente interagendo direttamente con un funzionario pubblico che oggi a Mondragone è il primo riferimento amministrativo di potestà e di organizzazione per quel che riguarda il settore dei rifiuti?

Ora, se Ugo Alfredo Conte ha qualcosa da dire e da scrivere in merito a questo articolo, noi siamo qui. Auspichiamo da tempo che accada. Poi ci si confronterà sul piano dell’interpretazione di questo status di condannato in primo grado e contemporaneamente di scalpitante e irrefrenabile attore di una politica locale della quale Conte evidentemente non riesce proprio a fare a meno. Ma, quantomeno, ci si sarà confrontati. Stesso discorso  vale anche per Giovanni Zannini. Quelli che sono i rapporti personali che ci sono tra lui e me, che dirigo questo giornale, non c’entrano nulla con una dialettica che garantisca sempre e comunque il diritto di replica, da noi richiesto e auspicato ma che Zannini non ha mai voluto esercitare, visto che Casertace è un luogo in cui si sviluppa un confronto dialettico e, dunque, a replica potrebbe contrapporsi una controreplica, fermo restando che le porte sarebbero sempre aperte per ulteriori precisazioni  e per ulteriori interventi dello Zannini, di Conte e, in generale, di qualsiasi persona si senta chiamare in causa dai nostri articoli.

Il problema è che di fonte a fatti come questo, lo Zannini, che poi di fatto è il vero sindaco della città e lo stesso Conte non hanno nulla da opporre. E allora il primo utilizza lo strumento della querela che gli serve a scrivere su facebook “io l’ho querelato”, come se la querela di per sé racchiudesse e sintetizzasse contemporaneamente un decreto di citazione in giudizio, una condanna di primo grado, una di secondo e una di Cassazione. Per cui le immagini sono queste. Le parole pronunciare dal funzionario sono questo . E’ un documento giornalisticamente rilevantissimo che mettiamo a disposizione dei nostri lettori i quali potranno valutarlo nella stessa maniera in cui l’abbiamo valutato noi, oppure in maniera diversa. D’altronde i giornali dovrebbero servire a questo anzi, solo a questo.

Vabbe’, che ne parliamo a fare? Se questa provincia fosse un luogo in grado di esprimere un minimo sindacale di civiltà, non esprimerebbe certo la classe politica che poi, effettivamente esprime e le cui gesta noi ogni giorno vi raccontiamo.