I VIDEO E LE FOTO. Il narcos capo camorra e la casalese doc tra gli organizzatori della sfilata per l’elezione di Russo a sindaco di Vitulazio
11 Luglio 2019 - 13:48
VITULAZIO – Questo è un paese che riesce sempre a conquistarsi, più che l’onore, il disonore delle cronache. C’era un proverbio che dalle mie parti, nel Sannio, veniva pronunciato in questo modo: “Piccolo e male cavat'”, variabile indigeno del “piccolo e male ‘ncapato” dell’area casertana.
Siccome Casertace non ha mai risparmiato nulla ai protagonisti delle cronache di Vitulazio, divenuti protagonisti anche delle cronache provinciali; siccome, diciamocela tutta, se Antonio Scialdone e Alberto Di Nardi hanno dovuto porsi il problema della propria reputazione, per effetto degli articoli di questo giornale, ora, per senso di equità, non si può non sottolineare che gli arresti di ieri mattina, la retata che ha chiarito definitivamente l’alleanza tra il clan dei casalesi e certi soggetti residenti nel comune caleno, non sono fatti riguardanti solo la cronaca nera e la cronaca giudiziaria.
Come non lo sono stati, a suo tempo, quelli, lungamente narrati da Casertace, intorno alle vicende dei citati Antonio Scialdone e Alberto Di Nardi.
E siccome la nostra stella polare non riguarda mai l’identità di una persona, ma l’identità, in origine impersonale, di fatti e situazioni documentate, che poi fatalmente arrivano a coinvolgere gente in carne ed ossa, abbiamo il dovere di ripescare alcuni video di alto pregio giornalistico postati più di un anno fa sulla pagina Facebook dell’antico sito, più antico anche di Casertace, Caleno24ore.
Sono le immagini, apparentemente rituali, ordinarie, di una festa popolare successiva all’esito di un’elezione comunale. Entrando dentro, però, si capisce che non siamo di fronte a una delle tante sfilate, ad una delle tante esplosioni di gioia dei supporter della lista vincente, ma a un significativo raduno di persone, oggi pesantemente coinvolte in inchieste sulla criminalità organizzata, in quanto considerate (non da noi di Casertace, ma dai magistrati della Dda) niente di più e niente di meno che volgari camorristi e ancor più volgari narcotrafficanti.
Inutile dire che il racconto dell’ordinanza di ieri ha già occupato e occuperà ancora le pagine che dedichiamo agli approfondimenti di cronaca giudiziaria.
Ma stamattina abbiamo la necessità di pubblicare delle foto e di rimandarvi a quei due video.
A riguardo, dobbiamo notare che la signora Del Monte, una che nella politica di Vitulazio ha spesso contato e non poco, è particolarmente sfortunata.
Se ascoltate, infatti, l’inizio del suo improvvisato comizio di ringraziamento, sentirete parole di questo tipo, che partono con un riferimento alla sua situazione personale, felicemente risolta: “Come potete vedere – queste le sue parole – a lungo andare la giustizia trionfa. Evviva l’onesta, l’umiltà, la legalità”.
Tra i plaudenti e gli applauditori a scena aperta si nota anche la figura inconfondibile di Stefano Fusco, il quale è ai comandi dell’Audi nera, vera ammiraglia dei festeggiamenti per la vittoria del sindaco Raffaele Russo e della sfortunata signora Del Monte, capace di una performance da 830 voti di preferenza, ma che ogni volta si mette al centro di una trama politica o percorre la strada impervia di traversie complicate oppure benedice interlocutori o sostenitori sbagliati, perché parlare di legalità davanti a Stefano Fusco è un ossimoro universale.
Nella fotografia che pubblichiamo in alto, sempre tratta dai medesimi video, abbiamo anche individuato il volto di Teresa Vitolo, l’altro elemento cardine di questa sorta di consolato della criminalità, la grande mediatrice delle relazioni tra il narcotrafficante rampante, nonché boss delle cerimonie post elettorali, Stefano Fusco, e il cuore del clan dei casalesi.
Perché Gaetano Diana, figlio del boss Elio Diana, è un casalese doc, è un appartenete a una delle famiglie più importanti di quella camorra che ha mobilitato le polizie di mezzo mondo.
Per carità, nessuna relazione si sviluppa in maniera automatica. Il fatto che Stefano Fusco sia stato il primo sostenitore del candidato sindaco Raffaele Russo e della candidata al consiglio Del Monte, non significa, fino a prova contraria, che i voti di camorra o almeno la maggior parte di questi siano andati, nell’inconsapevolezza, fino a prova contraria, di chi li riceveva, a Russo e alla Del Monte.
Come non significa, fino a prova contraria, che il clan dei casalesi abbia speso energie per questa parte politica. Tutto ciò nonostante la frase, intercettata alla Vitolo e riportata nell’ordinanza, “Vitulazio è nostra”.
Come non è possibile, sempre fino a prova contraria, relazionare tutto ciò che abbiamo visto in questi filmati al misterioso attentato subito, qualche tempo fa, dall’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Vitulazio Francesco Di Gaetano, al quale è stata incendiata l’auto.
Ma se tutto ciò, e questo l’avvocato Raffaele Russo lo capirà sicuramente, non significa al momento nulla dal punto di vista del diritto penale, significa molto da un punto di vista del diritto amministrativo, quando questo si collega alle norme finalizzate a reprimere, ma soprattutto a prevenire i fenomeni dell’infiltrazione malavitosa all’interno della pubblica amministrazione.
In poche parole, il sindaco, la Del Monte e tutta l’amministrazione comunale di Vitulazio potrebbero essere considerati anche vittime di pressioni criminali, ma ciò implicherebbe lo stesso l’avvio di una procedura di verifica finalizzata a stabilire se esistano o meno le condizioni per uno scioglimento per infiltrazione.
Diamo per probabilissimo che nulla esiste di tutto ciò.
Ma nessuno può contestare che se niente c’è per sciogliere, tanto invece c’è per controllare attraverso la formale nomina di una commissione d’accesso.
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