IL RETROSCENA. Ecco la verità sulla situazione di Gianpiero Zinzi, sui contatti con la Lega e sulla lista Caldoro che resta la prima opzione
6 Febbraio 2020 - 19:01
CASERTA – (g.g.) Zinzi di qua, Zinzi di là… volendo scherzarci un pò sopra, il consigliere regionale è diventato un pò come “il barbiere di qualità”, il Figaro che Gioacchino Rossini fa cantare in una delle sue opere più celebri. Ma la sua posizione politica in vista delle prossime elezioni regionali, è, tutto sommato, abbastanza chiara. Un mese fa (CLICCA QUI PER LEGGERE) scrivemmo un articolo in cui, partendo dal presupposto che Stefano Caldoro è soprattutto il candidato buono per Luigi e Armando Cesaro, iniettavamo il legittimo dubbio che proprio i Cesaro, anzi, di nuovo i Cesaro, mandanti e in parte anche esecutori materiali, dato che il coordinatore regionale De Siano conta come il due di coppe alla briscola, dell’incredibile siluramento di Zinzi dalle elezioni politiche del marzo 2018, con buona pace della sua carica di coordinatore provinciale di Forza Italia, potessero riproporre, naturalmente sempre all’ultimo giorno, attraverso il canonico metodo della pugnalata alle spalle, quella scena madre, avendo la possibilità (perchè ce l’hanno eccome questa possibilità), di condizionare le scelte di Stefano Caldoro.
Se Gianpiero Zinzi non ha preso per oro colato questa nostra ipotesi, non ha potuto, però, far altro che riconoscere alla stessa una significativa cifra di verosimiglianza, di tossica potenzialità.
Dunque, pur avendo ricevuto da Caldoro tutte le rassicurazioni, si è anche posto il problema di cautelarsi e di guardarsi un pò intorno. Zinzi, di Caldoro si fida, ma naturalmente è scottato dalla esperienza, unica nel suo genere, vissuta due anni fa. Quando poi sono uscite fuori le notizie del feeling tra il consigliere regionale di maggioranza, Giovanni Zannini, oggi ancora alla corte di Vincenzo De Luca, e la famiglia Cesaro, la spia di allarme si è illuminata ancora di più.
Con Zannini che, accorgendosi di una eventuale “mala parata”, risultante dai sondaggi, potrebbe saltare all’ultimo momento, candidandosi per Forza Italia, nel centrodestra, Massimo Grimaldi vedrebbe messa in discussione la palma di favorito numero uno, di più votato della lista forzista, dunque la garanzia di una terza rielezione, con contestuale transito o meglio ritorno nella lista Caldoro, nella quale fu eletto nel 2015. A quel punto, Zinzi verrebbe accantonato.
Ecco perchè quest’ultimo si sta muovendo, tessendo delle relazioni all’interno della Lega. Conosce personalmente, da tempo, il parlamentare Claudio Durigon, deputato leghista di Latina, e con lui ha parlato negli ultimi mesi, raccontando le sue vicissitudini e, per amor di verità, quelle che non possono essere considerate altrimenti che angherie vili, consumate dalla famiglia Cesaro ai suoi danni. A quanto pare, Zinzi ha incontrato anche il coordinatore regionale della Lega Nicola Molteni, aprendo un confronto il quale, al momento, però, è tutt’altro che definito.
La sensazione che abbiamo noi è la seguente: se Caldoro convincerà Zinzi, magari con un’attestazione pubblica, con una dichiarazione fatta subito dopo l’ufficializzazione della sua candidatura a governatore, il consigliere regionale uscente, a sua volta, manterrà la parola data e costruirà la lista del presidente, inserendovi altri candidati competitivi; se invece Caldoro dovesse tergiversare, allora il discorso cambierebbe.
Si ha la sensazione che una delle date decisive sia quella del prossimo 22 marzo, quando Silvio Berlusconi ha annunciato la sua presenza a Napoli, per fornire l’impulso definitivo a Caldoro che il cavaliere, come ha dichiarato nei giorni scorsi, intende candidare senza se e senza ma, al punto da minacciare, qualora la Lega e/o Fratelli d’Italia dovessero frapporre ostacoli, l’uscita dalla coalizione e la discesa in campo di propri candidati a governatori, in Campania, ma anche in tutte le altre regioni (Liguria, Veneto, Toscana, Marche e Puglia) dove si voterà nella prossima tarda primavera.
Con Caldoro definitivamente in campo, Zinzi dovrà chiedere immediatamente un impegno pubblico di quest’ultimo. Ciò dovrebbe (a meno che Caldoro con questi politici di professione, nulla è troppo ardito e troppo trasgressivo, quindi non si può mai sapere) cautelarlo da eventuali sorprese. In questo mese e mezzo, però, in attesa del 22 marzo, continuerà a guardarsi intorno, a dialogare con quei settori della Lega che, con lui, già discutono da tempo.
Questo è. Tutto il resto di quello che leggete sull’argomento sono boiate.