IL “SISTEMA”. Il plurindagato commercialista Angelo Aversano è stato messo da Tamburrino e Stefano Graziano nell’organismo di vigilanza etica del consorzio Asi
10 Gennaio 2020 - 13:34
VILLA LITERNO – E’ durato solo 48 ore il dubbio che ci ha assaliti nel leggere il pezzo di ordinanza (CLICCA QUI PER ACCEDERE AL NOSTRO ARTICOLO PRECEDENTE) dedicata ad un serrato ragionamento, intercettato ambientalmente nella Mercedes di uno dei due interlocutori, tra l’imprenditore Salvatore Nicchiniello, che si trova ai domiciliari dal 10 dicembre scorso, per effetto di una misura della gip Terzi del tribunale di Aversa-Napoli Nord, confermata, qualche giorno fa, dal tribunale del Riesame di Napoli, e il commercialista Angelo Aversano che di Nicchiniello era diventato una sorta di socio di fatto, sponsor e mediatore, per la realizzazione del famoso e, a questo punto, famigerato centro polifunzionale di via delle Dune, in quel di Villa Literno.
Il ruolo di Angelo Aversano che è pesantemente indagato in questa vicenda, è stato fondamentale, affinché fossero superate le profonde divergenze tra i due Nicchiniello, cioè il già citato Salvatore, “allegato” al padre Francesco, e il sindaco Nicola Tamburrino, in quel periodo impegnato nella campagna elettorale per le elezioni comunali.
Il dubbio, da noi accennato nell’articolo cliccabile in alto, era il seguente: il commercialista Angelo Aversano, nel momento in cui dice a Salvatore Nicchiniello di essere in grande concordia con Stefano Graziano, consigliere regionale del Pd, e con il fratello Mimmo Graziano, docente universitario della facoltà di economia aziendale di Capua, faceva lo “sborone” oppure affermava il vero? Millantava quanto affermava, rivolgendosi al danaroso imprenditore Nicchiniello il quale desiderava fortemente avere un appuntamento con Stefano Graziano per entrare nella partita dei grandi appalti, che lui, commercialista affermato, avrebbe reso quell’appuntamento più proficuo qualora, insieme al sindaco Nicola Tamburrino, si fosse seduto allo stesso tavolo?
No, l’indagato Angelo Aversano, non millantava. Dobbiamo verificare solo questa cosa che dice sul suo ruolo di professore universitario. Per il resto, lui nelle partite politiche che contano sull’asse privilegiatissimo Graziano-Tamburrino, c’era allora e continuata, presumibilmente ad esserci.
La prova? La nomina di Angelo Aversano all’interno dell’organismo di vigilanza dell’Asi di Caserta. Se non ci trovassimo qui nel territorio che siamo costretti a raccontare ogni giorno, diremmo che l’organismo di vigilanza è un caposaldo della struttura di controllo etico di un qualsiasi ente pubblico. Non si tratta dunque di un controllo semplicemente contabile, perché questo lo fanno i revisori; non si tratta di un controllo tecnico-amministrativo sull’operato dei dipendenti e dei dirigenti, perché di questo si occupa il nucleo di valutazione. Come dice la parola, questo organismo vigila, invece, affinché non si inseriscano all’interno della gestione, elementi che possano gettare un’ombra sinistra o anche destra sulla stessa, creando situazioni che possono investire anche il diritto penale.
Di questo organismo di vigilanza, di cui abbiamo scritto in un articolo di poco più di un mese fa, ha fatto parte anche Salvatore Mastroianni, al tempo vicinissimo a Paolo Romano, cioè ad uno dei protagonisti del patto scellerato dal quale è nata l’attuale gestione Asi, stretto e firmato da Graziano, da Giggino Cesaro detto ‘a purpett e dal citato Paolo Romano
Oggi, Salvatore Mastroianni è coordinatore provinciale della Lega. Ma questa è un’altra storia.
Ritorniamo ad Angelo Aversano. Siccome l’organismo di vigilanza è stato rinnovato da qualche mese, si presume che la struttura precedente sia stata costituita nel 2016, proprio nel periodo in cui Aversano diceva a Salvatore Nicchiniello che il sindaco Nicola Tamburrino aveva un rapporto diretto e strettissimo con Stefano Graziano, ma lui pure anche in relazione della conoscenza cordiale che lo legava al fratello Mimmo.
Ora, qualcuno potrebbe obiettare: ma il nome di Angelo Aversano lo ha fatto sicuramente Nicola Tamburrino, che del consorzio Asi è ancora oggi, nonostante i domiciliari, confermati dal Riesame, componente del comitato direttivo, cioè della stanza dei bottoni.
Intanto, questo dimostra che Angelo Aversano non era un professionista che mediava con un’amministrazione comunale per un affare che gli garbava. Angelo Aversano era, invece, un uomo di fiducia di Nicola Tamburrino, anche su partite diverse da quelle del centro polifuzionale. Ma siccome tutti sappiamo che non c’è stato alcun momento, nella gestione dell’Asi, in cui la politica non abbia determinato tutto, anche la marca dei posacenere, la nomina di Angelo Aversano in un organismo che non doveva rompere le scatole, in quanto, eventualmente, avrebbe avuto il potere per farlo, fu necessariamente esaminata e avallata da Stefano Graziano. Questo non può essere un punto in discussione, per chi conosce nel profondo fatti e misfatti dell’Asi, ai quali, dal patto scellerato ad oggi abbiamo dedicato circa 200 articoli.
Su quali valori, quali contenuti, quali principi e quali idee Angelo Aversano abbia potuto trasfondere nell’organismo di vigilanza, non possiamo far altro che posare un velo pietoso, avendo esaminato, speriamo insieme a tanti nostri lettori, la merda che affiora a tonnellate dall’ordinanza riguardante le mazzette al Comune di Villa Literno.