IL SISTEMA. L’ingegnere Raffaele Lello De Rosa ha revocato l’avviso pubblico del predecessore D’Orazio, poi per i lavori di via Roma….tutto in famiglia

20 Dicembre 2019 - 12:42

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TEVEROLA(g.g.) Il giorno 28 dicembre 2018, dunque poco più, ma proprio poco più di un anno fa, l’allora dirigente dell’Area tecnica del comune di Teverola Pietro D’Orazio, pubblicò, con una determina a sua firma, un avviso pubblico per procedere al sorteggio (roba da non credere, questo D’Orazio che spesso abbiamo incrociato nei nostri passi, fa cose veramente trasgressive per gli usi di quel territorio) dalla short list comunale di 20 professionisti che poi avrebbero potuto partecipare, in caso di accettazione, al procedimento di aggiudicazione degli incarichi di direzione dei lavori, assistenza al collaudo e responsabile della sicurezza del cantiere per gli ormai famosi lavori di via Roma e via Garibaldi, quelli di cui abbiamo scritto diffusamente, a partire dal manifesto “grazie Graziano”, in un articolo, pubblicato sabato pomeriggio 14 dicembre (CLICCA QUI PER LEGGERLO).

Come potete notare in questa narrazione, c’è un intruso e un grande assente. Anzi, due intrusi e un grande assente. Gli intrusi sono l’ingegnere Pietro D’Orazio e la sua determina, il grande assente è l’ingegnere Raffaele De Rosa, Lello per gli amici.

La storia che nell’agro aversano e in certi comuni in particolare, tra cui quello di Teverola, si è connotata sempre in una certa maniera, rimette al suo posto le cose ridefinendo il quadro così come questo è elaborato dai metodi, dalle prassi, dal modus operandi di quello che noi abbiamo definito “il sistema”. E così, i due intrusi, dopo pochi mesi, vengono messi gentilmente eliminati e il grande assente si materializza e rimette a posto il mosaico della storia, ma anche degli usi e dei costumi locali.

Pietro D’Orazio lascia l’incarico di dirigente e con questo anche quello di Rup del procedimento riguardante i lavori di via Roma. Il grande normalizzatore Raffaele De Rosa, Lello per gli amici, che lo sostituisce nella carica di dirigente e anche in quella di Rup, mette subito le cose a posto: revoca la determina del 28 dicembre 2018, con la quale d’Orazio avviava una procedura logica, accettabile, apparentemente ineccepibile, che recepiva lo spirito e non solo la lettera del nuovo Codice degli appalti, quello contenuto del decreto legislativo 50 dell’anno 2016.

Niente più sorteggio, 5 professionisti invitati, così alla buona pescando non si sa come dalla short list, riteniamo, e via col tango. L’incarico di direttore dei lavori e di responsabile della sicurezza viene attribuito a Salvatore Di Sarno, ingegnere, figlio del geometra Carlo Di Sarno, uno dei riferimenti più preziosi, all’interno dell’ufficio tecnico del comune di Casapesenna, del sindaco Marcello De Rosa, fratello devoto e sempre in ascolto, di Raffaele De Rosa, per gli amici Lello che un tempo fu vicesindaco, sempre a Casapesenna, di Fortunato Zagaria.

Insomma, quel quadro a tinte fosche, quelle ombre che si proiettano sull’intera procedura dell’attribuzione di questo incarico formalizzato per effetto di una decisione, di una commissione giudicatrice formata, di cui il primo componente era, manco a dirlo, Raffaele Villano, ingegnere e fratello di un altro ingegnere cioè quel Andrea Villano, sindaco di Orta di Atella “sciolto”, per infiltrazione camorristica, insieme all’intero consiglio comunale; il secondo componente, l’ottimo Giuseppe D’Ausilio, neo arrestato nella vicenda delle presunte mazzette al comune di Villa Literno, di cui è stato a lungo dirigente dell’ufficio tecnico, prima di trasferirsi in quel di Frignano.

Probabilmente, com’è successo in altri tantissimi casi, anche questa volta, non succederà nulla, perchè fare le indagini sui possibili reati compiuti all’interno della pubblica amministrazione, è faticoso, complicato e soprattutto necessita di un lavoro, di uno studio puntiglioso, approfondito delle norme, delle leggi, delle prassi, della giurisprudenza, da parte di chi le indagini compie. Perchè il lavoro della Guardia di Finanza, dei carabinieri può essere anche lungo e minuzioso, ma poi dovrà essere sempre un magistrato inquirente a metterci anima, cuore e tanto cervello per procedere, pur nel sacro rispetto delle garanzie che investono la sfera dei diritti del cittadino.