In un noto bar di CASAL DI PRINCIPE i summit di camorra tra Nicola Schiavone, Rodolfo Corvino, Vargas, Bruno Salzillo e Mercadante. E sui beni confiscati

16 Novembre 2022 - 14:38

Vengono definite con precisione le coordinate geografiche di questo posto che il pentito considera strategico per comprendere le strategie al tempo in cui a comandare era proprio il figlio di Sandokan. La ditta di Gennaro Diana in nome e per conto dello Schiavone e di Dante Apicella, si sganasciava dalle risate nel momento in cui incassava soldi a palate dal comune di casale per i lavori a casa Cirillo e l’immobile di Giuseppe Natale, entrambi confiscati con tanto di festeggiamenti ed comunicati stampa trionfali delle associazioni anti camorra, che quelle lì ve le raccomandiamo proprio….

CASAL DI PRINCIPE -(g.g.) Roberto Vargas è un altro dei pentiti del clan dei casalesi, utilizzato dalla Dda di Napoli, dal pm Antonello Ardituro, per la costruzione della base costitutiva della richiesta di applicazione di misure cautelari che ha portato lo scorso 3 maggio all’arresto di tantissimi esponenti della imprenditoria edile, legata a triplo filo al clan dei casalesi.

Sono due le parti a nostro avviso più significative elle tre deposizioni datate rispettivamente 31 maggio 2011, 26 ottobre 2010, e 1 luglio 2013. Come si può constatare si tratta di verbali molto datati. Ha senso, però, proprio, nel momento in cui rispetto ripetiamo alla costruzione di una accusa fondata su gravi indizi di colpevolezza, queste dichiarazioni si rinnovano di fatto, assumendo un significato che magari in passato non avevano assunto, a causa del mancato riscontro, del mancato incastro con dichiarazioni rilasciate da altri pentiti in anni successivi.

Per cui, se ciò che ha dichiarato Roberto Vargas nel 2010, nel 2011 e nel 2013 non ha costituito elemento sufficiente per costituire dei capi d’accusa negli ultimi 10 anni, oggi nel momento in cui l’autorità giudiziaria si occupa, ritenendo di aver già raccolto molti elementi, del ruolo ricoperto da Dante Apicella, come vero e proprio ministro dei lavori pubblici di Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, vanno a valorizzarsi.

Ritornando ai due passaggi a nostro avviso più significativi, Roberto Vargas racconta che c’era un esercizio commerciale, precisamente un noto bar di Casal di Principe che il clan dei casalesi, quando all’interno di questo Nicola Schiavone ricopriva il ruolo di capo, si incontrava e teneva le sue riunioni. Si trattava di un luogo peraltro frequentato dallo stesso Nicola Schiavone e anche a un altro esponente della fazione del gruppo Schiavone, cioè da Rodolfo Corvino, 51enne, detto cap e lignamm, insieme al fratello Ulderico e arrestato sicuramente nel 27 giugno 2013, in occasione del blitz che portò all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari per ben 55 indagati coinvolti a vario titolo in una attività criminale legata allo sfruttamento dei giochi illegali, cioè slot machines eccetera, truffa, frode informatica, e concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso.

Insieme a Nicola Schiavone e al citato Corvino, si incontravano sempre presso quel bar e sempre secondo la ricostruzione di Roberto Vargas, anche Bruno Salzillo, Luigi Mercadante e ovviamente lo stesso Roberto Vartas che questa circostanza la cita come esperienza vissuta direttamente e non come fatto acquisito de relato.

Il secondo passaggio delle dichiarazioni del Vargas va a puntellare, a verificare in maniera piuttosto solida ciò che Nicola Schiavone avrebbe raccontato poi 5 o 6 anni dopo. Già Vargas infatti spiegò agli inquirenti che l’appalto da un milione e passa di euro per la rete fognaria di Casal di Principe fu aggiudicata a Gennaro Diana, il quale ovviamente lavorava nel sistema orientato e pianificato da Schiavone e da Dante Apicella. Nel caso specifico, questo lavoro sarebbe toccato, nella distribuzione dei proventi degli appalti truccati a Pasquale Vargas, fratello di Roberto. Siccome questi non avrebbe potuto svolgerli direttamente, si sarebbe rivolto a Nicola e Michelangelo Madonna, chiedendogli di realizzarli con sue imprese.

Attenzione, già l’altro pentito Raffaele Maiello aveva parlato del rapporto tra i fratelli Madonna e Pasquale Vargas, nel momento in cui spiegò che ai due germani di Casal di Principe non è stato chiesto per molto tempo nessuna quota a tiolo di pizzo, di tangente sui lavori che gli venivano aggiudicati. Ciò perchè erano parenti e a questo punto possiamo anche dire, qualora fosse autentico il racconto di Roberto Vargas, ditta su cui Pasquale Vargas si appoggiava per evitare che lui potesse in qualche modo comparire direttamente nella assunzione di certi appalti.

Importante , secondo noi, è anche la affermazione che molto prima di Nicola Schiavone, il Vargas aveva fatto sugli appalti che, beffardamente, a nostro avviso, le ditte del clan si aggiudicavano per la riconversione per usi sociali di immobili confiscati al clan dei casalesi, per il quale dunque, anche questo ha rappresentato un business, un modo per recuperare, con gli interessi, il valore degli immobili prima sequestrati e poi confiscati, grazie a fatto che questi venivano affidati ai comuni dove il condizionamento e l’infiltrazione della camorra era e forse ancora oggi è presente, diffusissimo.

I cantieri in questione sono quelli di casa Cirillo, che non è il titolo di una sit-com, ma l’abitazione di Bernardo Cirillo altro nome molto noto della camorra dei casalesi e che per giunta si andò ad incrociare con la partecipazione al cast del film Gomorra dentro al quale entrarono molti esponenti apparentemente molto attivi del clan, che, in una suprema dimostrazione di fredda, razionale efficienza, riusciva a tirar via soldi anche dai film denuncia ordinati a loro volta di libri-denuncia I lavori di casa Cirillo avrebbero dovuto trasformarla (non sappiamo se poi l’operazione fu realizzata fino in fondo) in una scuola elementare. I lavori, compiuti sempre da Gennaro Diana con la sua Digeco srl.

Il secondo cantiere sempre riguardante un bene confiscato alla camorra, è quello già noto ai lettori di CasertaCe, appartenuto a Giuseppe Natale in via Beethoven a Casal di Principe. Ne aveva già parlato Nicola Schiavone, ma oggi ritorniamo a scriverne proprio per sottolineare che le dichiarazioni rilasciate da Nicola Schiavone dall’anno 2018 in poi, hanno rappresentato un riscontro di quelle esposte da Roberto Vargas nel 2013. Anche in questo caso, tutto blindato in mano all’imprenditore Gennaro Diana, col copyright di Dante Apicella e Nicola Schiavone.

Naturalmente i due appalti, quello per casa Cirillo e quello riguardante l’immobile di Giuseppe Natale, furono definiti al comune di Casal di Principe, che di questi beni aveva acquisito a proprietà nel momento in cui il governo, attraverso l’agenzia nazionale dei beni confiscati alla camorra, li aveva attribuiti proprio al comune nel cui territorio insistevano. Però, siccome il sindaco di fatto di Casal di Principe era Nicola Schiavone, capitava, come si suol dire, che questi beni uscivano dalla porta e rientravano in pratica dalla finestra.

In conclusione i nomi degli imprenditori, formulati da Roberto Vargas nei suoi interrogatori sono quello di Franco e Michelangelo Madonna, un non meglio precisato genero di Cangiano, il cui fratello era eletto nella lista elettorale di Michelangelo Madonna, che effettivamente in quelle elezioni di cui si parla, si candidò a sindaco per poi convergere al ballottaggio sul nome di Cipriano Cristiano, sempre in Forza Italia. E ancora, un Mastrominico di cui, in considerazione del numero molto alto di imprenditori del mattone e dell’intrallazzo che recano questo cognome a San Cipriano, non si può stabilire con certezza l’identità, che però secondo le dichiarazioni di Roberto Vargas era e forse è ancora un parente di Gennaro Mastrominico, affiliato al clan Schiavone, anche lui sicuramente arrestato nel 2013, precisamente il 27 luglio e legato storicamente alla fazione Bidognetti. Gli ultimi nomi che Roberto Vargas formula, sono i nipoti di Elio Diana e naturalmente quello di Dante Apicella.

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA