La Dia: “Falde acquifere inquinate dai rifiuti interrati nelle discariche gestite dalla CAMORRA”
19 Gennaio 2020 - 10:05
CASERTA – Pubblichiamo ancora qualche stralcio della relazione della Dia, a proposito del business dei rifiuti. “Sin dagli anni ’80“, si legge, i clan Schiavone e Bidognetti “avevano iniziato a inserirsi nella gestione illecita dei rifiuti, arrivando ad incassare tra i 600/700 milioni di lire al mese. Poiché l’affare rifiuti ha, sin da allora, interessato altri gruppi campani, i traffici sono stati gestiti secondo una rigida ripartizione di competenze territoriali che per i Casalesi comprende, in Campania, la provincia di Caserta, parte del beneventano, arrivando fino al comune napoletano di Giugliano in Campania, dove i componenti di quel cartello hanno stretto accordi con il locale gruppo Mallardo“.
Secondo quanto rivelato dai collaboratori di giustizia “analoghe attività di gestione illecita – hanno interessato anche – altre regioni, in particolare in alcune aree del Lazio e del Molise, sottolineando che nelle discariche gestite dalla camorra venivano fatti confluire anche rifiuti provenienti da Liguria, Lombardia, Toscana e dall’estero, interrati in cave per decenni, con conseguente inquinamento delle falde acquifere, o mescolati a materiale utilizzato per la costruzione di strade, quali la superstrada che collega Caserta, Lago Patria e Castel Volturno“.
Nel casertano, sempre secondo la Dia c’è stata “…una sorta di “zona franca”, in cui si radicano vere e proprie spartizioni di mercato e posizioni di privilegio per i soggetti gestori, fino ad assumere progressivamente la consistenza di condizioni quasi immutabili e sicuramente difficili da scardinare…”.