LA NOTA. Bomba molotov contro la casa del presidente di FdI di VILLA LITERNO. La speedy-solidarietà di Michele Schiano e i rischi che corrono la Meloni e Fratelli d’Italia nell’agro-aversano

29 Marzo 2022 - 10:20

In calce all’articolo, il comunicato contenente le dichiarazioni del consigliere regionale, il cui nome, insieme a quello della moglie, è comparso nelle informative e nelle richieste di perquisizione, formulate dalla Dda dal tribunale di Napoli, nell’ambito dell’inchiesta sui servizi sociali e sul traffico di tamponi covid, orchestrato dal sanciprianese Orlando Diana, plurindagato per camorra

 

VILLA LITERNO – (Gianluigi Guarino) Sarebbe opportuno che Fratelli d’Italia cominciasse a svolgere delle valutazioni serie su certi meccanismi, relativi al suo partito in Campania, in modo da averne una conoscenza, non limitata alle manifestazioni assertive, rituali, di clichè.

Scriviamo questa cosa, non perchè ci siamo già formati un’idea sulla matrice dell’atto intimidatorio che avrebbe subito Salvatore Ricciardi, presidente del circolo di Fratelli d’Italia di Villa Literno e dirigente provinciale del partito, ma perchè fatti come questi, soprattutto quando accadono in posti come Villa Literno, vanno accolti e poi osservati con la massima cautela.

E ciò, non perchè questo registro valutativo piace a noi di CasertaCe, che, con rispetto parlando, non sappiamo neppure chi sia Salvatore Ricciardi. Ma perchè, la relazione tra il lancio di una bottiglia incendiaria contro la casa di un qualsiasi residente in quel di Villa Literno, di Casal di Principe, di San Cipriano, di Villa di Briano, ed una ragione articolata, di sicuro, non immediatamente leggibile, non si può assolutamente stabilire e stabilizzare in 10 minuti, associandola ad un fatto di criminalità comune, ad un gesto d’impeto o, piuttosto, all’attività, ancora pesantemente svolta che la criminalità organizzata del clan dei casalesi esercita in queste martoriate aree della provincia di Caserta.

Svolgere in questo modo le valutazioni su fatti come quelli capitati al presidente del circolo di Villa Literno di Fratelli d’Italia Salvatore Ricciardi, è richiesto dalla storia giudiziaria, quella seria, cioè quella raccontata nelle ordinanze, nelle migliaia e migliaia di informative, nelle richieste ai tribunali formulate dai magistrati delle due Direzioni Distrettuali Antimafia, cioè da un repertorio storiografico che abbiamo avuto la fortuna di poter leggere, ponendoci umilmente davanti ad una materia complessa che ora, dall’alto di tutti gli studi da noi effettuati e dall’alto di un’attitudine allo studio che riteniamo di avere, ci permette di formulare questa raccomandazione di cautela.

Anche la sollecitudine con cui il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Michele Schiano di Visconti ha espresso la sua solidarietà, rappresenta un gesto che va, a sua volta, valutato dentro a questa necessità di opportuna prudenza.

Qui nessuno vuole criminalizzare nessuno. Vespasianamente, i voti elettorali “non puzzano” però fino ad un certo punto, perchè poi, questa frenesia, improvvisamente emersa, soprattutto da parte dell’ex presidente regionale di FdI Gimmi Cangiano, avrebbero detto i francesi, un enfant de pay, personalità autoctona essendo lui nativo di Villa di Briano, potrebbe determinare vantaggi effimeri, in grado di sopravvivere e di dar beneficio nel breve periodo, salvo poi ripercuotersi contro la Meloni, che proprio sulla sua immagine di persona seria, che lotta ogni giorno per preservare, per proteggere il suo partito da infiltrazioni materiali, ma anche di mentalità, ha costruito un consenso clamoroso, che ogni sondaggio le riconosce, proiettandola verso il rango, che fino a qualche anno fa sarebbe stato considerato mera fantascienza, di partito più votato d’Italia.

Con l’agro-aversano non si scherza. Il consigliere regionale Michele Schiano ha tutto il diritto, per carità, di esprimere, a pochi minuti dal momento in cui è venuto a sapere del presunto attentato, la sua solidarietà a Salvatore Ricciardi.

Ma la posizione da lui espressa che non è quella di un comune tesserato, finisce per impegnare il partito, finisce per associare il simbolo di Fratelli d’Italia ad un fatto di cronaca sul cui movente, ad ora, non si sa nulla, se non che è accaduto a Villa Literno, se non che si rappresenta come una tipologia, come un format criminale presente e ampiamente ricorrente nella casistica storico giuridica che, oltre al racconto di una bomba messa sotto la saracinesca di un negozio, di una sventagliata di proiettili sputati da un kalashnikov contro le vetrine di un’attività commerciale o di una molotov lanciata verso una casa, ha, il più delle volte, raccontato pure degli esiti positivi di indagini che, di questi attentati, hanno permesso di individuare i responsabili e di stabilirne i motivi, spesso, anzi, il più delle volte, sorprendenti rispetto al clichè convenzionalissimo che oggi, ad esempio, Fratelli d’Italia, attraverso l’immediata attestazione di solidarietà di Michele Schiano, espone, attribuendo a Salvatore Ricciardi il ruolo indiscutibile, certo, categoricamente asserito, di vittima di una grave intimidazione.

Questi ragionamenti, apparentemente ridondanti sono frutto della costrizione, a cui ci auto consegnamo, avendo chiara, nella nostra testa, che dalle nostre parti la comprensione concettuale di argomentazioni come quelle appena sviluppate in questo nostro scritto, paga ancora pesante dazio alla incultura, alla totale disabitudine alla lettura, problema strutturale che impedisce alla provincia di Caserta di intraprendere un autentico, concreto processo di sviluppo anche sociale ed economico.

Dobbiamo dunque, precisare ancora una volta, adottando il sistema del bimbo delle elementari, che rimanda a memoria la lezioncina da propinare alla maestra, che i fatti verificatisi stamattina o ieri sera a Villa Literno, non implicano che dietro e dentro a questa bottiglia incendiaria ci debba essere necessariamente una verità inconfessata e inconfessabile. Può darsi benissimo, infatti, che Salvatore Ricciardi abbia disturbato qualche criminale, per testimoniare i valori di una legalità praticata, oltre che enunciata.

Può darsi, ma alla luce di quello che abbiamo scritto prima, può anche essere che non sia così. Dunque, bisogna approfondire, analizzare, indagare, capire. Il consigliere regionale Schiano non ha neppure per un secondo valutato un aspetto, relativo ad una questione di opportunità, derivante anche dalla sua carica istituzionale: una decina di giorni fa, abbiamo pubblicato un articolo che, riportando testualmente alcuni passi della richiesta, formulata dai magistrati della Dda di Napoli ad un gip dello stesso tribunale, di perquisire molte abitazioni private e decine e decine di uffici di imprenditori e di altri fattori a questi complementari, attivi da decenni nel settore dei servizi sociali, ha segnalato l’inserimento del nome di Michele Schiano di Visconti e di quello di sua moglie Palmira Fele, nelle attività, oggi indagatissime dentro ad un’indagine riguardante gli interessi che il clan dei casalesi ha avuto e forse ha ancora nel settore dei servizi sociali, del signor Orlando Diana (CLIKKA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO), ancora oggi pezzo da 90 della politica di San Cipriano, visto che la moglie Giuseppina Barbato, cugina diretta dell’ex braccio destro di Nicola Schiavone, ha raccolto 650 preferenze personali alle ultime elezioni comunali, in cui, manco a dirlo, la lista che la ospitava e che appoggiava il candidato sindaco Vincenzo Caterino, è stata l’unica partecipante alla contesa (si fa per dire) dell’urna.

Anche alla luce di questa ultima implicazione, che beninteso, può non essere assolutamente rilevante e che Schiano e la moglie potranno chiarire, senza alcun problema, al cospetto dell’autorità inquirente, Fratelli d’Italia avrebbe dovuto, in queste ore, valutare collegialmente il tipo di reazione al fatto capitato in quel di Villa Literno.

Se le informative della squadra mobile non definiscono, per il momento, nessun coinvolgimento giudiziario di Schiano e della moglie, costituiscono legittimamente l’idea che il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, possiede conoscenze e, forse, anche cointeressenze che non lo rendono totalmente estraneo alle realtà socio economiche dell’agro-aversano.

La Meloni deve stare attenta, avendo già sperimentato, in occasione dell’ultima campagna elettorale delle elezioni comunali della scorsa primavera, quale sia la capacità dei suoi avversari politici, che si annidano a centinaia anche nei mezzi di informazione, nel creare un racconto, una narrazione di un partito pronto ad accogliere, in nome dei voti e del potere, persone a dir poco discutibili.

Un agro-aversano da maneggiare, ripetiamo, con grande cura. Perchè non ci vuole niente a coinvolgere il partito, seppur indirettamente, nelle vicende relative a persone magari accolte troppo a cuor leggero. E figuriamoci se, di qui alle elezioni politiche, con i sondaggi che lo danno al 21,5%, non proveranno a costruire mosaici, mettendo insieme tessere, magari solo apparentemente continenti, per screditare la Meloni e il suo partito.

Noi che conosciamo fatti, persone, implicazioni, intrighi, relazioni improprie tra politica e camorra in questi territori, riteniamo di poter spendere questa esortazione con solida cognizione di causa.

 

QUI SOTTO IL COMUNICATO DI MICHELE SCHIANO DI VISCONTI

“Voglio esprimere la mia totale solidarieta’ a Salvatore Riccardi, presidente del circolo di Fratelli d’Italia di Villa Literno (Ce) e dirigente provinciale del partito per quanto e’ successo a lui e alla sua famiglia. Qualcuno ha lanciato una bottiglia molotov contro la sua abitazione dove vive insieme alla moglie e ai figli e per fortuna nessuno e’ rimasto ferito. Spero che al piu’ presto le forze dell’ordine possano dare un volto e un nome ai responsabili e assicurare alla giustizia gli autori di questo criminale e terribile gesto. Un atto vigliacco e ignobile che sicuramente non fermera’ la voglia di fare politica di Salvatore”. Lo ha dichiarato Michele Schiano di Visconti, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia.