La Cassazione annulla la confisca a Michele Fontana o’sceriffo. Ora…

22 Luglio 2018 - 09:20

CASAPESENNA – La Corte di Cassazione si occupa di tante cose, anzi quasi di tutto, visto che in Cassazione si può andare anche rispetto ai verdetti degli organi della giurisdizione amministrativa (Consiglio di Stato) e anche per quelli della giustizia contabile (Corte dei Conti) e anche a seguito dei pronunciamenti delle commissioni tributarie, insomma è l’apice di ogni procedimento giudiziario. Qualche minuto fa abbiamo pubblicato un articolo riguardante un verdetto definitivo di condanna per Capaldo padre e figlio. 

La Corte di Cassazione respinge, annulla, rispedendo il processo da dove è arrivato, cioè dalla corte di appello; la Corte di Cassazione sentenzia.

Poi la Suprema Corte rappresenta l’ultimo grado di giudizio anche perquanto riguarda le misure cautelari cioè quelle relatvie alla restrizione, variamente graduata, della libertà personale di uno che è solo indagato. E anche in questo caso, può annullare rinviando il procedimento da dove è arrivato, cioè dal tirbunale del Riesame o della libertà che dir si voglia.

In caso contrario, conferma, come ha fatto sempre e in ogni circostanza con Nicola Cosentino.

Stesso discorso per le misure patrimoniali: sequestro, confische. Ed è proprio a questo comparto che appartiene la vicenda di Michele Fontana, detto o’sceriffo, storico appartenente al gruppo Zagaria, con il quale è anche imparentato, del clan dei casalesi.

I suoi avvocati si sono rivolti alla Suprema Corte, alla quale hanno presentato ricorso per una confisca del valore di 50 mila euro comminata a Fontana. E un piccolo successo la difesa l’ha ottenuto, visto che la Cassazione ha annullato il provvedimento di conferma, scritto dalla corte di appello di Napoli e ha rinviato i documenti alla stessa corte, probabilmente ad una sezione diversa da quella che si era pronunciata con la confisca.

Insomma, un abbastanza consueto “annullamento con rinvio degli atti”.