L’imprenditore accusato di camorra Palladino prese accordi con Nicola Schiavone, mettendo a disposizione la sua amicizia con Giorgio Magliocca

21 Maggio 2025 - 13:35

Il reuccio del calcestruzzo dell’agro Caleno afferma, in una conversazione intercettata con l’imprenditore casalese, che in carcere era stato, con Palladino, anni prima, che Magliocca gli aveva chiesto sostegno elettorale, pur sapendo, aggiungiamo noi, i suoi pregressi e che la DDA gli aveva sequestrato la CLS. Dopo la chiacchierata salta fuori anche un appalto conquistato da O’Russ a Casal di Principe a firma dell’ex sindaco di Camigliano, Vincenzo Cenname, su cui gli aveva garantito Zi’ Nicola Palladino

PIGNATARO MAGGIORE – Che a Pignataro Maggiore ci fosse la camorra e non parliamo solo di quella del boss Vincenzo Lubrano e del figlio, non è una novità almeno per CasertaCe.

Domanda: quante volte, negli anni scorsi, avete letto il nome di Nicola Palladino, detto Zi’ Nicola, un reuccio del calcestruzzo, titolare di due imprese aziende faro nel settore, la CLS e la CLS 2, padre di due figli. Luca, impegnato in un altro lavoro, totalmente diverso, di fisioterapista, e Antonio, anche lui imprenditore nel settore del lavaggio dei macchinari, riteniamo, industriali?

Palladino non è un nome estraneo alla conoscenza dei nostri lettori e, quindi, nel momento in cui l’abbiamo trovato protagonista di alcuni passaggi di indagine di polizia giudiziaria, ovvero quelli che hanno portato poi all’ordinanza chiesta e ottenuta dalla DDA di Napoli nei confronti di Nicola Schiavone O’Russ, imprenditore incardinato nell’organizzazione del clan dei Casalesi, il fatto non ci ha stupito di certo.

Pensate un po’ che Nicola Palladino affermava di considerare O’ Russ una sorta di quarto figlio. Ed era pronto a farlo entrare in grande stile nel sistema degli appalti in qualche comune dell’agro Caleno, soprattutto in quello di Pignataro Maggiore.

Questa corrispondenza di amorosi sensi tra Nicola Schiavone e Nicola Palladino si è era sviluppata durante la comune reclusione, tra il dicembre 2011 e il giugno 2012, all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

PALLADINO, VINCENZO CENNAME E 120 MILA EURO A CASAL DI PRINCIPE

C’è una strada solo accennata che Palladino vuole facilitare per il suo quarto figlio e questa porta dritta al comune di Casal di Principe e a colui che al tempo dirigeva l’Ufficio Tecnico, ossia Vincenzo Cenname, con il quale Palladino aveva dimestichezza per conoscenza e frequentazione, visto che l’ingegnere era stato per diversi anni sindaco di Camigliano, piccolo comune dell’agro Caleno che dista pochi chilometri da Pignataro, cittadina di residenza dell’imprenditore del calcestruzzo, e da Pastorano, dove erano incardinati gli impianti della CLS e della CLS Due.

Se è vero che Nicola Schiavone O’Russ esprime qualche riserva e si mostra scettico rispetto all’opzione-Cenname, prospettatagli da Palladino, è anche vero che, alla luce di ciò che è successo dopo, e alla luce della nostra infinita attività di studio e di scoperta di insospettabili atti amministrativi, abbiamo rinvenuto: si tratta di una determina del comune di Casal di Principe, firmata proprio dal dirigente Cenname, con cui la Vonax, società di Schiavone O’Russ, intestata al prestanome Alessandro Ucciero, nel settembre 2021 vedeva affidarsi lavori per la pubblica illuminazione da 120 mila euro, così, giusto per gradire (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO).

Schiavone si poneva il problema dei suoi rapporti non buoni con l’allora sindaco di Casal di Principe, Renato Natale. Nicola Palladino in pratica rispondeva di non preoccuparsi “ghe pensi mì”.

Fu una coincidenza il lavoro affidato alla Vonax di Schiavone oppure è esistito un rapporto di causa ed effetto tra questa conversazione intercettata e l’affidamento? Noi vi diciamo solo che l’affidamento a Schiavone O’Russ avviene a soli sette mesi da questa conversazione. E siccome diversi mesi ci vogliono per istruire una procedura d’appalto, fate voi.

Pensierino finale su questa porzione dell’articolo. Non è vero, fino a prova contraria, che l’affidamento dei lavori, firmato da Cenname, costituisca l’effetto della causa rappresentata dalla conversazione tra Palladino e Schiavone. Non è vero e lo ripetiamo 100 volte. Ma se qualcuno afferma che non sia neppure verosimile, lo denunciamo per calunnia.

I RAPPORTI CON GIORGIO MAGLIOCCA

Nicola Palladino, almeno a parole, faceva capire che – usiamo un’espressione dialettale – lui, a Giorgio Magliocca, al tempo già contemporaneamente presidente della Provincia e sindaco di Pignataro Maggiore, lo teneva per fatto.

Parlando con Nicola Schiavone, infatti, il re del calcestruzzo, definiva come suo amico Magliocca, il quale gli avrebbe chiesto voti, sostegno elettorale, ciò è quanto afferma Palladino.

Schiavone sembrava interessato, tanto che Palladino diceva che con il sindaco e presidente della provincia lui poteva organizzare senza problemi un incontro a cui avrebbe potuto partecipare, Alessandro Ucciero, come detto prestanome di Schiavone.

E Palladino, mentre Schiavone parlava dell’opportunità di controllare i tempi dei lavori in programma, finanziati anche dalla regione Campania, confermava nuovamente di poter organizzare un incontro con Magliocca al quale avrebbe presenziato personalmente avendo rapporti di amicizia con il sindaco di Pignataro al tempo della conversazione.

La riflessione, in questo caso, la lasciamo ai lettori.